Nel volume presentato a Misterbianco l'autrice utilizza un funzionale espediente narrativo palesato dal sottotitolo: «Lettera a una venusiana sul sessismo». Rivolgendosi ad un'extraterrestre cui raccontare gli usi e costumi del pianeta terra, Graziella Priulla esamina, con dovizia di dati ed esemplificazioni, il concetto di stereotipo e di quello che ne viene definito il figlio naturale: il luogo comune.
Sulla scorta di brani letti con coinvolgimento da Nadia Trovato e sollecitata (quando non pungolata) dalle domande degli intervistatori, la prof.ssa Priulla ha analizzato entrambi i concetti attraverso un ventaglio di punti di vista ed angolazioni: storico, sociale, politico, culturale, linguistico, antropoligico.
Il quadro che si staglia è quello di un mondo attraversato, anzi dominato da 4000 anni a questa parte, dal sessismo inteso come svalutazione di un sesso (quasi sempre quello femminile) e che si traduce in pratiche quotidiane paternalistiche quando non violente, repressive ed offensive. Il progressivo prosciugamento del pensiero e l'inefficiente istruzione scolastica non fanno che dare manforte a questo onnivoro sbilanciamento uomo/donna attraverso un crescente indebolimento della cultura di base, dell'abitudine al senso critico e al discernimento.
Alla presentazione è seguito un partecipato e, a tratti, appassionato dibattito del numeroso ed attento pubblico in sala, come dire: il dialogo ed il confronto, meglio se costruttivamente dialettico, possono cambiare lo status quo. Se ci crediamo. Se lo vogliamo. Tutte e tutti insieme.
Katya Musmeci