ItaliaOggi: Scuola, nasce il precario stabile
02-08-2008
di Alessandra Ricciardi
La mini-rivoluzione in un ddl del ministro Gelmini. Che ripristina pure gli esami a settembre
Per essere tutti assunti a tempo indeterminato, i 235 mila insegnanti precari della scuola dovranno aspettare decenni, ha rilevato un rapporto del ministero dell'istruzione (si veda IO di martedì scorso). E allora tanto vale almeno essere fissi sulla stessa sede per due anni. È la minirivoluzione prevista dal disegno di legge su scuola e università che ieri è stato varato dal consiglio dei ministri. Una riforma, quella del contratto di supplenza di durata biennale (con assunzione diretta da parte del preside), che decorrerà dal 2009. In attesa che sia condotta in porto la riforma vera, quella più ampia del reclutamento dei docenti, su cui le varie anime del centrodestra sono alla ricerca della quadra, tra concorsi regionali e assunzioni dirette da parte dei dirigenti. Intanto, però, il ministro dell'istruzione, università e ricerca, MariaStella Gelmini, ha pensato bene di intervenire sulla situazione più emergenziale ovvero quella che riguarda i precari che ogni anno saltano da una scuola a un'altra, con pregiudizio non solo della propria serenità di vita ma soprattutto del rendimento degli studenti. Il ddl, tra l'altro, rimette mano anche alla durata dell'anno scolastico, che è allungato sino al 9 settembre, agli esami di riparazione, che potranno essere svolti a settembre, e al voto in condotta, che da solo potrà anche costare la bocciatura allo studente delle superiori. Inoltre, il ddl inserisce nel piano di studio nazionale la disciplina di «Cittadinanza e Costituzione», per 33 ore annue. E apre alle assunzioni dei ricercatori universitari.
A riscrivere le regole sui contratti dei precari della scuola è l'articolo 5 del disegno di legge: attribuisce la competenza «esclusiva» sulle nomine a tempo determinato o fino al termine delle lezioni ai dirigenti scolastici, che utilizzeranno a questo scopo le graduatorie provinciali e di istituto. «Per garantire la continuità di insegnamento fino alla conclusione di ciascun ciclo di studi, i dirigenti scolastici, accertata la disponibilità del posto nell'organico di diritto o di fatto autorizzato, confermano, per un massimo di due anni scolastici» recita il provvedimento, « il docente ...già in servizio nel precedente anno scolastico». La nuova durata del contratto di supplenza bloccherà nella stesse sede per due anni anche i docenti di ruolo che volessero avere il trasferimento. Il ddl allunga poi l'anno scolastico: non dura più da primo settembre al 31 agosto, ma legalmente l'anno per la scuola comincerà il 10 settembre e finirà il 9 settembre. Gli uffici così avranno più tempo per il disbrigo di tutte le pratiche di avvio e conclusione anno. Per esempio, per le assunzioni e per gli esami di riparazione, che dal 2009 potranno tranquillamente essere fatti a settembre. Novità anche per i bulli: dieci anni dopo essere stato eliminato, torna il voto in condotta. Non si chiamerà più così, in verità, avrà il nome politicamente corretto di «valutazione del comportamento» degli studenti.
E non si affiderà più al famigerato 7 ma a un giudizio collegiale. La sostanza, però, non cambia. Lo studente potrà essere bocciato se non si comporta come si deve.
02-08-2008
di Alessandra Ricciardi
La mini-rivoluzione in un ddl del ministro Gelmini. Che ripristina pure gli esami a settembre
Per essere tutti assunti a tempo indeterminato, i 235 mila insegnanti precari della scuola dovranno aspettare decenni, ha rilevato un rapporto del ministero dell'istruzione (si veda IO di martedì scorso). E allora tanto vale almeno essere fissi sulla stessa sede per due anni. È la minirivoluzione prevista dal disegno di legge su scuola e università che ieri è stato varato dal consiglio dei ministri. Una riforma, quella del contratto di supplenza di durata biennale (con assunzione diretta da parte del preside), che decorrerà dal 2009. In attesa che sia condotta in porto la riforma vera, quella più ampia del reclutamento dei docenti, su cui le varie anime del centrodestra sono alla ricerca della quadra, tra concorsi regionali e assunzioni dirette da parte dei dirigenti. Intanto, però, il ministro dell'istruzione, università e ricerca, MariaStella Gelmini, ha pensato bene di intervenire sulla situazione più emergenziale ovvero quella che riguarda i precari che ogni anno saltano da una scuola a un'altra, con pregiudizio non solo della propria serenità di vita ma soprattutto del rendimento degli studenti. Il ddl, tra l'altro, rimette mano anche alla durata dell'anno scolastico, che è allungato sino al 9 settembre, agli esami di riparazione, che potranno essere svolti a settembre, e al voto in condotta, che da solo potrà anche costare la bocciatura allo studente delle superiori. Inoltre, il ddl inserisce nel piano di studio nazionale la disciplina di «Cittadinanza e Costituzione», per 33 ore annue. E apre alle assunzioni dei ricercatori universitari.
A riscrivere le regole sui contratti dei precari della scuola è l'articolo 5 del disegno di legge: attribuisce la competenza «esclusiva» sulle nomine a tempo determinato o fino al termine delle lezioni ai dirigenti scolastici, che utilizzeranno a questo scopo le graduatorie provinciali e di istituto. «Per garantire la continuità di insegnamento fino alla conclusione di ciascun ciclo di studi, i dirigenti scolastici, accertata la disponibilità del posto nell'organico di diritto o di fatto autorizzato, confermano, per un massimo di due anni scolastici» recita il provvedimento, « il docente ...già in servizio nel precedente anno scolastico». La nuova durata del contratto di supplenza bloccherà nella stesse sede per due anni anche i docenti di ruolo che volessero avere il trasferimento. Il ddl allunga poi l'anno scolastico: non dura più da primo settembre al 31 agosto, ma legalmente l'anno per la scuola comincerà il 10 settembre e finirà il 9 settembre. Gli uffici così avranno più tempo per il disbrigo di tutte le pratiche di avvio e conclusione anno. Per esempio, per le assunzioni e per gli esami di riparazione, che dal 2009 potranno tranquillamente essere fatti a settembre. Novità anche per i bulli: dieci anni dopo essere stato eliminato, torna il voto in condotta. Non si chiamerà più così, in verità, avrà il nome politicamente corretto di «valutazione del comportamento» degli studenti.
E non si affiderà più al famigerato 7 ma a un giudizio collegiale. La sostanza, però, non cambia. Lo studente potrà essere bocciato se non si comporta come si deve.