La XXVII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) voluta dal Beato Giovanni Paolo II nel 1985, per raccogliere giovani da tutto il mondo e promuovere le loro aspirazioni ad avere un proprio spazio nella Chiesa e nel mondo, costruire ponti di amicizia e speranza tra continenti, popoli e culture, sarà celebrata nel 2013 a Rio De Janeiro in Brasile, dal 23 al 28 luglio. A livello diocesano, negli anni in cui non si svolge la GMG internazionale, in occasione della Domenica delle Palme. Gli incontri sono organizzati su iniziativa delle varie diocesi mondiali e in Piazza san Pietro a Roma con il Papa. Rivolgendosi quest’anno ai giovani, il Papa ha detto: “Vorrei esortarvi a essere missionari della gioia. Non si può essere felici se gli altri non lo sono: la gioia quindi deve essere condivisa. In un mondo spesso segnato da tristezza e inquietudini, è una testimonianza importante della bellezza e dell’affidabilità della fede cristiana”.
Giornata della Gioventù
Non vi è dubbio che ogni giovane, anche se lontano dalla fede cattolica, nel difficile contesto attuale, abbia bisogno di un messaggio di gioia e speranza perché l’aspirazione alla gioia e alla speranza è impressa nell’intimo dell’essere umano. “Al di là delle soddisfazioni immediate e passeggere, afferma il Papa, il nostro cuore cerca la gioia profonda, piena e duratura, che possa dare «sapore» all’esistenza”. Ciò vale soprattutto per i giovani, “perché la giovinezza è un periodo di continua scoperta della vita, del mondo, degli altri e di se stessi. È un tempo di apertura verso il futuro, in cui si manifestano i grandi desideri di felicità, di amicizia, di condivisione e di verità, in cui si è mossi da ideali e si concepiscono progetti”.
Penso che tutti gli operatori scolastici e gli educatori in genere, a prescindere dal credo religioso, dovrebbero essere “missionari della gioia” per aiutare i giovani attraverso la propria testimonianza e il proprio insegnamento a cogliere nel “trantran quotidiano” le piccole o le grandi gioie che possono rafforzare la speranza e intraprendere le strade della crescita. È veramente possibile la gioia piena in un mondo globalizzato fondato sull’attimo fuggente, su modelli usa e getta che non riescono a nutrire lo spirito, anzi ne accentuano il bisogno e la fame? Ai giovani che si pongono questi interrogativi e che a volte percorrono anche strade sbagliate e pericolose, il Papa ricorda “la gioia di vivere, la gioia di fronte alla bellezza della natura, la gioia di un lavoro ben fatto, la gioia del servizio, la gioia dell’amore sincero e puro, i bei momenti della vita familiare, l’amicizia condivisa, la scoperta delle proprie capacità personali e il raggiungimento di buoni risultati, l’apprezzamento da parte degli altri, la possibilità di esprimersi e di sentirsi capiti, la sensazione di essere utili al prossimo, l’acquisizione di nuove conoscenze mediante gli studi, la scoperta di nuove dimensioni attraverso viaggi e incontri, la possibilità di fare progetti per il futuro, l’esperienza di leggere un’opera letteraria, di ammirare un capolavoro dell’arte, di ascoltare e suonare musica o di vedere un film”. Si tratta in definitiva di gioie semplici che scandiscono le nostre giornate, ma che insegnano a vivere il quotidiano in modo attivo e costruttivo, che aiutano a fare tesoro delle esperienze passate con lo sguardo proteso verso il futuro. Per ottenere ciò, è necessario educare a gustare le realtà più belle della vita nel modo più profondo e alto possibile. La gioia, infatti, frutto di un piacere e di un divertimento sterile, di un rapporto superficiale, grossolano, povero o semplicistico, lascia come retrogusto una continua scontentezza e l’inevitabile rincorsa ad altri e più intensi piaceri da “mordere e gettare” che continuano a non soddisfare perché un giovane aspira a qualcosa di più e di meglio.
download Letterina n. 318 - 12 Aprile 2012
Giuseppe LucaDirettore Responsabile della “Letterina”