Perché attuale la
‘Commedia’ di Dante? Perché l’etica su cui si incardina la sua opera è
quella neotestamentaria che, sostanzialmente, si richiama al senso
della sobrietà e della vigilanza , al senso del dovere e della
responsabilità dei nostri atti. Codesto richiamo, oggi, a mio avviso,
non è certo di poco conto; è, anzi, di una attualità cogente,
considerato che la nostra società, postmoderna, fluida, permissiva,
percorsa da una precarietà che la rende insicura, caratterizzata dal
pensiero cosiddetto debole, risulta essere parecchio disorientata dalla
eteronomia dei riferimenti etici, e facilmente attratta da mode fatue e
inconsistenti e da modelli culturali fuorvianti. A prova della
attualità del messaggio della poesia di Dante, un richiamo della
dolorosa storia d’amore di Paolo e Francesca, condannati all'inferno,
nel cerchio dei lussuriosi.
Nell’etica dantesca-si sa- il peccato di lussuria si configura come
incapacità di conciliare la potenza del desiderio con la figura etica
della vigilanza e della sobrietà. Quale la colpa dei “duo cognati “ ?
Quella, appunto, di non aver saputo “tener la soglia”, né di essere
stati vigilanti abbastanza sui propri sentimenti; gli amanti si sono
abbandonati agli istinti, credendo che” ciascun amore in sé” sia sempre
“laudabil cosa”! Ma proprio qui sta l’errore.
La disposizione ad amare è sempre buona , ma non per questo è sempre
buona ogni forma in cui tale disposizione si realizza: “Non ciascun
segno è buono, ancor che buona sia la cera”. Il “segno”, il sigillo,
che Francesca ha impresso al suo amore (la cera) è falso, ingannevole;
Francesca non ha fatto buon uso del suo libero arbitrio, ha sottomesso
la ragione al talento, si è lasciata trascinare dal turbine di una
passione smisurata, e irrefrenabile.
Perso il lume della ragione, e il senso della misura, il periplo della
vicenda amorosa dal bacio letto al bacio vissuto, non poteva che
concludersi in un tragico naufragio.
Nuccio Palumbo