Se la famiglia non paga
la mensa ai bambini solo pane e formaggio. Non è la prima volta. Era
già accaduto nella scuola di Pessano con Bornago, nel Milanese, che
lasciò a digiuno 22 piccoli, 20 figli di immigrati, perchè i genitori
erano morosi.
Ora a finire nella bufera è la scuola elementare di Cesate a venti
chilometri da Milano. Il Comune si difende sostenendo che gli
insolventi non sono poveri. E l'opposizione attacca: "Discriminazione
odiosa".
Pane, formaggio e succo di frutta è il pasto alternativo per una
trentina di bambini le cui famiglie non hanno pagato la retta della
mensa. Mensa che è gestita da una società privata che ha vinto
l’appalto bandito dall’attuale giunta Pd e
Idv.
"Con un buco di 70mila euro per il bilancio comunale: in questi
mesi abbiamo inviato numerosi solleciti e recuperato gran parte dei
crediti, salvo quelli di una trentina famiglie, la maggior parte
italiane", spiega il sindaco democratico Roberto Della Rovere, al suo
secondo mandato.
"Un atto discriminatorio", attacca Sonia Coloru, consigliere
d’opposizione della lista 'Sinistra per Cesate' e maestra elementare.
Sabato mattina ha presentato un’interrogazione urgente al
consiglio comunale che sarà discussa il 27. "Giovedì scorso — racconta
— è stato il primo giorno di tempo pieno, dopo i primi tre a orario
ridotto. Nella mensa del plesso Villaggio Ina noi maestre ci siamo
accorte che ad alcuni bimbi veniva servito un vassoio con un panino
invece del pasto completo. Abbiamo chiesto il perché e ci hanno
spiegato che si trattava del menù previsto per i figli di chi non aveva
pagato".
"Del tutto a carico del Comune, visto che l’azienda non voleva più
servire i pasti gratis. Addirittura, voleva rinunciare all’appalto"
rivendica il sindaco Della Rovere. Che aggiunge: "Quelle famiglie
insolventi hanno scelto deliberatamente di non pagare nonostante i
solleciti e la nostra disponibilità a dilazionare gli arretrati. Non si
tratta di genitori poveri: la maggior parte è inserita nella fascia di
reddito più alta. Bisogna prendere provvedimenti anche a fronte di chi,
sebbene in condizioni più difficili, è sempre stato puntuale".
"Così — attacca Coloru — si usano i bambini per fare pressioni sui
genitori. E li si discrimina: giovedì e venerdì noi maestre abbiamo
ceduto ai bambini i nostri vassoi. Erano umiliati, non potevamo far
finta di nulla".
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