Per una lezione sul bene
ed il male, citando un passo dell’Apocalisse, una maestra delle scuole
elementari “Bombicci” di Bologna si è vista sollevata per tutto questo
anno dall’incarico di insegnante di religione cattolica. Si
tratta di una maestra statale, Cristina Vai, con 30 anni di esperienza
e oggi con l’appoggio del deputato del Pdl Fabio Garagnani e dei
genitori dei suoi alunni, tutti schierati al suo fianco per contestare
quello che lei chiama un “provvedimento punitivo” e per chiedere il suo
reintegro.
La
decisione presa nei confronti della docente dal preside Stefano Mari
(duramente attaccato da Garagnani) è scattata a seguito di una lettera
dei genitori di una alunna (ora spostata in un’altra sezione). “Mi
accusano di averla turbata” con il passo biblico che narra della caduta
degli angeli, “mi si accusa d’aver messo in contrapposizione buoni e
cattivi e di aver detto che i cattivi vengono puniti, come se quel
passo fosse una storiella...”, racconta la docente nella sede del Pdl.
“Ma il bene ed il male ci sono in tutte le favole... E i bambini fanno
esperienza del male per cui lo devono conoscere”. Rispetto a tutto
questo il dirigente scolastico “ha preso per buono quello che gli ha
raccontato una mamma, senza sentire il dovere di interpellarmi, senza
contraddittorio: non può farlo”, contesta la maestra.
Garagnani non ci ha visto più: ha presto carta e penna e interrogato il
ministero, chiedendo sanzioni per Mari e il ripristino della “legalità
scolastica” alle “Bombicci”. E, aggiunge, “una volta tanto non sono
solo io che intervengo, ma accanto a me, con coraggio, ci sono
l’insegnante e i genitori”.
Secondo il deputato, il preside non aveva il potere di sollevare
dall’incarico la docente in quanto ha decidere sugli insegnanti di
religione è la Curia.
Per Garagnani si conferma “il tasso di ideologizzazione” nella scuola
bolognese e la tendenza a vedere l’insegnamento della religione
cattolica “anomalo ed estraneo alla scuola: le ore sono all’inizio o
alla fine delle lezioni e in aula non si parla della religione
cattolica apostolica e romana ma si fa storia delle religioni o si
parla di pacifismo”.
Cristina Vai vede un solo motivo di consolazione: “Così posso
testimoniare la mia fede”. Ma non le va giù. Le hanno contestato anche
l’uso di immagini di Guido Reni durante ‘quella’ lezione (era metà
ottobre). Dice d’aver parlato con un avvocato che considera
incomprensibile la vicenda, mentre il primo riscontro dal responsabile
dell’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica,
don Raffaele Buono, “è stato una gran delusione”.
Oggi però al suo fianco ci sono i genitori, compresi quelli che non
mandano i figli a religione, e di ex alunni. La sospensione
dall’incarico “è una offesa personale- dice la maestra che insegna
anche altre materie- poteva punirmi in mille modi, perché togliermi
proprio religione?”. Quella lettera di ‘stop’ arrivata la settimana
scorsa “è un attacco a me e alle prerogative della Chiesa”. Di lettere
ne ha ricevute tre, una poco prima dell’ora di religione.
Vai (che racconta di aver convintamente votato contro iniziative e
scioperi anti-Gelmini decisi nella scuola), dice di essere stata
“attaccata anche in passato”, ma “di non aver mai avuto problemi” e ora
aspetta le mosse della Curia. I genitori avrebbero preferito vedere
Mari intervenire su altri docenti di religione considerati inadeguati e
ore sono “amareggiati e sbalorditi” per un provvedimento “immotivato” e
“ingiusto”; della correttezza di Vai non dubitano, apprezzandone “il
lavoro” e condividendone “programma e metodi”.
(da Quotidiano.net )
redazione@aetnanet.org