
Adattare il linguaggio al contesto: lo abbiamo fatto tutti quelli che non siamo entrati in servizio direttamente al liceo classico, ma abbiamo avuto la grandissima fortuna di fare la gavetta delle scuole a rischio, di frontiera, di periferia, di ogni ordine e grado.
L'ho fatto anche io quando insegnavo in una scuola media di via Plebiscito. Intessevo sempre il mio discorso di frasi in dialetto, di espressioni potabili e poi aulicissime. Era giusto. Era onesto. Era bello. La cultura, la padronanza linguistica non sono uno strumento di potere.
La signora Stancanelli, abituata certamente a parlare nel scuole ma non ad ascoltare, non fa un'analisi del discorso di Simone. Non si accorge che è linguisticamente eterogeneo e non coglie il momento in cui a Simone 'sfugge' di parlare in modo proprio, quando dice: '(...) anche legittimamente. Secondo me, quello che è successo ieri era solo uno strumento per far sentire a Roma, a tutte le istituzioni che Torre Maura è in una situazione di degrado'. Lo dice bene, correttamente.
Considero questo genere di Sinistra radical chic davvero molto distante dal mio modo di sentire, di insegnare, di amare la cultura e uscite come quelle della Stancanelli mi suonano come una difesa del 'latinorum' di don Abbondio. Grazie Simone.
Marta Aiello