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Didattica: Riconoscere e certificare le competenze / 3

Redazione
Che cos'è la certificazione
La certificazione è l'atto di attribuzione ai risultati di apprendimento di un valore certo e unico per tutti i soggetti che condividono un sistema di standard di competenza . Per Isfol la certificazione è il "documento ufficiale con cui un'autorità riconosciuta attesta ad un soggetto il possesso di determinate competenze sulla base di determinati standard di riferimento(partecipazione ad un corso, tipo e livello di competenze acquisite, qualità di un prodotto formativo etc). Porta a trasparenza le competenze acquisite". La certificazione non è una mera compilazione, ma rappresenta un'azione complessa tale da richiedere la soddisfazione di diversi criteri tra cui:
a) La comprensibilità del linguaggio che deve riferirsi in forme narrative, e non quindi con linguaggi stereotipati, a locuzioni e sintagmi che consentano ai diversi attori di visualizzare le competenze*;
b) L'attribuibilità delle competenze ad un soggetto con specificazione delle evidenze che consentano di contestualizzare le competenze entro processi reali in cui è coinvolto insieme ad altri attori;
c) La validità dei metodi adottati nella valutazione e validazione delle competenze stesse con specificazione del loro livello di padronanza (Parole chiave della F. P-CNOS)

* - Il linguaggio descrittivo delle competenze deve essere schematico, ma chiaro e comprensibile. La descrizione deve ruotare intorno ad un verbo, all'oggetto che lo specifica e all'ambito di realizzazione. I verbi utilizzabili sono riferibili a diverse tipologie di azione:
a) comportamenti operativi(utilizzare, operare etc);
b) operazioni cognitive (diagnosticare, interpretare, elaborare, affrontare etc);
c) comportamenti relazionali(partecipare, comunicare, etc);
d) attività gestionali (cordinare, gestire, occuparsi di dirigere etc).
(Il libretto formativo del cittadino-Isfol).

Puo' tornare utile tenere presente il seguente prospetto delle attività intellettuali elaborato da G. De Vecchi in "Aider les élèves à apprendre"(1992).
1) Attività di ricognizione:osservare, identificare, distinguere, discriminare;
2) Attività di anticipazione:prevedere, proiettarsi, elaborare ipotesi;
3) Attività di decentramento:cambiare punto di vista, confrontarsi con gli altri, discutere su un problema, valutarsi, co-valutare, giudicare;
4) Attività di analisi:determinare un rapporto di causa ed effetto, cercare elementi chiave, estrarre informazioni di dati disponibili;
5) Attività di sintesi:inferire, elaborare regole, comparare, organizzare;
6) Attività di integrazione:mettere in relazione una nuova conoscenza con un sapere acquisito; memorizzare ciò che è stato costruito; de-costruire per riformulare, applicare, riprodurre, utilizzare;
7) Attività di divergenza:elaborare modelli esplicativi analogici, utilizzare conoscenze apprese in un'altra disciplina, creare;
8) Attività di ricerca:esplorare, provare, sperimentare, cercare modi differenti per raggiungere uno scopo

Nella certificazione sono riassunti i risultati finali, le evidenze. Le ragioni della certificazione non danno per risolti i problemi della valutazione; spingono senza dubbio a trovare un accordo su di essi, ma non a semplificarli. Alla certificazione sottostà una logica di garanzia e di protezione dell'individuo e della collettività. La certificazione è una risposta alla modificazione strutturale dei tempi e dei luoghi dell'apprendimento. Scuola e formazione non si collocano solo in alcune determinate fasi della vita, ma in ogni sua fase, più o meno come avviene con il servizio sanitario. La certificazione mira a descrivere in modo sistemantico le competenze in vario modo acquisite da una persona e a registrarle in un formato condiviso tra i diversi attori del sistema formativo integrato e del mondo del lavoro.

La trasparenza
Legato al tema della certificazione è quello della trasparenza e della leggibilità delle competenze come sua necessaria premessa. La questione del rapporto tra trasparenza, validazione, riconoscimento e certificazione e delle necessarie distinzioni tra questi vari processi è stata al centro della cooperazione europea per diversi anni e ha influenzato le scelte strategiche e le prassi concrete di lavoro. Ha ripreso vigore nel dibattito relativo alla costruzione di un quadro comune e condiviso a livello dello spazio formativo che oggi fa riferimento alla Raccomandazione relativa all'European Qualifications Framework (EQF) e a quella sull'istituzione di un sistema di crediti per l'istruzione e formazione professionale (ECVET).

Non si puo' dimenticare "La Dichiarazione di Copenhagen" dei ministri europei dell'istruzione e formazione professionale e della Commissione Europea, che le ha precedute nel 2002, finalizzata a promuovere la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione, attraverso azioni concrete relative alla trasparenza e al riconoscimento dei crediti. I principi ivi enunciati per la creazione di questo spazio di collaborazione sono:
1) Quadro unico per la trasparenza di competenze e qualifiche;
2) Principi comuni per la validazione dell'apprendimento formale, informale, non formale;
3) Sistema di trasferimento di crediti per l'istruzione e formazione professionale;
4) Principi qualitativi comuni in materia di istruzione e formazione professionale;
5) Orientamento professionale permanente.

