Quanti
connettivi : “ma “, “e”, “ però “, “quindi”, “infatti”, “dunque”,
“così” e “perciò”,significativi nei testi dei nostri classici ,
diventano strazianti, e inconcludenti, negli scritti
dei nostri giovani dove spesso ballano all’impazzata senza sapere
cosa ci stanno a fare nell’architettura logica del discorso!
Si può imparare a scrivere? Esiste una formula che possa offrirci la
chiave per entrare nei segreti della scrittura? Nella teoria le
modalità da seguire nella stesura di un testo sono note a tutti.
E’ all’atto pratico, quando bisogna mettere nero su bianco, che
tutte le raccomandazioni sembrano cadere nel vuoto.
Evidentemente, l’arte dello scrivere è “arte difficilissima da
acquistare”. Non bastano le conoscenze grammaticali. Per
apprendere l’arte della scrittura bisogna passare dalla grammatica
della frase alla grammatica del testo. Bisogna in primo luogo saper
leggere. E, oggi più che mai, la lettura dei classici, di
fronte alla dilagante società dello spettacolo fondata sul
predominio delle immagini, rappresenta l” unica scelta di civiltà
che ci può aiutare a capire meglio noi e gli altri, a
credere nei valori dell’uomo e a essere utili alla società in cui
viviamo”(Calvino).
Bisognerà partire da loro per recuperare ciò che sembra abbiamo perso:
l’ordine, la precisione, e la comprensione, anche,
dei… connettivi! In questa sede, a proposito dei connettivi, e
della loro importanza, solo qualche esemplificazione :- la
“e” congiunzione coordinante con funzione esplicativa e con
funzione aggiuntiva in questi versi di Dante: Inferno, c..
VI, v. 73: “[…] Giusti son due, e non vi sono intesi”;
Purgatorio, c. I, vv.22-24 : “Io mi volsi a man destra, e puosi
mente / all’altro polo, e vidi quattro stelle /…” .
Nel verso prima citato dell’Inferno, la “e” ha funzione esplicativa :
come dire : i giusti sono pochi e in conseguenza di ciò, purtroppo non
sono ascoltati, nessuno li segue . Aggiungendo il secondo fatto “e non
vi sono intesi”, Dante ha spiegato che c’è un rapporto di causa
–effetto col primo : la giustizia è amata da pochi e a causa di ciò non
è seguita. Nei versi del Purgatorio, la “e” ha
funzione aggiuntiva. Dante fa due cose, l’una dopo l’altra : dopo che
si volta, pone mente all’altro polo e vede quattro stelle. In quanto
coordinante con funzione aggiuntiva non può stare a inizio di un
enunciato, a differenza di una “e” con funzione esplicativa . Nel
Cinque maggio, leggiamo: “[…] E sparve, e i di’ nell’ozio/ chiuse
in sì breve sponda, [… ]” . Con quella “E” iniziale,
Manzoni sembra dire : nonostante tutto , quell’uomo che
sembrava immortale , morì come tutti i mortali . Questa “E ”maiuscola
ad inizio di discorso non solo aggiunge un’altra notizia alle
precedenti, ma vuole esprimere un giudizio, spiegare che c’è un
rapporto tra ciò che è stato detto in precedenza. E che dire dei famosi
connettivi dell’Infinito leopardiano che collocatii a
inizio di frase, hanno sempre messo in imbarazzo i cruscanti
della grammatica tradizionale: “[…] Ma sedendo e
mirando…”[…] “ E come il vento…[…] “ Così tra questa
immensità…,” ecc. ecc.. Quando si farà notare ai
ragazzi che essi sono legamenti testuali , le cose cambiano. Il
“Ma” e la “E” e il “Così” sono connettivi che stanno a inizio di
frase proprio per la loro funzione modificante ovvero per la loro
natura di legamenti sostituenti : il “ma” che significa tuttavia
e il “così” che vuol dire in conseguenza di ciò, si richiamano a quanto
detto prima. E’ da una lettura consapevole e da una corretta
comprensione dei connettivi, -che sono come la calce o il
cemento armato che legano blocchi di testo, necessari a tenere in
piedi la coerenza e la coesione del discorso,- che noi
possiamo cogliere certe sfumature del pensiero, e imparare anche
a scrivere. “Lege, lege, et legendo ad scribendum parabis”,
raccomandava Seneca; naturalmente non “ cuiuslibet libri lectio alit
mentem “, non qualsiasi lettura alimenta il nostro spirito, ma quella
dei buoni libri
Nuccio Palumbo
antoninopal@katamail.com