Non io
disegno. E’ la mia Mano che disegna , che crea. Essa è quella che non
sa resistere alla vista di un foglio bianco, che reclama subito una
biro una matita un pennello, un gessetto, (non sta tanto a sofisticare
sui mezzi da usare), pur di colmare il vuoto che ha di fronte! Scappa
via da me, libera, senza freni, la mia mano! e s’inventa subito un
volto un paesaggio un percorso una strada una prospettiva. Si anima
così quel bianco vuoto foglio, all’improvviso; si riempie di
immaginaria vita! E spazi lontani s’aprono, e fughe di linee nervose si
incontrano, si intrecciano, e si scontrano, formando monti valli fiumi
dirupi e casolari che prima non c’erano: poi, capita!: un guizzo! Una
sbavatura di mano fuori controllo?
Sì, è un errore! Ma forma un disegno! non previsto! Che meraviglia ! E
le linee riprendono fiato, e entusiasmi nuovi! E si rilanciano e si
sostengono, fiduciose, insieme, ri-creando spazi più grandi, sotto la
guida della Mano che riprende coraggio, impazzita di gioia per i suoi
creativi errori, per le sue improvvise e insospettabili scoperte: nuove
forme vede, e sagome nuove, e occasioni di sviluppo di situazioni che
prima non c’erano; e fiduciosa si torce si corregge si ri-gira si
ri-carica si slancia e riprendere vigore e ispirazione, avanti e
indietro, la Mano, inseguendo probabili sviluppi di prospettive
immaginarie: così, alberi e fiori, e luci e ombre, nascono quasi per
magia e risaltano ad evocare impreviste e imprevedibili forme.
Sovrana su quel foglio, la mia Mano, ora, morbida e lenta domina, per
addolcire sfumate lontananze di sogno illusorie, ora aggressiva, quasi
violenta fino allo spasimo, s’agita per tirar fuori il primo piano di
un sentiero che non vuole aprirsi, una figura umana che non si vuole
allontanare, un armento che vuole pascolare senza farsi notare nel
segreto di un folto fogliame. Instancabile si muove la mia Mano,
curiosa fino allo spasimo ma felice di soddisfare il demone suo innato,
doloroso e puro, del piacere di creare disegnando.
Nuccio Palumbo