Arriva lo
sbarramento per gli studenti disabili alle prese con l’esame di terza
media: «licenziarsi» non sarà più così semplice come in passato per i
circa 70 mila studenti con handicap che frequentano le scuole
secondarie di primo grado. Sul piede di guerra 68 associazioni a tutela
dei disabili e centinaia di insegnanti di sostegno: «Un colpo basso
all’inclusione». Il nodo sta in due parole contenute nello schema del
nuovo decreto sulla valutazione, che ora è al vaglio delle Commissioni
parlamentari, e che introduce il concetto di «prove equipollenti». Come
si legge nel testo, «agli alunni con disabilità per i quali sono state
predisposte dalla sottocommissione prove non equipollenti a quelle
ordinarie, viene rilasciato un attestato di credito formativo», si
legge nel testo. Viene dunque abolita la possibilità agli alunni con
disabilità di conseguire il diploma di licenza media sostenendo prove
differenziate e introdotto il concetto di equipollenza, finora valido
solo nella scuola secondaria di secondo grado. «Di fatto, si elimina la
possibilità, per disabili intellettivi, autistici e pluri minorati, di
conseguire il diploma», sintetizza Flavio Fogarolo, componente della
gruppo scuola della Fish Veneto (Federazione italiana per il
superamento dell’handicap).
Le prove differenziate
Le prove differenziate, nello schema del nuovo decreto, sono sì
previste, ma «hanno valore ai fini del superamento dell’esame e del
conseguimento del diploma finale» solo se «equipollenti a quelle
ordinarie». Spiega bene il concetto l’avvocato Chiara Garacci, che
tutela diverse associazioni: «Con la normativa antecedente tutti i
ragazzi disabili potevano avere prove differenziate, anche facilitate,
per raggiungere l’obiettivo della licenza. Ora le prove potranno essere
differenziate solo in senso metodologico, ad esempio testi in Braille
per i ciechi, ma non dal punto di vista didattico». In caso contrario,
agli studenti con handicap verrà rilasciato un attestato che gli
permetterà sì di frequentare la scuola secondaria di secondo grado ma
chiaramente senza avere alcuna chance di diplomarsi a tutti gli
effetti: «La programmazione per loro era finora identica a quella degli
studenti normodotati, ma procedeva per obiettivi minimi: ora invece
rischiano di seguire un percorso di formazione di livello inferiore».
«Non sono pietre miliari»
In sostanza viene modificato il principio del DPR 122/09, che invece
vedeva l’esame di primo ciclo per i disabili come la conclusione di un
percorso di formazione che l’alunno con disabilità ha seguito in modo
personalizzato. «Ormai da oltre vent’anni i ragazzi con disabilità che
sono in grado di sostenere una prova d’esame, anche se adattata alle
loro capacità, conseguono un regolare diploma- spiega Fogarolo – Invece
così viene modificata radicalmente la stessa filosofia
dell’inclusione». Il risultato? «Ciechi, Down, e molte altre categorie
di disabili che fino ad oggi potevano trovare un lavoro facilmente,
grazie alla licenza media, ora resteranno con un attestato che non
serve a nulla- sottolinea Daniela Costabile, insegnante di sostegno dei
Partigiani della Scuola pubblica- Solo un fatto simbolico, che non li
aiuterà ad inserirsi nella società». Ma non tutto è «perduto»: secondo
Simona Flavia Malpezzi, deputata Pd che segue le deleghe sulla scuola,
«le deleghe potranno essere modificate, non sono pietre miliari: la
riflessione è aperta- assicura – e sono previste audizioni di
associazioni, neuropsichiatri, esperti, proprio per valutare tutti gli
aspetti critici».
Valentina Santarpia
Corriere della sera