Credo che
chiunque sappia quanto tengo alla correttezza formale, sintattica,
ortografica, alla precisione dello stile. Lo sanno davvero molto bene i
miei alunni i cui compiti scritti sono irti di correzioni in rosso e i
cui voti in italiano sono sempre sottesi ad un controllo rigorosissimo
della loro espressione, così come dei contenuti che argomentano. Trovo
tuttavia incondivisibile la posizione della scrittrice Stancanelli che,
criticandone la competenza linguistica, in una battuta liquida
l'intervento di un 15enne che si esprime contro alcune prese di
posizione di Casa Pound. Personalmente sto con Simone che ha
avuto la prontezza di adattare lessico, linguaggio, registro e stile al
contesto e all'uditorio. Si chiama consapevolezza della realtà che hai
davanti, si chiama intelligenza.
Adattare il linguaggio al contesto: lo abbiamo fatto tutti quelli che
non siamo entrati in servizio direttamente al liceo classico, ma
abbiamo avuto la grandissima fortuna di fare la gavetta delle scuole a
rischio, di frontiera, di periferia, di ogni ordine e grado.
L'ho fatto anche io quando insegnavo in una scuola media di via
Plebiscito. Intessevo sempre il mio discorso di frasi in dialetto, di
espressioni potabili e poi aulicissime. Era giusto. Era onesto. Era
bello. La cultura, la padronanza linguistica non sono uno strumento di
potere.
La signora Stancanelli, abituata certamente a parlare nel scuole ma non
ad ascoltare, non fa un'analisi del discorso di Simone. Non si accorge
che è linguisticamente eterogeneo e non coglie il momento in cui a
Simone 'sfugge' di parlare in modo proprio, quando dice: '(...) anche
legittimamente. Secondo me, quello che è successo ieri era solo uno
strumento per far sentire a Roma, a tutte le istituzioni che Torre
Maura è in una situazione di degrado'. Lo dice bene, correttamente.
Considero questo genere di Sinistra radical chic davvero molto distante
dal mio modo di sentire, di insegnare, di amare la cultura e uscite
come quelle della Stancanelli mi suonano come una difesa del
'latinorum' di don Abbondio. Grazie Simone.
Marta Aiello