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PONTREMOLI. «Bocciare è come sparare su un cespuglio al cui interno può esserci una lepre o un ragazzo». Una frase cara a Don Milani, come ricorda Daniela Lastri, responsabile scuola del Pd toscano. Bocciare a scuola è sempre più raro, ma non a Pontremoli. Nella città del Premio Bancarella si boccia addirittura in prima elementare. Cinque bimbi dell’istituto comprensivo Tifoni di Pontremoli dovranno ripetere l’anno, non sono maturi per la seconda.
Cinque bocciati su 59 alunni suddivisi in due sezioni sono tanti, sono un caso nazionale. La vicenda arriverà sui banchi del Parlamento per iniziativa del Pd. Ovvio che le famiglie dei cinque “remigini” sono imbestialite, ma non solo: a protestare per le bocciature è l’intero comitato dei genitori. Particolare ancor più sorprendente: uno dei bambini che dovranno ripetere l’anno è diversamente abile.
«Segno che i tempi cambiano, ma cambiano male», commenta una mamma di quel Comitato genitori che da tempo si è affidato a un legale del Codacons per portare avanti un ricorso al Tar in cui veniva denunciato l’elevato numero di alunni nelle due classi in questione, rispettivamente di 29 con un bimbo disabile e l’altra di 30 alunni. Un ricorso che ha dato loro ragione per quanto riguarda l’elevato numero degli iscritti, ma respinto per quanto concerne la sicurezza dell’istituto delle medie Ferrari, attuale sede dei ragazzi del Tifoni, fatto evacuare lo scorso anno perché ritenuto non idoneo rispetto alle norme antisismiche.
Da una parte i genitori, dall’altra il dirigente scolastico, Angelo Ferdani che difende a spada tratta i suoi insegnanti: «Sono loro a decidere sul rendimento dell’alunno nel percorso didattico» e che «29 o 30 alunni non sono poi tanti per una singola classe», oltreché rimarcare che «è meglio fermare subito e far ripetere l’anno a chi non ha appreso le nozioni base. Avevo chiesto la terza sezione, ma non sono stato accontentato. È da allora che i genitori si sono scatenati».
In linea col preside è il sindaco di Pontremoli (Comune sorretto da una lista di centrodestra), pure lei dirigente scolastico, Lucia Baracchini: «Le valutazioni sul processo di apprendimento - dice il sindaco - non sono certo condotte con superficialità; poi c’è da dire che la situazione di malcontento creata dai genitori, in qualche modo si ripercuote sui ragazzi. Meglio ripetere un anno, che andare avanti senza avere le basi».
12 giugno 2012
L’Eco di Bergamo.it
Fa discutere il caso di cinque bambini di sei anni bocciati in prima elementare in una scuola di Pontremoli. Genitori indignati, verifiche da parte del Ministero, interrogazioni parlamentari. E' giusto bocciare i bambini in prima elementare?
LA NOTIZIA
Così piccoli e già bocciati, alla loro prima prova scolastica. I cinque bambini di sei anni che hanno frequentato fino a qualche giorno fa la prima elementare in due classi dell' istituto Giulio TifonI di Pontremoli sono già un caso. Anche politico, visto che la loro bocciatura ha suscitato reazioni bipartisan in Parlamento, con il Pd che chiede al ministro di disporre un'ispezione nella scuola della Lunigiana e il Pdl che definisce il caso di Pontremoli come qualcosa che "esula dalla prassi e probabilmente dal buonsenso".
Ma i più agitati e indignati sono i genitori dei bambini che annunciano ricorsi ed ipotizzano anche una class action con tanto di richiesta di indennizzo per questo complicato inizio della carriera scolastica dei loro figli. A vedersi costretti a ripetere la prima, la classe in cui si imparano i primi rudimenti per leggere, scrivere e far di conto, sono due bambini italiani, uno dei quali disabile, e tre stranieri. Erano allievi due classi di 29-30 bambini: "classi-pollaio" dicono i genitori che già erano stati protagonisti di un ricorso, poi vinto, al Tar della Toscana contro le aule troppo affollate e nelle quali diventa difficile seguire i piccoli.
Certa, invece, che la costituzione di classi numerose non c'entri è il sindaco Lucia baracchini, che è dirigente scolastico in un altro comune: "La bocciatura è un modo di garantire requisiti essenziali allo svolgimento di un percorso scolastico corretto, senza dimenticare che la priorità della scuola è il bambino e la sua istruzione".
Dello stesso parere il dirigente scolastico Angelo Ferdani: "Per il loro bene e seguendo una normativa ministeriale che lo prevede, le insegnanti hanno scelto all'unanimità di far ripetere loro l'anno, può succedere che per immaturità gli alunni abbiano bisogno di più tempo per apprendere. Siamo stati molto combattuti e ci dispiace - ha aggiunto il dirigente scolastico - ma io stesso ho fatto visita alla classe e seguito i bambini in alcune prove. Non sono capaci di scrivere una frase minima sotto dettatura".
E per quanto riguarda il piccolo disabile? "La decisione - spiega - è stata presa da un gruppo di esperti". E gli stranieri? "Non è stata la poco conoscenza della lingua italiana ad essere di intralcio all'apprendimento. In alcuni casi si tratta di bambini iscritti alle elementari un anno prima degli altri". Ma i genitori restano comunque sul piede di guerra e sostengono che "quasi il 10% è stato bocciato visto che le due classi in questione sono di 29 e 30 alunni. La sentenza del Tar dello scorso 30 maggio aveva dimostrato che i genitori avevano diritto ad un classe in più".
IL MINISTERO
Il ministero della Pubblica istruzione "sta facendo delle verifiche e naturalmente opererà nel migliore dei modi". Lo ha dichiarato il ministro Francesco Profumo, a margine della Giornata nazionale dell'innovazione, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla bocciatura di 5 bambini di prima elementare nella scuola di Pontremoli. Alla domanda se non si sia trattato di un fatto un po' strano il ministro ha risposto: "certo, ma stiamo facendo le verifiche".