Negli ultimi anni in nessun altro settore dell’editoria i cambiamenti sono staticosì significativi. Dai cartacei alle versioni on-line scaricabili da Internet
Che cosa succederebbe se Dante si mettesse a chiacchierare con Petrarca, Machiavelli con Guicciardini, D’Annunzio con Pascoli? Ne verrebbe fuori un confronto inedito, vivace e stimolante, soprattutto per gli studenti che sui banchi di scuola incontrano le opere di questi signori, magari, però, sentendoli lontani da sé e dal proprio vissuto. L’idea di questi «dialoghi impossibili» è venuta Giuseppe Zaccaria, autore di quello che ormai da diversi anni è il manuale di letteratura più diffuso nelle scuole superiori italiane (l’opera – scritta insieme con Guido Baldi, Silvia Giusso e Mario Razetti – è pubblicata da Paravia, gruppo Pearson; il suo primo titolo era Dal testo alla storia, dalla storia al testo, mentre la nuova edizione, novità 2012, è intitolata L’attualità della letteratura).
Un’idea che serve a svecchiare l’impostazione tradizionale dell’insegnamento letterario, offrendo ai ragazzi nuovi spunti di riflessione tramite un approccio innovativo. Ma questa è soltanto una delle novità della manualistica scolastica. Forse in nessun altro settore dell’editoria i cambiamenti sono stati così significativi negli ultimi 2-3 anni. Con la manovra finanziaria dell’estate 2008 sono state approvate alcune misure per il contenimento del costo dei libri di testo, che hanno avuto anche il merito di accelerare il processo di introduzione delle nuove tecnologie nel mondo della scuola. Si stabiliva, infatti, il passaggio entro l’anno scolastico 2011-2012 dai classici volumi cartacei a libri di testo «nelle versioni a stampa, on-line scaricabile da Internet, e mista». È chiaro che una riforma di tale portata era destinata ad avere conseguenze importanti. In molti temevano che ciò avrebbe determinato l’abbandono del libro cartaceo, con gra ve danno per lo spessore culturale dell’insegnamento. Invece fortunatamente ciò non è avvenuto. Il libro cartaceo – su questo sono d’accordo sia gli insegnanti sia gli editori sia, per lo più, anche le famiglie – continuerà a essere lo strumento principale del processo di apprendimento. Ad esso, però, si affiancheranno gli strumenti multimediali.
Tra questi, soprattutto la Lim (lavagna interattiva multimediale), una periferica collegata a un computer (a sua volta connesso a Internet), che dovrebbe andare a sostituire la vecchia e polverosa lavagna di ardesia. Gli insegnanti che utilizzano abitualmente i nuovi media in classe notano nei propri studenti progressi sensibilmente maggiori rispetto a quelli percepiti dai colleghi che non ne fanno uso. È uno dei risultati emersi da uno studio dalla Walden University del Minnesota. Basata su un’indagine svolta su un campione di oltre mille docenti di scuola primaria e secondaria di primo grado statunitensi, la ricerca è stata presentata a Denver, alla conferenza su scuola e nuove tecnologie. COMUNICARE Peccato però che nel nostro Paese le Lim siano ancora scarsamente diffuse. In una scuola che ha50classi va già bene se la Lim è stata installata in 4 o 5 di esse. Ce ne sono di più alle elementari e alle medie,meno alle superiori. Bisognerebbe che il governo investisse dei fondi in questa direzione. Questo perché utilizzare nella didattica la Lim (e i Lim-book) significa coinvolgere i ragazzi avvicinandosi molto al loro modo di comunicare (gli studenti di oggi sono tutti «nativi digitali» e di nuove tecnologie ne sanno certamente di più dei loro insegnanti, la maggior parte dei quali sono «migranti digitali»).
E significa superare quell’impasse che spesso caratterizza il rapporto docenti-studenti. In questo, come dicevamo, l’editoria scolastica si sta muovendo con grande determinazione. Spesso i genitori lamentano l’alto costo dei volumi scolastici. Ma chi si occupa di libri sa che non è affatto così (anzi, in realtà, è proprio il contrario), se si considera che un manuale scolastico ha un costo di produzione decisamente superiore a quello di un volume di «varia» (un romanzo o un saggio dedicato al pubblico generalista): alle spalle c’è il lavoro di ricerca degli autori, quello, molto impegnativo, della redazione che li affianca, quello per sviluppare un progetto grafico complesso, ricco di colori e di illustrazioni. Su quest’ultimo aspetto i manuali di scuola sono cambiati moltissimo proprio negli ultimi anni, avvicinandosi, anche nella presentazione visiva della materia, alle aspettative dei ragazzi. Abituati alla comunicazione per immagini molto più che a quella tramite la parola scritta.
Roberto Carnero
L'Unità