BARI - Venti
assunzioni a tempo indeterminato imposte dai giudici, a cui faranno
seguito però altrettanti licenziamenti. Nelle scuole si scatena la
guerra fra poveri. A dare la notizia di un disastro annunciato è l’Ugl.
Spiega Vincenzo Abbrescia, segretario del sindacato barese: «Il
ministero dell’Istruzione rispetta le sentenze dei giudici del lavoro e
si avvia a stabilizzare i precari con oltre 36 mesi di servizio. Ma per
poterlo fare licenzia altri lavoratori a tempo indeterminato. Ormai non
c’è più la certezza del posto fisso». Quello che sta accadendo a una
ventina fra docenti, ausiliari, tecnici e amministrativi (personale
Ata), che dopo anni di supplenze hanno conquistato l’immissione in
ruolo ma che improvvisamente perderanno il diritto acquisito, ha
dell’incredibile. Sono passate in giudicato, e per questo sono
diventate esecutive, le sentenze che hanno dato ragione a un gruppo di
precari, che si sono rivolti alla magistratura per ottenere
l’assunzione. Si tratta di insegnanti, bidelli e personale di
segreteria che, dopo essere stati costretti a migrare da un istituto
all’altro per anni, hanno presentato un ricorso. E alla fine hanno
vinto. Il problema è che a farne le spese saranno i loro colleghi,
vittime inconsapevoli del sistema. L’Ufficio scolastico regionale ha
dato l’incarico al Provveditorato di far partire le lettere di
licenziamento. «Abbiamo avviato le procedure - conferma il dirigente
Mario Trifiletti - perché abbiamo l’obbligo di dare seguito alle
sentenze. Gli interessati stanno ricevendo gli avvisi di avvio del
procedimento». Il meccanismo certamente alimenterà altre battaglie
legali. Perchè, per far posto a chi ha spuntato l’assunzione chiedendo
aiuto alla magistratura, saranno mandati a casa altri lavoratori che
hanno alle spalle, pure loro, una lunga carriera di supplenti. Lo dice
il ministero: c’è il divieto di assumere personale con contratto a
tempo indeterminato superando il contingente autorizzato annualmente
dal ministero dell’Economia. Che non è disposto a pagare due stipendi
per un medesimo incarico o per una stessa cattedra. «Saranno
penalizzati - dice Abbrescia - gli ultimi immessi in ruolo appartenenti
agli stessi profili professionali dei precari che hanno vinto i ricorsi
per la stabilizzazione. Se da un lato siamo soddisfatti per le nuove
assunzioni decise dalla magistratura a beneficio dei precari della
scuola con oltre 36 mesi di servizio, dall’altro siamo preoccupati per
le drammatiche conseguenze». Secondo l’Ugl, questo sarebbe il primo
caso in Italia di licenziamento di lavoratori statali a tempo
indeterminato, senza che questi abbiano presentato titoli falsi o
dichiarazioni mendaci, o peggio ancora compiuto gesti in violazione di
leggi. Licenziati solo per far spazio ad altri colleghi. Conclude
Abbrescia: «Vogliamo difendere con procedimenti cautelari d’urgenza i
lavoratori colpiti da questi provvedimenti. Al tempo stesso per tutto
il mese continueremo a raccogliere ulteriori adesioni per i ricorsi
delle stabilizzazioni». Per informazioni chiamare il numero
348/366.09.11. C’è tempo fino al 28 marzo.
Antonella Fanizzi
www.lagazzettadelmezzogiorno.it