
Il risparmio: non ne abbiano a male i patiti di Linux, ché arriccerebbero il naso, ma la crociata è partita innanzitutto da questo pulpito. Le macchine in dotazione ai dipendenti comunali sono vecchie, ormai a fine vita. E da anni non si rinnovano i software. Intanto Windows Xp, il sistema operativo installato sull'80 per cento dei pc degli uffici civici, è stato dichiarato morto l'8 aprile scorso. Impossibile aggiornarlo, impossibile aggiustarlo se si guasta. Sostituirlo con un nuovo sistema e cambiare nel frattempo tutti i computer costerebbe alla città 22 milioni per i prossimi cinque anni tra licenze, nuove macchine, assistenza tecnica e installazioni. Tanti, troppi in tempi di spending review, con il Comune costretto a vendere i gioielli di famiglia per riuscire a tappare le buche delle strade.
Montanari e Golzio si sono guardati negli occhi di fronte al preventivo milionario e si sono fatti due conti: «Se abbandoniamo il software proprietario risparmieremo 6 milioni in cinque anni» stima Golzio. L'investimento iniziale non è basso: «Ma, una volta installati i programmi e insegnato ai dipendenti come si usano - precisa Montanari - il sistema andrà avanti sulle proprie gambe e permetterà di abbassare sempre di più i costi».
Il "cervellone" comunale cambierà volto, i dipendenti dovranno farci l'abitudine: addio Office e Explorer, arriveranno Open Office e Mozilla. «Non sarà un passaggio indolore» avverte Golzio. Anche se da anni Ubuntu si presenta con un volto molto simile a Windows. «Sarà un salto verso una maggiore libertà - aggiunge - In Europa l'ha fatto Monaco, o la Provincia di Bolzano, ma per piccole parti». La "migrazione", come si dice in gergo, sarà supportata dal Csi: «Saremo i primi, ma a quel punto -- pronostica Montanari -- anche gli altri enti piemontesi potranno fare tesoro della nostra esperienza».
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