Nel ribadire la
netta contrarietà al piano di smantellamento della scuola pubblica,
iniziato già 2 anni fa, da Nord a Sud, isole comprese, sottolineo, in
uno spirito di confronto e sostegno all’azione sindacale e politica, la
difficoltà di comprensione, del silenzio assordante della politica
regionale con riferimento a questioni di interesse pubblico, che non
possono restare inascoltate. Attraverso vari proclami, mass media,
abbiamo chiesto al Presidente della Regione, un incontro urgente per
trovare soluzioni condivise, per il bene della scuola siciliana e del
personale della scuola ancora precario. Sull’ipotesi della sospensione
dei tagli prevista dall’ultima tranche per il personale ATA e Docente,
troviamo a tutt’oggi poco incisivo il sostegno della Regione Sicilia
che dovrebbe essere capofila nel perseguire tale obiettivo, visto che,
sarà una di quelle a pagare il prezzo più alto in termini di tagli e
servizi alla scuola statale. La nostra Regione ancora una volta uscirà
con le ossa rotte se non saranno presi provvedimenti urgenti.
E’ appena il caso di ricordare, che giustificando in tal senso:
sia il ritardo, per motivi strettamente legati ai problemi umanitari,
occorsi in occasione del conflitto libico, che ci ha visto ricevere
migliaia di cittadini libici, nell’Isola di Lampedusa, fuggiti da una
guerra, il cui dramma ha avuto proporzioni inaspettate e imprevedibili,
anche per la Regione Sicilia;
che la situazione in cui si è visto catapultato il dispositivo di
protezione civile della Regione, proiettato in una vera e propria prima
accoglienza-emergenza, a garanzia dei già fragili rapporti
internazionali italo-libici, e delle misure principali di carattere
igienico-sanitario, indispensabili per la salute del popolo lampedusano
e dei migranti libici, molti dei quali ahimè hanno sacrificato la vita
nel canale di Sicilia prima di raggiungere l’Isola.
Apprezzando d’altra parte il contributo e la generosità del popolo
siciliano, delle istituzioni politiche regionali, prima del successivo
trasferimento in altre Regioni d’Italia e nelle Nazioni confinanti, dei
cittadini libici, come previsto dagli accordi internazionali,
vi ricordiamo che la scuola siciliana va messa nei primi posti
dell’agenda politica, come emergenza sociale non rinviabile,
richiamando l’attenzione dei vertici nazionali sul dramma a cui
andranno incontro precari, famiglie e società civile se non si
prenderanno i dovuti provvedimenti.
Vogliamo innanzitutto evidenziare, come la culla del diritto, la patria
del sapere, “la Sicilia”, non passa essere relegata ad un ruolo
marginale, ma meriti l’attenzione e le risorse necessarie per stabilire
definitivamente quale sarà il ruolo dei precari nell’Isola e consentire
quel diritto all’istruzione degli alunni diversamente abili e comunque
di tutti coloro che hanno il diritto a istruirsi e sentirsi cittadini
liberi, in scuole sicure.
Presidente, faccia valere l’efficacia dello Statuto Regionale, gli
obiettivi preponderanti e imprescindibili del suo mandato, a difesa dei
diritti “DEI LAVORATORI, DELLA LIBERTA’ ED ISTRUZIONE” del popolo
siciliano.
Auguri di Buona Pasqua, dai precari della scuola.
Cari saluti
Mario Di
Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it