Il
giovane sindacato, con Confedir, aveva presentato, anche stavolta in
solitudine, formale richiesta all’Aran per includere il personale non
di ruolo tra l’elettorato “passivo”: decisivo quanto stabilito due
giorni fa dai giudici di Lussemburgo, ma anche la precedente sentenza
della Corte Europea Association dé mediation 2014. Anche le altre
organizzazioni sindacali ne hanno preso atto.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): ora serve una norma che garantisca
a trecentosessanta gradi la parità di trattamento tra lavoratori di
ruolo e supplenti: in modo che non vi siano più differenze sul calcolo
delle ferie, dei permessi, delle malattie e altro. Inoltre si
collocherebbero i precari negli organici di diritto, con un recupero
del 15 per cento dei distacchi sindacali ormai ridotti all’osso.
A sole quarantott’ore di distanza dalla storica sentenza della Corte di
giustizia europea, che ha bocciato definitivamente il principio di
discriminazione tra il personale di ruolo e precario della scuola,
assistiamo al primo effetto positivo sul trattamento dei supplenti: la
rivista specializzata ‘Orizzonte Scuola’ annuncia che “anche i precari
si potranno candidare in occasione del prossimo rinnovo delle Rsu della
scuola”, spiegando anche che stiamo assistendo ad una “ulteriore
vittoria” di chi, come l’Anief, ha sempre sostenuto questa causa.
“La notizia – spiega la testata - ci arriva direttamente dall'ARAN,
dove oggi si è svolto un incontro con i sindacati per definire nuove
regole per le elezioni RSU: verrà formalizzata nelle prossime ore o nei
prossimi giorni, noi ve la diamo in anteprima. I sindacati avrebbero
trovato un accordo per quanto riguarda le elezioni RSU, si potranno
candidare i precari, senza distinzione tra 30 giugno e 31 agosto.
Un'altra vittoria per il precariato, dopo la sentenza della Corte di
giustizia europea di giorno 26”. La novità, in pratica, è che nelle
liste dei candidati che si presenteranno negli istituti scolastici dal
14 gennaio al 3 febbraio 2015, potranno essere inclusi anche i
lavoratori precari.
“La decisione presa all’Aran – spiega Marcello Pacifico, presidente
Anief e segretario organizzativo Confedir – di permettere al personale
non di ruolo di essere collocato tra i titolari di elettorato passivo
rappresenta un’importante presa d’atto da parte degli altri sindacati
di come sia mutato in meglio il quadro di collocazione e di trattamenti
del personale precario: l’Anief aveva rivendicato questa posizione un
mese fa, a poche ore dalla firma, sempre all’Aran, del protocollo del
rinnovo delle rappresentanze sindacali della scuola. Nel quale si
annunciavano le modalità che dal 3 al 5 marzo prossimi avrebbero
portato al voto delle nuove Rsu circa un milione di docenti,
amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola”.
“Anche questa volta – continua Pacifico – ci siamo ritrovati soli a
condurre la nostra battaglia di diritti a favore dei precari. Abbiamo
quindi approfondito gli aspetti giuridici, fino a chiedere formalmente
all’Aran ‘che ai fini dell’elettorato passivo possa essere votato anche
il personale a Tempo determinato con incarico annuale o fino al termine
dell’attività didattica nel rispetto delle direttive UE 70/99 e 14/02,
dell’art. 27 della CEDU. Ora, a pochi giorni distanza, tutte le parti,
pubbliche e sindacali, hanno preso atto che non è più possibile
discriminare i precari nei contratti o negli accordi sindacali”.
“Del resto – dice anche il sindcalista Anief-Confedir - non avrebbe
avuto più senso costituirsi nei tribunali italiani per difendere il
personale precario e poi impedire agli stessi lavoratori il pieno
diritto al voto, come riconosciuto dalla direttiva 14/2002 e dalla
sentenza della Corte Europea Association dé mediation 2014. Finalmente,
però anche i sindacati si sono svegliati, dopo la nostra denuncia, a
dieci anni dall'approvazione del decreto legislativo 368 che recepisce
la direttiva 70/1999 sulla parità di trattamento tra personale di ruolo
e a tempo determinato. Proprio come indicato dalla Curia di Lussemburgo
appena due giorni fa”.
Per un giudizio completo sull’accordo Aran-sindacati che dà il via
libera ai precari, l’Anief tuttavia preferisce prima prendere visione
del testo sottoscritto. Non si hanno conferme, ad esempio, sulla
possibilità che tra l’elettorato “attivo” siano presenti anche i
supplenti brevi. Se ciò non dovesse realizzarsi, infatti, il giovane
sindacato conferma che si batterà sino all’ultimo per la loro
inclusione nelle liste degli aventi diritto al voto, sempre nel
rispetto delle direttive UE 70/99 e 14/02, dell’art. 27 della CEDU”.
Il giovane sindacato, però, non si ferma qui. “A questo punto,
chiediamo al Governo e al Parlamento di approvare con celerità una
norma che garantisca una parità di trattamento tra lavoratori di ruolo
e precari a trecentosessanta gradi: in modo che non vi siano più
differenze sul calcolo delle ferie, dei permessi, delle malattie e
altro ancora. Il passaggio successivo sarebbe quello di includere
quindi i precari negli organici di diritto delle scuole. Si
tratta di un passaggio importante, perché, tra l’altro, permetterebbe
di recuperare un buon 15 per cento di distacchi sindacali, oggi –
conclude Pacifico - ridotti all’osso dalle ultime disposizioni imposte
dalla rigida spending review”.
Anief.org