A sostenerlo
Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil, nel primo dei due giorni di
confronto tra i 32 organismi presenti: per il sindacalista essere
subalterni alle scelte del Ministro rappresenterebbe l’annientamento
del sindacato. L’esito delle elezioni amministrative e la supposta fine
del “berlusconismo” potrebbero riaprire il dialogo con le altre
organizzazioni sindacali: sì ad una piattaforma
comune.
Recuperare il senso della collettività, creare un laboratorio
permanente in grado di insinuarsi negli spazi territoriali frequentati
dai cittadini, più spazio all’associazionismo, sì ad una piattaforma
comune sindacale per dire basta all’autoreferenzialismo. Sono queste le
indicazioni che giungono da Roma, dove il 17 maggio hanno preso il via
gli Stati Generali della Conoscenza, a cui partecipano 32 associazioni,
sindacati e movimenti, anche di diversa estrazione, per costruire un
documento comune attorno cui "mettere la conoscenza al centro delle
priorità del paese e rendere i cittadini protagonisti dei cambiamenti e
delle riforme di cui i sistemi formativi e di ricerca necessitano".
Tra le organizzazioni presenti alla due giorni ve ne sono diverse di
carattere studentesco e direttamente coinvolte con l'istruzione, come
la Flc-Cgil, l'Associazione italiana maestri cattolici, il
Coordinamento genitori democratici, il Centro di iniziativa democratica
degli insegnanti, il Coordinamento nazionale dei professori associati,
il Comitato insegnanti precari, il Forum permanente per l'educazione
degli adulti e la Federazione nazionale degli Insegnanti. Altre,
invece, appaiono trasversali al mondo della formazione, come Libera,
Arci, Tavola della Pace e Legambiente.
Secondo Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, la realizzazione di
questa iniziativa costituisce “un fatto straordinario, perché per la
prima volta tanti soggetti parziali tentano insieme di costruire una
rete di soggetti e sostenere una proposta comune, in un periodo
contrassegnato, invece, dall’individualismo”. Nelle parole del leader
dei lavoratori della conoscenza si coglie l’intransigenza verso la
politica adottata da questo Governo (“non accetteremo mai la
subalternità alle scelte devastanti della Gelmini, significherebbe
l’annientamento del sindacato”), ma anche una timida apertura alle
altre organizzazioni sindacali: “le prossime elezioni delle Rsu, uno
spazio adeguato per la contrattazione e la mutazione del quadro
politico (il riferimento è all’esito favorevole al centro-sinistra
delle recentissime elezioni amministrative n.d.r.), che sta portando
alla fine del “berlusconismo”, possono determinare una nuova stagione
sindacale, anche unitaria, visto che questo Governo – ha sottolineato
Pantaleo – è fuori di dubbio che abbia fatto di tutto per minare
l’unità tra i sindacati”.
Dai primi interventi all’iniziativa, che si concluderà il 18 maggio,
giunge una conferma: gli investimenti pubblici devono tornare a
favorire lo sviluppo dei settori della conoscenza: solo così,
incentivando un vero welfare, che guardi con attenzione al diritto allo
studio e agli sviluppi della ricerca, si può puntare al cambiamento.
“Occorre creare – ha sottolineato Paolo Beni, presidente dell'Arci –
una sensibilità nuova e diffusa a livello culturale. E per fare ciò
occorre un lavoro quotidiano, una sorta di laboratorio permanente, che
coinvolga famiglie, docenti, studenti ed intellettuali. Spetterò a
loro, prima di tutti, riuscire a coltivare nei cittadini quel senso di
autonomia critica, oggi smarrito nell’equivoco di delegare agli addetti
ai lavori il terreno della conoscenza”. (da Tecnica della
Scuola di Alessandro Giuliani)
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