Con la
compassione
si lenivano un tempo le molte sofferenze degli uomini. A volte fatta
solo di parole. Oggi nemmeno questo. Si accompagnano le sventure dei
diseredati, degli sconfitti, dei fuggiaschi e dei disperati con l'odio
e
con l'ostilità sfrontata e violenta. Per le ferite di moltitudini di
donne, uomini e
bambini(povertà, guerre, migrazioni di
popoli, fame, respingimenti, violenze) non c'è una politica che voglia
pensarle ed affrontarle; non ci sono nemmeno arte, letteratura e
filosofia che si premurino di sollecitarne la responsabilità. Ma quando
il pensiero manca, si affaccia la violenza; ci si chiude pensando che
sia la soluzione del problema. Se si rompono le dighe, però, non ci
sarà salvezza nemmeno per i pochi che si credono in sicurezza.
Si sta sottovalutando lo slabbramento della convivenza, la perdita
quotidiana di reciproca accettazione e l'oscuramento della necessità
dei vincoli comuni. Una società complessa senza coesione sociale e
culturale non può essere retta dalla sola forza coercitiva. Pagheremo
ad
alti prezzi la sistematica demolizione degli enti intermedi tra
istituzioni e società, come anche l'indebolimento del sentimento
religioso, che ha sostituito in molti casi la crescente
indifferenza pubblica verso le sofferenze sociali. Il mondo non è solo
dei vincitori e degli uomini di successo; di
quelli che non si voltano indietro. Ci sono anche i vinti, gli scartati
e
gli umiliati dalle vicende della vita. Per questi ultimi ai nostri
giorni anche la beffa di non avere nessuno che li voglia rappresentare
e difendere. A stare con loro non si vince, ma non si perde la faccia.
I
più ricchi non vogliono più sentire parlare di solidarietà
e i governi si mettono al loro servizio.
Uno dei valori che nella cultura occidentale è stato coltivato
tenacemente contro fanatismi di ogni genere, contro le più svariate
forme di ascetismo, contro tutte le sventure procurate dalla violenza
degli uomini e della natura è stato l'amore per la vita. La vita di
questa terra e in questa terra, la vita di ognuno di noi. E' forse
questo
il fondamento della vera laicità e il vero discrimine da ogni genere di
integralismo, religioso o politico che sia. Chi non ama la propria vita
difficilmente rispetterà quella degli altri; chi sacrifica la propria
vita, non avrà imbarazzi a sacrificare quella degli altri. Si puo'
essere
costretti alla morte, ma non sceglierla per la propria testimonianza.
La differenza tra razionalità e fanatismo sta nella convinzione che non
si hanno solo doveri, a cui sacrificare tutti i diritti; ma che si
hanno
diritti col dovere di rispettare i diritti. Quelli degli altri.. "Un
fine
che ha bisogno di mezzi ingiusti, non è un fine giusto. (A. Camus).
La dismisura nell'esercizio del potere è causa della dissoluzione dei
vincoli comunitari. Non è una questione che si risolve con le
esortazioni ai potenti o prepotenti di turno a tenere sotto
controllo il carattere o i comportamenti; non è un problema di singoli
individui, ma un problema di garanzie, di equilibrio tra gli
organi e i poteri dello Stato; un problema di contrappesi da
porre a difesa dei cittadini contro gli abusi di chi gestisce il
potere.
I problemi da affrontare non sono riconducibili a cause
esclusivamente locali e proprio per questo evocano una radicale
conversione delle scelte politiche delle nazioni, delle relazioni tra i
popoli, degli assetti economico-sociali, degli stili di vita. Problemi
troppo grandi rispetto alla piccolezza degli uomini che hanno in mano
il destino dei popoli. Mancano idee, volontà, organizzazioni e
personalità
adeguate.
Raimondo Giunta