Alle scuole
del Nord la maggior parte delle 29mila immissioni in ruolo per i
docenti a partire dal prossimo due settembre. Ma il grosso andrà
comunque a docenti meridionali che hanno chiesto in extremis
- un paio di mesi fa - il trasferimento nelle liste
dei precari delle regioni padane. Una circostanza che sta creando
parecchi malumori tra maestri e prof settentrionali che stavano già
accarezzando l'idea di una sistemazione definitiva dopo anni di
precariato. Ma nella scuola si va con i punteggi: quelli relativi agli
anni di servizio, prestati a girovagare tra le scuole più scomode della
propria provincia, e dei titoli culturali e scientifici acquisiti
durante e prima di iniziare la carriera professionale. E, tra i
precari, chi ha più cartucce - alias, punti -
può ambire all'assunzione o alle supplenze più lunghe.
Anche in un'altra provincia, almeno così dice la norma attuale. Le
immissioni in ruolo assegnate dal ministero dell'Economia alla scuola
saranno in tutto 33.380: 28.781 tra i docenti e 4.599 per il personale
Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario). L'attesa tabella di
ripartizione tra gli ordini di scuola e le province è stata resa nota
ieri mattina. Da una prima disamina dei dati messi a disposizione dal
ministero dell'Istruzione, il 58 per cento delle 2.341 cattedre che
andranno in totale alla scuola dell'infanzia sarà appannaggio delle
scuole ubicate nelle regioni settentrionali. Percentuale che cresce, al
77 per cento, per i 3.630 posti della scuola elementare.
Ma basta scorrere qualche numero per capire come andranno le cose fra
qualche giorno, quando i provveditorati e gli uffici scolastici
regionali inizieranno le convocazioni per assegnare i posti. Le quasi
29mila cattedre da distribuire ai fortunati immessi in ruolo andranno
ripartite, al 50 per cento, tra coloro che si trovano nelle graduatorie
provinciali ad esaurimento e i vincitori degli ultimi concorsi a
cattedre. Ed è proprio tra le prime che, nel corso dell'ultimo
aggiornamento, si è verificato un autentico terremoto. Perché
centinaia, e forse migliaia, di precari meridionali che due mesi fa
hanno chiesto è ottenuto il trasferimento in una lista delle regioni
settentrionali si accaparreranno il grosso dei posti, lasciando a bocca
asciutta i colleghi del posto.
Perché avviene tutto questo? Nel 2007, Fioroni trasformò le graduatorie
permanenti dei precari in graduatorie ad esaurimento consentendo, "per
l'ultima volta", il trasferimento di provincia. In quella occasione
l'esodo fu verso le regioni meridionali: i precari del Sud non volevano
rimanere imbrigliati "per sempre" fuori casa. Del resto, con il ritmo
di immissioni in ruolo che si era avuto fino al quel momento le chance
di essere assunti anche nel meridione non erano poche. Poi, arrivò la
Gelmini che tra il 2009 e il 2010 operò un taglio "chirurgico" di
84mila cattedre, per la maggior parte nelle regioni meridionali. E le
possibilità di entrare di ruolo, al Sud, si ridussero al lumicino.
Intanto, lo stop ai trasferimenti di provincia introdotto da Fioroni
saltò nel 2011, allorquando - poco prima dell'aggiornamento
delle graduatorie - la Corte costituzionale sentenziò che
bloccare i precari in una provincia italiana andava contro il principio
costituzionalmente garantito della libertà di circolazione degli stessi
entro l'intero territorio nazionale. Nel 2011, si aggiornarono le
graduatorie e molti precari meridionali valutarono che, con i punteggi
stratosferici che avevano accumulato negli anni, potevano entrare di
ruolo anche in patria. Ma nel frattempo l'onda lunga dei tagli
gelminiani faceva sentire i propri effetti: nelle regioni meridionali i
precari storici si erano ridotti a fare supplenze di qualche giorno.
Così, reputata la situazione insostenibile, qualche mese fa arriva la
decisione di tentare la fortuna al Nord.
Il caso più significativo è quello della graduatoria per la scuola
primaria della provincia di Torino, alla quale il ministero ha
assegnato 258 posti da suddividere a metà tra precari e vincitori di
concorso. Delle 129 cattedre che dovrebbero andare - il
contingente preciso delle assunzione in favore dei precari dipende
anche da quanti sono i vincitori di concorso rimasti senza posto
- ai precari storici ben 108 verranno assegnate a
freschissime new entry provenienti dalle regioni meridionali.
Metà delle quali provenienti dalla Sicilia. Una situazione che, per la
scuola dell'infanzia, rischia di replicarsi in provincia di Lucca, dove
10 degli 11 immessi in ruolo saranno meridionali: siciliani, calabresi
e campani. E in provincia di Bergamo dove tutti e 4/5 i posti previsti
per la scuola primaria saranno appannaggio di maestri del Sud. Anche la
graduatoria della scuola primaria della provincia di Milano è stata
letteralmente presa d'assalto dai maestri delle regioni meridionali,
dove la disoccupazione è ormai a livelli greci. Dove il 98 per cento
dei 245 posti disponibili nelle scuole della provincia del capoluogo
lombardo sarà occupato da docenti meridionali. Una situazione che si
profila in molte province padane, anche per la scuola media e superiore.
Salvo Intravaia - Repubblica.it