Irriverenza, dissacrazione,
impertinenza, insolenza, sfacciataggine, sfrontatezza, spudoratezza
sono alcuni termini lessicali che mi vengono in mente guardando il sito
web Scuolazoo, per la precisione ScuolaZoo (idioti a
statuto speciale), sito internet che incentiva atti
vandalici nelle scuole.
Il pubblico principale del sito è costituito da studenti che compiono azioni da bulli e misfatti
all'interno della propria scuola, al solo scopo di apparire sul sito
come degli “eroi” e credersi importanti agli occhi dei compagni di
classe. Il sito ha origine quando i suoi creatori, finito il liceo, si sono potuti “ vendicare” dei professori che li avevano bocciati. L'idea alla base del sito era quella di
smascherare l’imperizia didattica perpetrata
da qualche professore in classe, idea diventata
col tempo una pattumiera in cui mostrare fieramente tutte le malefatte
compiute a scuola da studenti ribelli ed
ineducati. Scuola Zoo ha assunto notevole
notorietà e visibilità mediatica quando è stato citato da Lucignolo, trasmissione
televisiva delle reti Mediaset (fa più ascolti lo scempio mentale di
qualche studente disadattato che le buone pratiche didattiche di validi
docenti in cattedra ). Nella sezione video di
questo portale è possibile trovare una collezione di filmati in cui si
può trovare di tutto, si va dal
mostrare parti intime vicino alla cattedra in presenza del professore,
a gente che si picchia in classe, fino ai baci saffici nei bagni della
scuola. Nella maggior parte dei casi le vittime preferite di scherzi e
gag sono i professori e gli studenti più
introversi, in altre parole un monumento alla perdita della propria dignità
personale e di quella dell’istituzione
scolastica che li ospita. Ma il
vero scopo di tutta questa perversione mentale è il guadagno facile,
infatti, T-Shirt, diari, magliette sono messe
in vendita per la gioia di studenti che
rischiano rapporti e bocciature per avere un
momento di celebrità sul mitico ( per loro ) ScuolaZoo.
Quando si parla nel web 2.0 di condivisione dei
contenuti dal basso, penso che al basso, inteso come livello culturale,
non c’è mai fine.
Aldo
Domenico Ficara
aldodomenicoficara@alice.it