Per definire la trasparenza e individuarne le finalità si ritiene opportuno riportare quanto in proposito hanno detto la Di Francesco e ISFOL. "Per trasparenza si intende la qualità in grado di dare visibilità ai saperi ed alle capacità acquisiti dai singoli sia nel rapporto diretto fra domanda e offerta del lavoro, sia come condizione agevolante l'accesso al transito nei sistemi educativi e formativi"(Di Francesco). "La trasparenza delle competenze, dei titoli e delle qualifiche è il veicolo attraverso cui il patrimonio cognitivo posseduto dal singolo puo' essere riconoscibile, valutabile, certificabile. E' lo strumento che permette la capitalizzazione dei saperi e la mobilità del cittadino tra sistemi e tra paesi"(ISFOL).

La trasparenza contribuisce alla costruzione della fiducia tra i sistemi formativi, presupposto del riconoscimento delle competenze:su di essa si possono basare concetti di equivalenza dei crediti formativi. Senza trasparenza è difficile l'operazione di riconoscimento e prima ancora quella della certificazione. L'introduzione di sistemi di certificazione e di riconoscimento dei crediti formativi incomincia a far parte delle politiche del lavoro in Europa e ad avere una crescente legittimazione socio-istituzionale. L'Unione Europea sostiene con energia il principio di considerare come cultura ogni apprendimento, qualunque sia il modo in cui viene acquisito e come valorizzazione del soggetto nella società della conoscenza il suo riconoscimento e la sua certificazione.

Nella Raccomandazione del Consiglio del 20 dicembre del 2012 sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale viene detto che "puo' svolgere un ruolo importante nel migliorare l'occupabilità e la mobilità, nonchè nell'accrescere la motivazione per l'apprendimento permanente in particolare nel caso di persone socialmente ed economicamente svantaggiate o meno qualificate" e inoltre che "Puo' fornire un contributo ancor più valido al miglioramento del funzionamento del mercato, alla promozione della mobilità e al rafforzamento della competitività e della crescita economica".

"La valorizzazione delle competenze delle persone; la predisposizione di modalità differenziate di accesso alla formazione e quant'altro la certificazione delle competenze è in grado di realizzare diventano fattori di regolazione e garanzia del modello sociale europeo, perchè la transizione verso la società conoscitiva assicuri un'adeguata inclusione e partecipazione sociale"(G. Di Francesco). Il dialogo e la permeabilità dei vari settori del sistema formativo sono una risorsa al servizio dei diritti della persona. L'accesso generalizzato alla formazione ricorrente ad ogni età è un passaggio cruciale di una politica della formazione che voglia coniugare efficacia economica ed equità.

Europass
Europass è il primo strumento operativo realizzato con riferimento al Quadro unico europeo per la trasparenza delle competenze e delle qualifiche. Si tratta di un port-folio di 5 documenti pensato per facilitare la mobilità geografica e professionale dei cittadini europei mediante la valorizzazione del patrimonio di esperienze e conoscenze teoriche e pratiche acquisite nel tempo . I dispositivi di trasparenza contengono informazioni che si aggiungono a quelle contenute nei titoli ufficiali rilasciati a livello nazionale, rendendone il contenuto più leggibile e più spendibile in ambito professionale e/o di studio. I documenti inclusi all'interno di Europass sono: Europass-curriculum vitae: consente di uniformare la presentazione dei titoli di studio, delle esperienze lavorative (prodotto in autocompilazione); 2)Europass-passaporto delle lingue:accompagna l'individuo nel percorso di apprendimento delle lingue straniere lungo tutto l'arco della vita (prodotto in auto-compilazione); Europass supplemento al diploma:è un documento integrativo del titolo ufficiale conseguito al termine di un corso di studi superiori, fornisce una descrizione della natura del livello del contenuto e degli esiti di tali percorsi; 4)Europass mobilità :é un documento che conferisce trasparenza e visibilità ai periodi di formazione e alle esperienze di apprendisatato all'estero; 5)Europass-supplemento al certificato:è un documento che accompagna e integra il certificato del titolo di diploma di istruzione o formazione professionale e fornisce informazioni riguardo il contenuto del percorso formativo, il livello della qualifica e le competenze acquisite.

A sostegno di questo progetto sono stati istituiti i centri nazionali Europass e il portale Europass. In Italia il ruolo di punto di riferimento nazionale è svolto da ISFOL-Area metodologica della formazione. Europass si colloca insieme ad ECVET come strumento funzionale all'interno della strategia EQF. Il loro raccordo rappresenta l'occasione e lo strumento per dare forma e sostanza ad un sistema di apprendimento europeo. , che ha un ulteriore stimolo nella costituzione del passaporto europeo delle competenze. In questo ambito di problemi non tutto è facile, nè tutto è stato portato a compimento; elementi di criticità si riscontrano per Europass certificate supplement(ECS) e per L'Euorpass Diploma Supplement(EDS).
I due documenti non hanno raggiunto un grado di utilizzo e di applicazione accettabile nel complesso dei paesi europei. C'è una difficoltà e anche una resistenza a collegare il rilascio dei propri titoli e qualifiche a categorie concettuali e a prassi operative diverse dalle proprie o tradizionali. Secondo alcune valutazioni il potenziale di Europass non è ancora emerso nel suo valore e significato e non ha dispiegato i suoi benefici effetti. Non si tratta di adottare formati comuni, ma anche categorie e linguaggi comuni.

Raimondo Giunta








Postato il Venerdì, 12 maggio 2017 ore 08:30:00 CEST di Nuccio Palumbo
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