Verona,
20 novembre 2014 - È aumentato nell’anno scolastico 2013/14 per
istituti tecnici e licei il numero dei percorsi di alternanza
scuola-lavoro, come anche è cresciuto in misura rilevante il
coinvolgimento delle imprese. Questi i dati senz’altro più
significativi emersi dal monitoraggio sull’alternanza realizzato
dall’Istituto nazionale di Documentazione, innovazione e ricerca
educativa (Indire) per conto del Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca (Miur), i cui risultati sono stati
presentati in anteprima oggi a Verona nella giornata di apertura di
JOB&Orienta, il salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la
formazione e il lavoro sino a sabato 22 novembre in Fiera.
Dati che arrivano a neppure una settimana dalla conclusione delle
consultazioni online lanciate dal Ministero dell’Istruzione e rivolte a
tutti gli italiani sulla proposta di riforma scolastica del Governo
Renzi “La buona scuola”, che vede fra i punti del piano un maggior
raccordo fra mondo della scuola e del lavoro. Il dibattito in rete ha
fatto emergere come apprezzata proprio la proposta dell’alternanza
scuola-lavoro obbligatoria per almeno 200 ore l’anno negli ultimi tre
anni degli istituti tecnici e professionali, assieme al rafforzamento
delle esperienze di inserimento degli studenti in contesti
imprenditoriali legati all’artigianato e alla diffusione delle
esperienze di apprendistato sperimentale (https://labuonascuola.gov.it/dibattiti/mostra/conclusioni/557/).
L’alternanza scuola-lavoro è una metodologia didattica, introdotta in
Italia dal decreto legislativo n. 77/2005, fondata sulla partnership
fra scuola e attori del territorio, che riserva agli alunni del secondo
ciclo di istruzione dai 15 ai 18 anni la possibilità di realizzare il
proprio percorso formativo alternando, appunto, periodi di studio e di
lavoro permettendo loro di orientarsi e di acquisire competenze
spendibili sul mercato. Secondo il monitoraggio Indire, nell’anno
scolastico 2013/2014 il 43,5% delle scuole secondarie di secondo grado
ha utilizzato questa modalità: 2.361 (sul totale di 5.403), di cui il
43,4% sono istituti professionali, il 37,3% tecnici, il 13,3% licei e
il restante 6,1% appartiene ad altri ordini di studio. I 10.279
percorsi hanno coinvolto 210.506 (pari al 10,7% degli alunni delle
scuole secondarie di secondo grado) e sono stati realizzati come sempre
per la maggior parte (5.956 pari al 57,9%) negli istituti
professionali, anche se i percorsi di alternanza realizzati negli
istituti tecnici (3.056 pari al 29,7%) e nei licei (1.223 pari al
11,9%) sono appunto in crescita rispetto allo scorso, registrando un
aumento rispettivamente del 19,6% e del 35,4%. Ẻ però guardando
alle 126.003 strutture ospitanti che emerge forse il trend più
rilevante: di queste, infatti, 55.154 (43,8%) sono imprese, per un
21,6% in più rispetto allo scorso anno scolastico.
Una risposta del sistema produttivo particolarmente importante, se
considerata alla luce della necessità di sostenere la formazione
scolastica nello sviluppo di competenze maggiormente rispondenti alle
esigenze delle imprese. Un bisogno emerso in tutta la sua urgenza in
questa prima giornata di Job, anche dalla lettura in anteprima del
Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro
sulle figure professionali ricercate e i titolo più spendibili: pure in
questo 2014 così pesante per il mercato del lavoro – dicono i dati di
Unioncamere -, le imprese delle industrie e dei servizi segnalano
qualche difficoltà nell’individuare i candidati giusti per alcuni
profili cercati, e questo significa che occorre saldare il ponte fra
mondo dell’istruzione e del lavoro, potenziando in particolar modo i
percorsi di alternanza che consentono ai giovani di fare una prima
esperienza lavorativa.
Come nel caso dei ragazzi del liceo classico Foscarini di Venezia,
diventati guide museali nell’ambito del Progetto MUSA: formati dal
personale degli enti e dei musei di Venezia, hanno ora in programma
traduzioni in lingua, promozione sui social network e creazione di
eventi o percorsi innovativi. E poi gli studenti dell’indirizzo design
orafo del liceo artistico Degni di Torre del Greco (Napoli) che in
alternanza hanno contribuito alla produzione di cammei in due aziende
partner: incisione, taglio, incastonatura delle pietre ma anche
assemblaggio e confezionamento. Alla creazione di un gres porcellanato
che riproduce le pietre naturali si sono dedicati, invece, gli alunni
di quinta dell’indirizzo ceramico dell’Ipsia don Magnagni di Sassuolo
(Modena), in occasione del 25° anniversario della caduta del muro di
Berlino, lavorando assieme a un laboratorio tecnologico e ad aziende
produttrici di materie prime e smalti. Un celerifero, ovvero un
prototipo di velocipede elettrico (mobilità leggera, zero emissioni) su
tre ruote ispirato ai più tradizionali sidecar, è invece il risultato
del percorso di alternanza degli studenti dell’istituto tecnico
professionale A. Ferrari di Maranello (Modena), che ha coinvolto cinque
aziende del territorio oltre a un comune della provincia.
Numerosi gli studenti dell’Itis Castelli di Brescia coinvolti nel
percorso di automazione industriale (robot) svolto in alternanza con le
imprese del territorio.
Capofila del polo tecnico-professionale artessile di Como, e al centro
di una fitta trama di relazioni con le aziende del distretto tessile
comasco, è l’Isis di Setificio Paolo Carcano di Como: prevista
nell’offerta formativa scolastica da tre anni, l’alternanza scuola
lavoro ha inserito nel solo 2014 371 studenti presso 220 aziende.
Fra le esperienza più innovative, Enel ha avviato in alcuni istituti
tecnici industriali (elettrotecnici) un progetto pilota di alternanza e
formazione professionale che si concretizza in un nuovo modello di
apprendistato in forma di alternanza per tecnici operativi; sette le
regioni coinvolte (Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio,
Campania e Puglia) per questo percorso definito da un protocollo
d’intesa sottoscritto tra Ministero dell’Istruzione, ministero del
Lavoro, Regioni ed Enel.
«I dati sull'alternanza sono incoraggianti, si va diffondendo la
“cultura” dell'alternanza. E il muro ideologico che ha sempre frenato
l'apertura delle scuole al mondo del lavoro si sta piano piano
sgretolando – commenta Gabriele Toccafondi, sottosegretario di stato
del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che
puntualizza –: Adesso come Governo vogliamo allargare questa pratica, e
portare a 200 ore negli ultimi tre anni l'attività di alternanza dei
nostri ragazzi. Sono i ragazzi che ce lo chiedono. La nostra scuola
deve essere un mix efficace di sapere e saper fare, e deve essere
aperta alla realtà e al mondo produttivo».
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