Mancano
pochi giorni al Santo Natale ma per i precari storici della
scuola italiana, sotto l'albero, non ci saranno che i "pacchi" che
questo Governo ha confezionato con tanta cura. Una parte di noi,
"veri" precari, è rimasta esclusa dal piano straordinario di assunzioni
che, secondo le favole raccontate al Paese dal Governo Renzi, avrebbe
dovuto azzerare il precariato scolastico, favole che hanno mistificato
la realtà persino nei confronti dell'Europa, che ha ritirato la
procedura di infrazione contro lo sfruttamento del precariato,
"abboccando" ai piani di stabilizzazione del Governo.
Ma diverse decine di docenti precari anche quest'anno stanno lavorando
nelle scuole di ogni angolo del Paese, visto che il Governo ha dovuto
assumerli per garantire il regolare servizio scolastico dalle
graduatorie d'istituto, quelle graduatorie non contemplate dal piano di
assunzioni straordinario perché, secondo il MIUR, sono composte da
docenti che "devono essere valutati" prima di poter insegnare.
Peccato però che in classe, tutti i giorni, da settembre, questi
precari ci siano ritornati, in un balletto di nomine e rinomine, dovuto
al fatto che l'amministrazione, incapace persino di condurre procedure
di aggiornamento in tempi decenti, non ha voluto attribuire incarichi a
tempo indeterminato in considerazione del reale fabbisogno delle scuole
a chi, pur in presenza di titoli e servizio pluriennale, non era nelle
famigerate GAE. E in servizio, questi precari a "tempo indeterminato"
ci sono senza nemmeno percepire lo stipendio, primo "regalo" del
Governo, perché la copertura economica tanto millantata dall'esecutivo,
è stata come una coperta corta, insufficiente a garantire che il
sistema scolastico funzioni, a partire dalla retribuzione di chi lo
mantiene in piedi.
Ma di pacchetti da scartare i precari ne avranno altri, probabilmente,
a sorpresa, come l'inutile e costoso concorso, riservato ai precari
suddetti, a chi, quindi, è già stato ampiamente oggetto di esami e di
valutazioni, come i docenti abilitati di II fascia. Abilitati al pari
dei loro colleghi assunti a tempo indeterminato solo con procedure
diverse, perché diverse sono le leggi che, stratificandosi in oltre
dieci anni di fantasiosi ed "epocali" cambiamenti, hanno definito
i percorsi abilitanti. E questo concorso inutile, che servirà solo a
falcidiare persone e a filtrare solo una parte di precari, sarà svolto
mentre i docenti sono in servizio, a pieno titolo, per tutto l'anno
scolastico in corso, svolgendo quelle mansioni per cui saranno
valutati. Lavorare senza stipendio e prepararsi per un concorso su temi
e metodi già oggetto di numerose prove ed esami, per continuare a fare
ciò che si sta già facendo: il docente. E' decisamente paradossale e
vergognoso!
Scartando ancora, arriviamo al "pacco" per i docenti della III fascia,
che come i colleghi appena citati, svolgono il loro servizio, anch'essi
in maggioranza senza stipendio da settembre, a pieno titolo e con piena
responsabilità. Questi docenti però non potranno nemmeno partecipare al
concorso, che li dovrebbe selezionare per svolgere il lavoro che
svolgono già, ma il concorso è loro precluso e si trovano a mendicare
un percorso abilitante riservato, senza sbarramento, in virtù del
servizio prestato. Non è eccessivo parlare di elemosina, se il MIUR
dovesse decidere di disporre nuovi PAS, chiesti da più di un anno dai
docenti con oltre tre anni di servizio, corsi a pagamento che, forse,
potrebbero aprire le porte di un prossimo concorso. Forse, perché in
Italia, da oltre dieci anni, ognuno cambia le carte in tavola con una
superficialità che lascia disarmati. Nei mesi passati, un richiamo alla
razionalità e al buon senso è stato fatto da tutti i rappresentanti
delle associazioni e dei gruppi di precari che, in virtù delle
discriminazioni subite, si sono aggregati ricercando convergenze sempre
più proficue, a dispetto delle diversificazioni che la politica ha
utilizzato talvolta in maniera strumentale, per aumentare spaccature e
conflittualità. Ma le nostre suppliche, non hanno fatto altro che
aumentare l'arroganza e la vanità di molti dei politici contattati che
sembra non abbiano altra ambizione che esercitare il loro potere senza
preoccuparsi se si calpestano prìncipi costituzionali, equità e diritti.
Basta mendicare attenzione e considerazione! Noi precari delle
graduatorie d'istituto, sebbene il Governo creda di aver vinto la
partita con l'approvazione della legge 107, daremo una bella stoccata
al MIUR e poiché la stessa legge 107 è già stata disattesa, a partire
dalla data del concorso e della promessa di curare la scuola dalla
"supplentite", crediamo si possa ancora e si debba correggere il tiro.
E lo faremo senza bussare porta a porta, ma mobilitandoci, già subito
dopo le feste, per dimostrare al Paese che più di qualcosa non va nella
riforma del sistema scolastico, a partire dalla grave discriminazione
subita dei docenti delle graduatorie d'istituto, dal mancato pagamento
degli stipendi, dal bando di un concorso inutile, umiliante e che serve
a stabilizzare i precari non subito, come l'Europa aveva imposto ma nel
prossimo triennio, in modo da poterli fruttare ancora per un pochino.
Valeria Bruccola
adida.associazione@gmail.com