Il Maxxi - Museo
Nazionale del XXI Secolo di Roma propone dal 29 maggio al 15 novembre
la mostra di Olivo Barbieri “Immagini 1978-2014”, allestita nella
Galleria 5 a cura di Francesca Fabiani.
L’esposizione intende offrire uno sguardo critico, inedito e ragionato sull’opera di uno dei più importanti maestri della fotografia italiana contemporanea, prendendo il via da un’affermazione all’apparenza paradossale dell’autore: «Non mi ha mai interessato la fotografia, ma le immagini. Credo che il mio lavoro inizi laddove finisce la fotografia».
L’itinerario di visita copre un arco cronologico quasi quarantennale, dalla fine degli anni Settanta a oggi. La retrospettiva accoglie più di cento opere, distribuite in sette sezioni, corrispondenti ai temi su cui si è concentrata la ricerca dell’artista; fondamentale quello della percezione, della capacità di vedere e interpretare la realtà. Barbieri mette in crisi le consuete modalità di rappresentazione, per dare vita a nuove narrazioni attraverso continui esperimenti percettivi, espedienti visivi – come l’alterazione coloristica dell’illuminazione artificiale, la sfocature della scena o la sovraesposizione, l’uso dei rendering – che non sono mai fini a se stessi.
http://www.culturaitalia.it/
L’esposizione intende offrire uno sguardo critico, inedito e ragionato sull’opera di uno dei più importanti maestri della fotografia italiana contemporanea, prendendo il via da un’affermazione all’apparenza paradossale dell’autore: «Non mi ha mai interessato la fotografia, ma le immagini. Credo che il mio lavoro inizi laddove finisce la fotografia».
L’itinerario di visita copre un arco cronologico quasi quarantennale, dalla fine degli anni Settanta a oggi. La retrospettiva accoglie più di cento opere, distribuite in sette sezioni, corrispondenti ai temi su cui si è concentrata la ricerca dell’artista; fondamentale quello della percezione, della capacità di vedere e interpretare la realtà. Barbieri mette in crisi le consuete modalità di rappresentazione, per dare vita a nuove narrazioni attraverso continui esperimenti percettivi, espedienti visivi – come l’alterazione coloristica dell’illuminazione artificiale, la sfocature della scena o la sovraesposizione, l’uso dei rendering – che non sono mai fini a se stessi.
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