Multe ridotte
ai minimi per le famiglie “no vax”. Eliminazione della segnalazione dei
genitori recalcitranti alla Procura presso il Tribunale per i minori.
Più spazio al dialogo, con le aziende sanitarie che - in caso di
mancato rispetto dell'obbligo - convocheranno i genitori per «fornire
ulteriori informazioni sulle vaccinazioni e sollecitarne
l'effettuazione». Il disegno di legge 2856 di conversione del decreto
legge 73 - relatrice Patrizia Manassero (Pd) - che istituisce l'obbligo
vaccinale a scuola per bambini e ragazzi da zero a sedici anni, ha
concluso ieri la sua prima settimana di esame in Aula al Senato. Un
avvio lento, cominciato con la bagarre che mercoledì in aula aveva
accompagnato l'intervento della ministra della Salute, Beatrice
Lorenzin. Poi, accantonata anche l'ipotesi fiducia, l'esame è partito.
Drastica la sforbiciata all'impianto sanzionatorio: le multe, che nel
testo originario andavano da 500 a 7.500 euro, in base alla gravità
dell'inosservanza (una o più mancate vaccinazioni), ora - con una
modifica sostenuta da tutti i gruppi parlamentari - oscilleranno in un
range tra 100 e 500 euro. Una sanzione che, malgrado le richieste di
più senatori di ridurre l'obolo a una cifra meramente simbolica - si è
parlato anche di centesimi di euro - è stata mantenuta proprio per
giustificare l'obbligatorietà della norma. Che - lo ricordiamo - la
legge introduce per gli iscritti ad asili nido, materne e superiori.
Ma contrariamente a quanto richiesto da più parti, Regioni incluse,
l'obbligo non riguarderà gli operatori sanitari e scolastici: la
commissione Bilancio del Senato ha respinto, per mancanza di copertura,
l'emendamento (inizialmente approvato dalla Igiene e Sanità),
presentato in questo senso dai senatori di Forza Italia. I quali,
malgrado la riproposizione di più versioni, avallata infine dalla
stessa relatrice, si sono visti respingere anche la proposta di poter
effettuare le vaccinazioni, affidate a medici coadiuvati da infermieri,
nelle farmacie territoriali. Anche qui, l'assenza di copertura - ma
pure la Federazione dei medici si era opposta - ha fatto naufragare la
modifica al testo.
Resta accantonato fino a martedì 18 luglio - quando Palazzo Madama
riprenderà l'esame degli emendamenti con la prospettiva di votare entro
mercoledì 19 luglio gli otto articoli del testo, da inviare alla Camera
per la conversione in legge entro la deadline del 6 agosto - il parere
della commissione Bilancio sull'emendamento a firma M5S (ma presentato
in formulazioni analoghe anche da altri gruppi parlamentari,
maggioranza inclusa). Prescrive la produzione di formulazioni
“monocomponenti” per i vaccini obbligatori: una modifica appesa
innanzitutto all'esito della Relazione tecnica chiesta dalla V
commissione alla Ragioneria generale dello Stato e che, se dovesse
“passare”, consentirebbe agli individui già immunizzati naturalmente di
superare l'obbligo di sottoporsi ai “pacchetti” di somministrazioni
oggi disponibili, tetravalenti ed esavalenti.
Il Senato ha approvato infine - con parere favorevole del Governo e
della relatrice - l'emendamento (forzista) che estende il vincolo ai
minori stranieri non accompagnati. Saranno sottoposti, come i loro
coetanei residenti in Italia, al nuovo pacchetto di dieci profilassi
obbligatorie (nel testo d'ingresso erano dodici) - anti poliomielitica,
anti difterica, anti tetanica, anti epatite B, anti pertosse, anti
Haemophilus influenzae tipo b, anti morbillo, anti rosolia,
anti-parotite, anti varicella - e alle quattro vaccinazioni «ad offerta
attiva e gratuita», su cui era stata già raggiunta, con accordo
by-partisan Pd-Forza Italia, l'intesa in commissione Igiene e Sanità:
cioè anti-meningococco B e C, anti pneumococco e anti rotavirus. Sarà
il ministero della Salute, entro dieci giorni dalla conversione in
legge del decreto e sulla base della verifica dei dati epidemiologici e
delle coperture vaccinali ottenute, a dare indicazioni pratiche alle
Asl per la chiamata attiva su queste quattro profilassi.
Infine, vanno ricordate le altre modifiche al decreto, introdotte già
in XII commissione: l'istituzione dell'Anagrafe vaccinale nazionale -
necessaria ad avere finalmente il polso della situazione su coperture,
epidemiologia ed eventuali emergenze - e la negoziazione obbligatoria
dei prezzi dei vaccini in capo all'Aifa, l'Agenzia nazionale del
farmaco.
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