Stipendi al palo.
Riduzione a quattro comparti. Incognita sulla scuola, dove già il
Governo con la riforma ha previsto il finanziamento del merito coi
tagli per 200 milioni al posto del miliardo che avrebbe dovuto sborsare
per pagare gli scatti di stipendio a un milione di lavoratori per gli
ultimi mesi del 2015, dopo la pubblicazione della sentenza della
Consulta sull’illegittimità del blocco contrattuale. Unica possibilità?
Ricorrere in tribunale per sbloccare l’indennità di vacanza
contrattuale e ricevere arretrati, come per le pensioni.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): la recente sentenza della
Corte Costituzionale sulle pensioni, intese come retribuzione
differita, che ha bocciato il mancato adeguamento dei trattamenti
previdenziali al costo della vita deciso dall'esecutivo Monti con il
decreto Salva Italia per il biennio 2012-2013, ha creato uno
spartiacque: d’ora in poi gli stipendi dovranno essere almeno allineati
al costo della vita. Per il passato, però, non rimane che
l’impugnazione.
Per i dipendenti dello Stato, il rinnovo contrattuale, atteso da sei
anni, potrebbe rivelarsi una beffa. Già, perché se l’ultima sentenza
della Consulta, non appena pubblicata, annullerà il blocco dei
contratti, previsto dalla Legge 122/2010 fino al 2012, prorogato dalla
Legge 147/2013 fino al 2014, e ancora dalla Legge 190/2014 fino al
2015, costringendo il Governo a convocare le parti sociali, non ci
saranno comunque più aumenti “a pioggia” per tutti i lavoratori in base
all’anzianità di servizio maturata. Ciò accadrà perché il decreto
legislativo 150/2009, la riforma della Pubblica amministrazione che
viene associata a Renato Brunetta, l’allora ministro della Funzione
pubblica, e la successiva intesa interconfederale, prevedono la
sostituzione del criterio del merito per anzianità con quello per
prestazione individuale all’interno dell’unità aziendale di riferimento.
Quanto appena previsto nel comparto scuola, dove con la riforma di
settore Renzi-Giannini, piuttosto che prevedere aumenti per tutti i
dipendenti, il Governo ha deciso di attribuire al dirigente scolastico
la facoltà di premiare attraverso il salario accessorio chi ritiene più
meritevole; peraltro, adottando criteri definiti dal nucleo di
valutazione e successivamente da conformare alle linee guida
ministeriali. Ora, è il caso di dire, si tratta di una beffa che si
aggiunge a quella del mancato recupero delle somme non percepite
illegittimamente, sempre per via dei mancati aumenti minimi stipendiali.
“Ad oggi – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario
organizzativo Confedir e confederale Cisal - l’unica possibilità per
vedere in busta paga gli aumenti rimane quella del ricorso in
Tribunale. Per ottenere dal giudice quel diritto allo stipendio equo,
almeno pari all’inflazione, che il legislatore continua a negare:
quindi, per chiedere quanto costituzionalmente previsto a proposito del
pagamento di uno stipendio dignitoso rispetto all’opera professionale
profusa, attraverso almeno il ritorno dell’erogazione di
quell’indennità di vacanza contrattuale che è legata all’aumento del
costo della vita. Ma che, attraverso una serie di meccanismi e
dispositivi normativi, è stata bloccata dai vari ultimi Governi ai
valori del 2008 sino addirittura al 2018”.
“Ma non solo. Perché il Governo, attraverso il DEF, su questo tema ha
già promesso che darà appena 5 euro in più al mese a partire dal 2019.
La via dell’impugnazione, per chi intende ottenere giustizia, è quindi
inevitabile. L’ultima sentenza della Corte Costituzionale sulle
pensioni, intese come retribuzione differita, che ha bocciato il
mancato adeguamento dei trattamenti previdenziali al costo della vita
deciso dall'esecutivo Monti con il decreto Salva Italia per il biennio
2012-2013, ha creato uno spartiacque: d’ora in poi gli stipendi
dovranno essere almeno allineati al costo della vita. Per il passato,
però, non rimane che l’impugnazione: lo conferma la “toppa”, l’una
tantum da 750 a 278 euro di arretrati, messa pochi giorni fa dal
Governo Renzi. Ecco perché il sindacato – conclude il rappresentante
Anief-Confedir-Cisal - ribadisce la necessità di rivolgersi al giudice
ed ottenere finalmente il denaro maltolto”.
Per tutti i dipendenti della scuola che intendono ricorrere per
recuperare lo stipendio almeno ai livelli del costo della vita,
recuperano le somme non assegnate dal 2008, è stata predisposta dal
sindacato autonomo una apposita sezione informativa e di adesioni.
Anief.org