Sono
competenti, rapidi nell’apprendere la tecnologia e nel padroneggiarla.
Comunicano con facilità anche con gli adulti. E le famiglie devono
riconoscere se si tratta di un bisogno o di un capriccio. Ce lo spiegano
le nuove ricerche pedagogiche. Il dato che impressiona dei bambini di
oggi è la competenza, la rapidità con cui s’impadroniscono della
tecnologia. Come padroneggiano il telefonino, il computer, il tablet. I
genitori di oggi hanno un’importante responsabilità che è rappresentata
non solo dal ruolo genitoriale, dall’aspetto educativo-affettivo, ma
nell’educazione dei figli c’è, anche, la capacità di trasmettere le
competenze della socialità, dell’interazione con gli altri, competenze
che la scuola continua a porre come finalità del processo
didattico-educativo, dopo la famiglia che, non dimentichiamo, ha il
ruolo prioritario nell’ educazione dei figli. La gran parte dei
genitori non conosce le multiple funzioni del telefono, perché il
bisogno degli adulti di utilizzare il telefono consiste nell’obiettivo
di consentire una comunicazione, di trasmettere
informazioni… Enorme, insomma, la quantità di stimoli oggi, per i
bambini. Si pensi a internet che già frequentano a 4-5 anni.
Bisognerebbe aiutarli a ordinare e soprattutto a costruire delle
priorità a dare ordine e valore, sin da piccoli, al loro impegno per lo
studio, rispettando la loro età e programmando le scelte insieme
a loro. Oggigiorno i figli arrivano tardi nel percorso di vita di una
giovane coppia, un figlio è per molti una sorta di completamento della
coppia. Spesso, per scelte motivate, il figlio è unico, per via delle
enormi responsabilità che una coppia giovane, impegnata
professionalmente, deve affrontare quotidianemente. Pertanto, oggi, le
aspettative dei genitori sono diverse. C’è la tendenza a programmare il
loro percorso di crescita, di considerarli dei piccoli adulti di
viverli più grandi di quanto non siano. In alcuni incontri scolastici
si incontrano mamme, che raccontano di figli ingestibili, che si
oppongono alle regole. Loro dialogano alla pari in qualche modo e
contrattano con i figli. È normale che quei bambini puntino i
piedi, tentino di fare come piace a loro. Basterebbe semplicemente far
capire che ciò che dice un genitore va rispettato, senza troppe storie!
L’obbedienza e l’ordine sono principi importanti ma erano più principi
dell’educazione del passato, anche se, comunque, anche oggi è
necessario che un bambino comprenda che ciò che dice un genitore
è giusto e va rispettato così come va rispettato ciò che dice un
insegnante in classe. Questo per il loro bene e per trasmettere il
senso del “come bisogna stare nel mondo”. Compito arduo sia per la
famiglia che per la scuola, che nonostante siano due ruoli
differenti sono comunque l’uno il completamento dell’altro. La famiglia
non deve essere in competizione con la scuola, perché la scuola è
il luogo in cui continua l’educazione dei bambini e degli
adolescenti. Occorre un sostegno molto forte sia dei genitori,
che della scuola, per dare a ciascuno alunno la giusta capacità di
raggiungere il proprio successo formativo. Sono, ancora una volta, i
Paesi del nord quelli in cui i bambini raggiungono risultati di gran
lunga superiori. Inoltre c’è poca attenzione ai bisogni di un
bambino e molto dipende dal disorientamento degli adulti, che sanno
essere affettivi ma non riescono a comprendere che bisogna capire cosa
un figlio vuole cercando di mediare e non imporre le volontà
progettuale dei genitori. Alcuni genitori si chiedono se i figli sono
felici e si preoccupano per questo, senza tener conto che i bisogni e i
motivi di un bimbo cambiano di anno in anno, se non più di frequente.
Esistono anche le criticità, le esperienze negative, che aiutano a
crescere. E’ bene che un genitore riconosca e dia importanza a ciò che
i figli vogliono cercando di comprendere se queste scelte sono coerenti
con il loro percorso di crescita, senza forzature e senza imposizioni,
rispettando le loro giuste inclinazioni. Che ruolo ha la scuola, a
questo punto? Gli insegnanti incolpano le famiglie che non educano al
rispetto del ruolo, le famiglie sostengono che gli insegnanti non sanno
più farsi rispettare. Ancora una volta l’educazione ruota intorno alle
esigenze di famiglia e scuola e non ai bisogni profondi del bambino,
che vanno rispettati. Bisogna saperli riconoscere e valorizzarli. Dove
sbagliano molti genitori? Nell’iperprotezione o nell’eccessiva libertà.
Quindi non bisogna tenerli chiusi a casa ma neanche dare loro sin da
piccoli troppa libertà di scegliere senza mediazione, senza il dialogo
con l’adulto. Le regole educative vanno impartite con fermezza
soprattutto quando i figli sono piccoli. E’ necessario dare le giuste
spiegazioni ai loro comportamenti, alle loro scelte per strutturare il
loro carattere e fare in modo che le loro energie positive diventino la
loro forza. Razionalizzare nelle scelte, farli riflettere insieme ai
genitori e non scegliere per emozioni, perché si tratterebbe di scelte
istintive che rischierebbero di finire. Allora qual è il giusto
ruolo di un genitore oggi, ricordando che è un compito arduo e
complesso che dura tutta la vita? I genitori essendo i primi amici di
un bambino, crescono insieme a loro e devono essere il giusto
equilibrio tra protezione ed educazione alla socialità, al sapersi
relazionare con gli altri, rispettando per prima cosa sé stessi.
rosita.ansaldi@tin.it
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