Quanto lontano quel tempo di timori e tremori degli esami della mia “maturità! Lo ricordo ancora come fosse ora: era il millenovecentosessantatrè. Di luglio! Il caldo era grande. La notte prima degli esami, volò via come un lampo tra contorcimenti intestinali e gialle tisane fumanti. Avrò fatto sì e no un paio d’ore di dormiveglia. All’alba, in piedi, già pronto, vestito e calzato di tutto punto con giacca e cravatta, e un borsone pieno di “sussidiari” per sostenere la prima prova scritta d’italiano. Ultime raccomandazioni dei miei genitori: stai attento stai calmo; e mia madre: Dio ti benedica: un bacio, e poi via. Alle sette e mezzo del mattino, sudato e trafilato, ero già piazzato davanti il portone del mio” vecchio e glorioso Liceo Mario Rapisardi”, in attesa che, suonata la campanella, scattasse la corsa per l’accaparramento dei posti strategici di combattimento! Così per più giorni. Dopo la” passio” degli scritti, seguiva la snervante guerra strategica degli orali. Si era come in trincea: da una parte noi, dall’altra, il nemico pronto a colpire. Lotta impari!Che si consumava nella canicola per un intero mese! Uscire indenni dal torchio era come scampare dai gorghi marini. Che tempi!
Fortuna che sono cambiati codesti arcigni tempi di esami e di esaminatori, e sicuramente in meglio,via! Dunque, nessun amarcord. Nessuna” laudatio temporis acti” Coraggio ragazzi, vi capisco, già di stress in questo vostro (nostro) mondo pazzo e disilluso ce n’è di troppo, ci mancava anche quello degli esami di “maturità” di un tempo. Maturità poi di che cosa ?
Antonio Palumbo
Postato il Martedì, 02 febbraio 2010 ore 10:23:11 CET di Redazione |
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