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Consorzio: Messaggio di saluto del Dott. Giuseppe Italia, già Dirigente Vicario dell’USR Sicilia

Redazione
Carissimi,
vi trasmetto la nota di saluto all’Amministrazione inviata dal collega al termine della sua vicenda umana e professionale al servizio della scuola italiana.
         Ovviamente, per i rapporti di amicizia, e per il lungo comune impegno con il collega, questo non è un semplice atto che formulo, come si diceva una volta, “per dovere d’ufficio”. Si tratta piuttosto  dell’ultimo obiettivo comune tra i tanti che abbiamo portato avanti insieme pur rispettando, ciascuno di noi due, lo spazio istituzionale dell’altro. e chi vi scrive appartengono ad una generazione di dipendenti pubblici per cui il senso dello Stato è un valore quasi trascendente.
         Mi piace concludere, anche per evitare che questa lettura diventi prolissa e prevarichi sull’importanza primaria dell’indirizzo di saluto del collega, con una considerazione sul fatto che, come lo chiamo affettuosamente io, Pippo fino all’ultimo giorno abbia compiuto tutti i gesti di un impegno al servizio della cosa pubblica, così come in un qualsiasi altro giorno di lavoro.
         Aggiungo perciò il mio personale saluto e l’augurio per un impegno ancora intenso ma meno frenetico di quello reso soprattutto negli ultimi tempi.
         Ciao e Grazie

