QUANTE SARANNO LE REALI IMMISSIONI IN RUOLO?
Tra notizie e cifre più o meno false…cerchiamo di fare un po’ di chiarezza… L’informazione, si sa, è un servizio al cittadino estremamente delicato. Basta calcare un po’ la mano per creare sia falsi allarmismi sia false speranze. Sfogliamo dunque i principali quotidiani per renderci conto delle notizie che circolano e operare una selezione delle più attendibili, evitando di cadere nelle trappole di coloro che, nel tentativo di lottare l’attuale ministro, confondono le idee ai poveri precari, da decenni in attesa di definitiva sistemazione. Certo la gestione Moratti, come tutte le gestioni precedenti d’altronde, ha cercato di stringere i cordoni della borsa, bloccando le immissioni in ruolo e causando parecchi disagi agli aspiranti docenti vincitori di concorso; delle SISSIS non ne parliamo nemmeno, sono state istituite dal precedente governo di sinistra(!) e perpetrate con noncuranza e quasi una sorta di nonchalance dall’attuale ministero, ora impegnato nel tentativo di salvare capra e cavoli con il nuovo decreto sulle graduatorie permanenti. Dotiamoci di senso pratico: come si fa adesso, dopo che molti sissini hanno frequentato, a negare loro un diritto acquisito, acquisito per giunta sbandierando ai quattro venti che la bravura nell’insegnamento passa attraverso il tirocinio nelle scuole e alla conoscenza di mucchi di libri di pedagogia e didattica? Ed ecco l’inevitabile atteggiamento cerchiobottista del governo, un colpo ai precari storici, un colpo ai sissini! Poi bisogna fare i conti con un problema poco considerato, che invece ha la sua rilevanza: negli anni scolastici 2002-2003 e 2003-2004 sono stati ridotti circa 7000 posti anche, e certo non solo, a causa del calo della popolazione scolastica, che è diminuita di 50000 alunni nella scuola primaria e di 90000 nella scuola secondaria. E ricordiamoci che restiamo, malgrado ciò, il paese europeo con il più favorevole rapporto insegnanti alunni, Poi il dilemma degli effettivi posti vacanti: quanti sono? Molti dicono 100000, Situazione confusa, dunque, con una sola certezza: la qualità della scuola italiana, che passa soprattutto attraverso la serenità dei suoi operatori, non interessa a nessuno. Fortunato chi rientrerà nel lotto delle assunzioni; negli altri trionfa l’amarezza e matura un insinuante pensiero: e se mi decidessi a cambiare lavoro? Silvana