Nell’era
dei cosiddetti “nativi digitali” diversi studi mostrano come i giovani
preferiscano la televisione o il computer alle attività all’aperto,
mentre sempre più spesso strumenti di comunicazione quali smartphone e
tablet, che “avvicinano” le persone lontane, sembrano invece
“allontanare” quelle che in realtà sono già vicine. Il PDW eTwinning di
Istanbul ha proposto una interessante riflessione su questo tema.
"Oggi gli studenti considerano l’uso di tablets, smartphone, pc come
strumenti naturali per comunicare, giocare, studiare, ricercare,
apprendere", hanno detto Anna Asti e Maria Raschello (autrice del
tagcloud riportato qui sotto), docenti di scuola secondaria di I grado
rispettivamente di Paderno Dugnano (MI) e Cavezzo (MO), al ritorno
dall’esperienza. "Si trovano così ad agire in un mondo senza filtro
delle informazioni, a costruire relazioni virtuali, ad isolarsi dalla
realtà, a costruirsi un mondo “immaginario” che possa compensare il
loro senso di inadeguatezza e insicurezza. L’insegnante ha oggi dunque
non solo il ruolo di formatore ed educatore ma anche quello di
mediatore tra il mezzo informatico e gli studenti".
Durante il seminario è emerso quanto sia importante per gli alunni che
la scuola offra loro delle attività formative alternative, o meglio, ad
integrazione di quelle svolte in classe, portando appunto i ragazzi
fuori dalla classe. Le esperienze di questo tipo infatti hanno
molteplici effetti positivi sui discenti: creano un legame tra gli
alunni e l’ambiente esterno, accrescono la fiducia in sé e la capacità
di lavorare in gruppo, aumentano la motivazione, l’entusiasmo e la
creatività degli alunni, disincentivando allo stesso tempo la
sedentarietà ormai diffusa.
E perché non integrare attività fuori dalla classe in progetti
eTwinning? L’obiettivo del seminario, dal titolo “Integrating outdoor
activities with eTwinning projects”, era proprio quello di dimostrare
come ciò sia possibile, sfruttando le TIC.
Cosa si intende però esattamente per attività fuori dalla classe? A tal
proposito è interessante notare la sfumatura contenuta nel titolo del
PDW in inglese, che è stata la lingua di comunicazione durante i
lavori: si parla infatti di attività “outdoor” e non “open air”. Come
più volte ripetuto durante il seminario, per svolgere attività fuori
dalla classe, infatti, non necessariamente si deve uscire fuori dalla
scuola, cosa che talvolta può essere complicata o comunque non sempre
possibile. Il cortile, i corridoi, la biblioteca, il giardino
dell’istituto possono trasformarsi in validi ambienti di apprendimento:
gli alunni lavorano in gruppo, così entusiasmo e motivazione crescono
insieme a competenze e capacità.
Gli eTwinner presenti, provenienti da oltre 20 paesi europei, hanno
condiviso buone pratiche e offerto spunti per la creazione di progetti
eTwinning integrando questo tipo di attività. Ad esempio, Silvia
Fregnan, docente dell’ICS di Porto Viro ha sviluppato, con alcuni
colleghi, un’idea progettuale immaginando di coinvolgere gli alunni
“[…] in una attività di scoperta del proprio territorio attraverso la
raccolta di dati, foto, immagini per creare una “virtual common chart
containing technical data” (con la collaborazione dei docenti di
scienze) da mettere in rete e condividere all’interno di un blog
dedicato”.
All’interno di un progetto eTwinning anche le attività di
disseminazione dei risultati ben si prestano ad essere svolte fuori
dalla mura della classe per dare maggiore visibilità al progetto sia
dentro che fuori la scuola.
Come ricorda Lucrezia Di Molfetta, insegnante della Secondaria di I
Grado “Monterisi” di Bisceglie (BT), “le attività all'aria aperta e a
diretto contatto con la natura favoriscono l'apprendimento
esperienziale (Experiential Learning), un modello di apprendimento
basato sull'esperienza, cognitiva, emotiva e sensoriale. Il processo di
apprendimento si realizza attraverso l'azione e la sperimentazione,
cioè attraverso il ruolo attivo del discente. Riscopriamo quindi la
bellezza delle attività a contatto con la natura [e fuori dalla classe]
attraverso il gemellaggio elettronico eTwinning!”.
Giulia Felice - Etwinning.indire.it