  Rosario Leone



Tre mesi fa, allorchè ho constatato che le forze fisiche ed intellettuali non mi sorreggevano più adeguatamente e che  l’entusiasmo scemava, ho deciso di farmi da parte, lasciando spazio ad altri, poiché ritengo che le nostre personali debolezze non debbono inficiare un’attività di complessa gestione, che non tollera cali di tensione e anzi deve sempre essere sostenuta da grande entusiasmo; pertanto dal 1° maggio scorso sono stato collocato in quiescenza per dimissioni volontarie.
Nei saluti di commiato spesso non si riesce a resistere alla tentazione di celebrare se stessi, fingendo di parlare d’altro;  per preservarmi da questa tentazione  mi limiterò ad alcuni ringraziamenti ai quali non posso e non voglio sottrarmi.
Ringrazio, innanzi tutto,  quei Colleghi – molti dei quali non sono più tra di noi – che nella piccola  Vercelli mi insegnarono l’abc del mestiere; e poi quelli che nella capitale lombarda mi hanno fatto  comprendere che l’agire amministrativo deve essere sempre non solo legittimo ma anche pronto, sollecito e concreto,  altrimenti ne va della sua efficacia; e poi ancora quegli  altri che mi hanno insegnato che l’azione amministrativa non è mai neutra poiché essa incide sempre – in senso positivo o negativo – su qualcuno; e, infine,  ringrazio tutti i  Colleghi – e sono tanti –  delle varie sedi nelle quali ho prestato servizio che mi hanno dimostranto apprezzamento e stima e soprattutto hanno avuto  la pazienza di seguirmi, sopportando a volte le mie intemperanze, allorché le critiche al loro operato erano decisamente sopra le righe:  a tutti loro  devo la mia carriera e quella parte dell’autorevolezza che si fonda sulle competenze tecniche, sulla concretezza e sulla perseveranza.
Ringrazio i Rappresentanti delle Istituzioni che con la loro collaborazione mi hanno sempre dimostrato  di dar credito alla istituzione Scuola, riconoscendole il ruolo di insostituibile interlocutrice nella costruzione di percorsi virtuosi di cittadinanza attiva.
Ringrazio i Rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali con i quali sono (quasi) sempre riuscito a concertare le soluzioni possibili ed utili a risolvere i vari problemi, nel costante ed assoluto rispetto reciproco dei distinti ruoli; in modo particolare ringrazio un Segretario provinciale, che con la sua fede incrollabile alla causa della tutela dei più deboli,  mi insegnò che l’etica del lavoro non è come l’abito della festa che puoi dismettere quando vuoi.
Ringrazio i tanti Precari della scuola – docenti e non docenti – che mi hanno insegnato che le istanze di tutela di un posto di lavoro non vengono dettate soltanto dalle necessità del vivere quotidiano ma soprattutto dalla esigenza di difendere quell’irrinunciabile livello di dignità che soltanto un lavoro, ancorché precario, riesce ad assicurare; essi mi hanno fatto capire che la precarietà – spesso spudoratamente spacciata per flessibilità – non è una condanna divina né una religione ma soltanto il frutto della ingordigia delle generazioni passate e della incapacità della generazione attuale di far ricorso al cuore e alla fantasia, privilegiando così la politica di  governo dei  numeri.
Ringrazio tutti quegli utenti del servizio scolastico che con le loro critiche ed osservazioni al mio operato mi hanno fatto capire che l’imparzialità della pubblica amministrazione non è soltanto uno slogan di pubblicità progressista bensì il più valido strumento per assicurare a tutti – con l’uguaglianza nel trattamento - il pieno diritto di cittadinanza.
Ringrazio i tanti Segretari (che con insignificante acronimo sono condannati ad essere chiamati DSGA)  dai quali ho appreso i segreti di una buona gestione dei servizi amministrativi delle scuole  e che mi hanno fatto comprendere che ad essi è affidato il delicato ruolo di snodo tra processi educativi e processi amministrativi; ad essi voglio raccomandare soprattutto di rinunciare alla lusinga di una interpretazione manageriale del loro profilo professionale e di essere piuttosto disponibili a dimostrare nei fatti di saper egregiamente  fare tutte le cose che essi pretendono dai loro collaboratori.
Ringrazio i tanti Docenti che mi hanno spiegato che oggi il compito più arduo di un educatore è quello di svegliare i propri alunni dal torpore della omologazione e di educarli a coltivare la speranza.
Ringrazio tutti i Dirigenti scolastici, ed in modo particolare quelli  che mi hanno prestato la loro preziosa collaborazione, alcuni fino all’ultimo giorno del mio servizio, e che sono riusciti in qualche modo  a farmi sopportare il peso della solitudine degli ultimi mesi; con il loro fattivo ed intelligente contributo siamo riusciti di volta in volta  ad arricchire di contenuti la formazione dei neo immessi in ruolo, a costruire percorsi legittimi e virtuosi di nuove offerte formative, colmando lacune e sopperendo ad incertezze dei recenti interventi di riforma. A tutti i Dirigenti scolastici voglio augurare di saper sempre preservare – privilegiandolo - il ruolo di educatori e ad Essi, a tal fine, dedico il ricordo di un episodio che molto ha segnato la mia esperienza professionale: In quel di Enna un giorno, davanti all’ingresso di una scuola elementare, ad un Direttore didattico, che rispondeva al saluto degli alunni che entravano, chiamando ciascuno di essi con il suo proprio nome, con malcelato sarcasmo chiesi  se volesse darmi ad intendere di ricordare i nomi di battesimo di tutti gli alunni della sua scuola; egli così mi rispose “ Dottore Italia, mi creda, il gorno in cui non avrò più questa capacità ovvero avrò perso questa voglia andrò via senza battere ciglio”!
Ringrazio l’Assessore regionale all’istruzione e i Colleghi dell’Assessorato per la collaborazione pronta e cordialissima prestatami, soprattutto negli ultimi mesi della mia attività, per risolvere alcuni problemi delicatissimi nel non del tutto chiarito sistema di rapporti tra le Aministrazioni statale e regionale. 
Infine consentitemi alcuni ringraziamenti, come dire, più personali: 
Rinrazio tutte quelle Persone che si sono affacciate alla mia vita e che a vario titolo hanno contribuito alla mia formazione umana, scolastica, professionale.
Ringrazio tutti gli Amici che mi hanno saputo dare consigli preziosissimi e disinteressati in occasione delle tante difficili scelte che mi si sono via via presentate nel corso degli anni, sostenendomi nei momenti di incertezza e di sconforto; in modo particolare voglio ringraziare  quelli che con affetto mi hanno tirato la giacca quando stavo per prendere decisioni impulsive, quelli che mi hanno costretto a contare fino a mille per far sbollire il risentimento, quelli che mi hanno spiegato che il tramonto  non coincide con  una data certa ma comincia  quando si perde il gusto del fattivo operare nell’interesse altrui.
Ringrazio i miei Genitori per avermi fatto dono di una educazione ispirata  al rispetto degli altri e al senso dello Stato.
Ringrazio mia moglie e i miei figli che con pazienza e comprensione hanno sopportato, senza farmela pesare come colpa, la mia lunga assenza da casa: cercherò di ripagarli dedicando loro il tanto tempo libero del quale disporrò d’ ora in avanti.
Ringrazio, infine, il Collega che consentirà  - se lo riterrà opportuno e possibile – di far giungere fino a tutti Voi questo mio saluto.
A Tutti le migliori fortune.
Palermo,  3 Maggio  2011
Con affetto e stima
                                                                                                          Giuseppe Italia

P S : Ringrazio, ma veramente di cuore, Tutti quelli che hanno avuto la curiosità e la pazienza  di leggere fin qui questa mia lettera; li ristoro con l’assicurazione che non dovranno sopportare per il futuro il peso di altre esternazioni.









Postato il Giovedì, 05 maggio 2011 ore 09:30:00 CEST di Pasquale Almirante
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