''Abbiamo bisogno di
rivitalizzare la scuola con il pluralismo educativo rivalutando tutte
le forme di apprendimento anche quello di carattere pratico; perche'
non c'e' un apprendimento di serie A di tipo intellettuale e di serie B
di tipo
pratico''.
Lo ha affermato il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi a margine del
convegno di presentazione del quinto rapporto sulla Sussidiarieta' da
titolo ''Sussidiarieta' e istruzione e Formazione Professionale''
organizzato nell'ambito del Festival regionale delle scuole di
ristorazione gestito a Villa Contarini di piazzola sul Brenta dalla
Fondazione Giacomo Rumor - CPV (di Vicenza) e curato dalla Direzione
regionale formazione dell'Assessorato all'istruzione e alla formazione
lavoro della Regione del Veneto. Presente anche l'assessore Elena
Donazzan, il dirigente Santo Romano e con loro al tavolo dei relatori
il presidente della Fondazione Sussidiarieta' Giorgio Vittadini e il
sociologo Daniele Marini.
''Ogni forma di apprendimento quando e' organizzata in funzione della
capacita' critica della persona verso la vita, quando muove da valori
solidi, quando cerca di organizzare l'occupabilita' di una persona
concorre a realizzare una societa' attiva'', ha detto ancora Sacconi.
Rispetto al dato che dimostra come i ragazzi che escono dagli ISP
(istituti statali di formazione professionale) e dai CFP (Centri di
Formazione professionali solitamente gestiti a livello regionale)
trovino lavoro entro l'anno dal diploma, in media molto prima dei
neolaureati, il ministro ha affermato: ''Dobbiamo guardare con
attenzione alle vocazioni dei nostri figli, dobbiamo cercare di capire
se magari hanno l'intelligenza nelle mani'', ha sottolineato Sacconi, ''e badate bene: questa non e' un tipo di
intelligenza inferiore a quella di un percorso liceale. Insomma
dobbiamo aiutare davvero i nostri figli e i nostri ragazzi a cercare
percorsi corrispondenti alle loro vocazioni''.
''Troppo spesso'', ha aggiunto il ministro, ''poi ci sono percorsi universitari costruiti
sugli interessi dei docenti che non sono per nulla apprezzati dal
mercato del lavoro. Un altro problema e' che i nostri giovani in
generale sanno poco di scienza matematica tecnologia come ci dice
un'indagine dell'OCSE'' ''E allora - ha concluso Sacconi - cerchiamo di
guardare quali siano le caratteristiche del mercato del lavoro e quali
siano le vocazioni dei nostri giovani; e accompagnamoli verso percorsi
di studi che li rendano davvero occupabili! Evitiamo le fabbriche della
disoccupazione, ne abbiamo parecchie''. (ASCA)
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