"La strada che sembra essere stata scelta in Liguria,
così come in Toscana e in altre regioni, di una comunicazione diretta
alle famiglie, appare ragionevole e può sicuramente aiutare i nuclei
familiari e le scuole, semplificando l'applicazione della legge sui
vaccini obbligatori, senza creare problemi nella trasmissione dei dati
sulla salute degli studenti". Lo chiarisce il Garante della privacy,
contattato da AdnKronos Salute sugli aspetti pratici della nuova legge.
La normativa appena approvata prevede che siano i genitori, o chi ha la
patria potestà, a comunicare alle scuole che i bambini da iscrivere
sono in regola con gli obblighi vaccinali. E' stato poi espressamente
indicato dal legislatore che solo dal 2019 si possano introdurre
semplificazioni con eventuali flussi informativi diretti tra Asl e
scuole. "Su questo aspetto - spiega l'Ufficio del Garante - le
amministrazioni e il Garante stesso non possono far altro che
adeguarsi. Sono però possibili soluzioni alternative: le Asl potrebbero
ad esempio inviare direttamente alle famiglie i certificati che poi i
genitori porteranno a scuola, senza aspettare che siano i genitori
stessi a richiederli".
"Nella lettera inviata dalle Asl, sulla base di accordi presi con gli
uffici scolastici o sulla base di direttive nazionali, le stesse Asl -
chiarisce ancora il Garante - potranno ricordare l'obbligo di
presentazione del certificato a scuola e dare istruzioni sulle modalità
con le quali ciò debba avvenire. In questo modo si semplificherebbero
le procedure per famiglie, scuole e amministrazione sanitaria, senza
però violare la normativa sui vaccini e quella sulla privacy".
Garanteprivacy.it