Scoprire la propria città, le proprie radici, angoli di quartieri dove, magari, si è passati tante volte, non accorgendosi dell’importanza storica che hanno, dei profondi significati che portano con sé, delle forti suggestioni che possono esercitare. Così un gruppo di studenti dell’Iti Cannizzaro ha vissuto una mattinata molto speciale, immergendosi nella realtà del centro storico di Catania, da piazza Federico di Svevia, quella del Castello Ursino, sino al pozzo di Gammazita e al fiume Amenano. Una visita organizzata dal prof. Naselli e dalla professoressa Nicotra che con i docenti delle rispettive classi, hanno accompagnato i ragazzi delle seconde e delle terze di tutte le specializzazioni, alla scoperta di un mondo per la maggior parte di loro completamente sconosciuto. A partire dal pozzo di Gammazita, la cui storia è stata raccontata agli studenti da Daniele Cavallaro, uno dei ragazzi dell’Associazione Culturale Gammazita, nata nel 2013 per iniziativa di un gruppo di volontari proprio per gestire alcuni spazi nel quartiere del Castello Ursino, tra cui, appunto, il famoso pozzo. Questo Pozzo, che si trova nascosto tra le viuzze del quartiere, racconta una storia di coraggio e di ribellione guidata durante la dominazione degli Angioini da una donna che reagì alle insidie di un soldato francese, dando il via ad una rivolta popolare e, quindi, ai Vespri Siciliani. La leggenda narra di una fanciulla catanese di nome, appunto, Gammazita, bellissima e di grande virtù. Di lei si era invaghita un soldato francese, le cui avances furono però respinte dalla giovane, che era già fidanzata. Un giorno, mentre Gammazita si recava come sempre a prendere l'acqua, il soldato l’aggredì violentemente e la ragazza, vistasi preclusa ogni via di scampo, preferì gettarsi nel vicino pozzo piuttosto che cedere al disonore. Un gesto di grande orgoglio quello di Gammazita che, come detto, rappresentò la scintilla che fece esplodere i moti contro i francesi con i Vespri Siciliani. Per rendere ancora più affascinante la visita al pozzo, è intervenuta anche un’attrice dell’associazione, che ha recitato un “Cuntu” tradizionale sulla leggenda. Dopo la visita al pozzo, il gruppo di docenti e studenti ha visitato la corte del Castello Ursino e, nella piazza dell’ostello della gioventù, il fiume Amenano. Anche questa visita ha sorpreso molto i ragazzi, molti dei quali hanno scoperto soltanto in questa occasione che Catania ha un fiume sotterraneo e che la sua foce si trova in corrispondenza del centro della città di Catania nei pressi della Porta Uzeda. Un giorno speciale, dunque, che non può lasciare indifferenti: passeggiare per quelle strade, molte delle quali da anni patrimonio della cosiddetta movida del centro storico catanese, per i ragazzi avrà un significato diverso adesso che sono emerse storie, leggende, aspetti inediti e per loro finora sconosciuti. Sarà come essere un po’ più padroni della loro città.
Lucia Andreano (docente F.S. Ufficio Stampa ITI Cannizzaro - Catania)