Il decreto scuola
approvato dalla Camera giovedì porta in dote 85mila nuovi posti di
lavoro: 69mila destinati a docenti, 16mila riservati al personale
tecnico-amministrativo.
Si tratta di assunzioni che saranno spalmate sul triennio 2014-2016,
tenendo conto – come è scritto nell'articolo 15 del decreto – «dei
posti vacanti e disponibili in ciascun anno». La metà dei nuovi docenti
verrà scelta fra i vincitori del "concorsone" e dei concorsi precedenti
e l'altra metà fra i precari presenti nelle graduatorie a esaurimento.
Il piano triennale rappresenta la prosecuzione di un analogo intervento
disposto per il 2011-2013 con il decreto legge 70/2011. Tra i quasi
70mila nuovi docenti ci saranno anche 26mila insegnanti di sostegno
(12mila nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria e 14mila in
quella secondaria di I e II grado). E proprio a proposito del sostegno,
il provvedimento che passa ora al Senato, modifica la percentuale dei
posti dedicati: per l'anno scolastico 2013/2014 la dotazione organica
di diritto relativa ai docenti di sostegno deve essere pari al 75%
(prima era al 70%) del numero dei posti di sostegno attivati nel
2006/2007. Nel prossimo anno scolastico la percentuale salirà al 90% e
arriverà al 100% a decorrere dall'anno scolastico 2015/2016. Dal
prossimo anno scolastico il riparto dei docenti di sostegno sarà,
inoltre, distribuito in maniera equa a livello regionale. «Con
l'assunzione dei 26mila docenti di sostegno – spiega una nota del
Consiglio dei ministri – si darà una risposta stabile a più di 52mila
alunni oggi assistiti da insegnanti che cambiavano da un anno
all'altro». Un'altra misura introdotta dal decreto scuola e che
riguarda gli insegnanti di sostegno è quella relativa all'unificazione
delle quattro aree disciplinari delle attività di sostegno nella scuola
secondaria di secondo grado (area scientifica, area umanistica, area
psicomotoria ed area tecnica, professionale e artistica). Per gli
insegnanti arriva anche un'altra importante novità: il periodo di
servizio necessario per la richiesta di trasferimento in un'altra
provincia si riduce da cinque a tre anni: in questo modo sarà più
veloce riavvicinarsi alla propria provincia per chi, pur di ottenere
una cattedra, ha accettato trasferimenti in altre città. Prima delle
modifiche apportate dall'articolo 9 del Dl 70/2011 – che aveva
innalzato il periodo minimo a cinque anni – i docenti di ruolo non
potevano chiedere il trasferimento ad altra sede nella stessa provincia
prima di due anni e in altra provincia prima di tre. Cambia anche la
procedura per il reclutamento dei dirigenti scolastici: d'ora in poi
sarà effettuato attraverso un corso-concorso selettivo di formazione
bandito annualmente dalla Scuola nazionale dell'amministrazione. Le
graduatorie del concorso bandito nel 2011 resteranno valide fino
all'assunzione di tutti i vincitori e idonei, che dovrà avvenire prima
dell'indizione del nuovo corso-concorso. Tra le modifiche apportate
durante l'esame parlamentare c'è anche quella relativa all'insegnamento
obbligatorio della lingua inglese nelle scuole dell'infanzia:
l'emendamento era stato presentato dal Movimento 5 Stelle.
Francesca Milano
Ilsole24ore.com