Tanta fatica per
nulla, o quasi. «Se avessi saputo che andava a finire così non mi sarei
neppure iscritta», sbotta Veronica Cogo. Lei è una dei quasi 1.500
ragazzi che studiano scienze della formazione primaria a Torino e che
meno di un mese fa hanno scoperto che il loro titolo rischia di valere
molto meno di quanto credevano all’inizio dei loro studi.
Il motivo? Veronica sognava di diventare una maestra di scuola materna
o elementare, solo che dovrà accontentarsi di provare a bussare alle
porte degli istituti privati per trovare un posto di lavoro. Perché un
posto a tempo indeterminato in quelle pubbliche con ogni probabilità le
sarà precluso per sempre. Così ha deciso il ministero dell’Istruzione,
che ha varato i nuovi criteri per diventare docente. Dal 2011, infatti,
il corso di laurea in scienze della formazione diventerà quinquennale
(finora è stato quadriennale) e in futuro diventerà l’unico modo per
ottenere una cattedra.
Nel frattempo, però, le scuole continueranno a pescare dalle famigerate
graduatorie ad esaurimento, create nel 2007 e aggiornate nel 2009.
Finora chi frequentava uno dei percorsi che abilitano all’insegnamento
poteva chiedere di essere inserito con riserva e poi entrare
ufficialmente nelle liste una volta conseguito il titolo. Da
quest’anno, invece, il ministero ha stabilito che non sarà più
possibile.
"In questo modo – spiega Veronica Cogo – siamo stati tagliati fuori: ci
è stato tolto il diritto di diventare maestri a tempo indeterminato. E
la situazione riguarda me come altri 20 mila studenti in tutta Italia
che si sono immatricolati in scienze della formazione dal 2008 in poi.
L’unica colpa che abbiamo è di essere a cavallo tra un vecchio ed un
nuovo ordinamento". Perché lei e i suoi compagni si sono iscritti
all’università o troppo presto o troppo tardi: «Il paradosso – aggiunge
la studentessa – è che frequento lezioni gomito a gomito con persone
che una volta laureate avranno le mie stesse competenze ma che a
differenza mia potranno rientrare nelle graduatorie soltanto perché si
sono immatricolate un anno prima».
La segretaria della Cisl Scuola Torino, Teresa Olivieri, conferma:
"Purtroppo questi ragazzi si trovano in una fase transitoria. Senza la
possibilità di essere inseriti nelle graduatorie permanenti l’unica
altra strada per diventare insegnante è quella del concorso pubblico,
ma rischiano di aspettare anni prima che ne venga indetto uno". Però,
dice la sindacalista, una possibilità potrebbe esserci: "Si sta
ragionando alla possibilità di avviare dei corsi annuali abilitanti per
che in sostanza valgano come il quinto anno del nuovo corso di scienze
della formazione. Credo che una scappatoia verrà trovata, ma al momento
non si sa ancora nulla".
Non tutto è perduto, comunque. Il coordinamento nazionale “Docenti
abilitandi e abilitati per le graduatorie a esaurimento” sta infatti
cercando di fare pressioni in Parlamento per ottenere un emendamento al
decreto, anche se il tempo stringe e la decisione del ministero
potrebbe diventare definitiva in questi giorni. Veronica incrocia le
dita: "Non vogliamo che la scuola pubblica sia sanata sulla nostra
pelle".
(di Stefano Parola da Repubblica)
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