Integrazione,
inclusione, valorizzazione delle differenze: finalità che
ogni Buona Scuola non può non perseguire nell'ottica del Mettere al
centro docenti e famiglie con bisogni particolari ed esigenze
culturalmente determinate. Un impegno che l'Istituto Comprensivo
Statale Luigi Capuana si è assunto da tempo e che si estrinseca in una
didattica attenta alle differenze etniche, sostenuta da docenti esperti
e motivati alla valorizzazione di ogni diversità. "Nella nostra
concezione di Buona Scuola dovremmo cercare di desistere dall'adottare
una visione etnocentrica, per mettersi nei panni dello straniero, del
debole - commenta Alessandra Margiotta, docente di Lettere, Storia e
Geografia e coordinatrice della Multiculturalità presso il plesso
scuole medie dell'ICS Capuana - Ecco perché durante le mie lezioni
cerco di mettermi nei panni di chi proviene da Capoverde o dalle
Filippine e cerco di assumere il suo punto di vista etnografico, per
comprendere in che modo agevolarne la didattica".
Una didattica multiculturale attenta al lessico e alla meta-cognizione,
che viene supportata dal territorio, attraverso strette collaborazioni
con strutture adibite alla formazione, come le Università.
"Da quest'anno abbiamo stretto contatti con l'Università degli studi di
Palermo e usufruiamo delle competenze di tirocinanti esperti in L2,
Italiano per stranieri, attivando dei percorsi di alfabetizzazione per
ragazzi con gravi difficoltà linguistiche: i ragazzi vengono accolti in
biblioteca e seguono un programma specifico al fine di sviluppare
competenze metacomunicative attraverso il dialogo, desumendo la regola
dal dialogo, attraverso il metodo deduttivo. Per me è molto importante,
ai fini dell'integrazione e dell'inclusione, che il ragazzo sappia
comunicare e farsi capire: si tratta infatti di alunni molto recettivi,
ma, senza l'utilizzo di espressioni grammaticalmente corrette,
potrebbero sviluppare disagi, dovuti alla difficoltà a farsi capire,
pur comprendendo bene i messaggi a loro rivolti in lingua italiana.
Al di fuori di questo percorso di alfabetizzazione esiste un percorso
di semplificazione del testo, attraverso l'utilizzo di perifrasi e
sinonimi: in questo caso il ragazzo viene aiutato a comprendere il
testo di una materia curriculare, durante lo svolgimento della stessa,
all'interno della classe, al fine di raggiungere il livello A2 di
comprensione europea delle lingue".
Semplificazione del testo, lettura della grammatica, ma anche rilettura
delle tradizioni locali, attraverso l'utilizzo facilitatore delle fiabe
e delle tradizioni gastronomiche locali.
"Una fonte di arricchimento notevole per la classe è rappresentata dal
racconto delle fiabe del proprio paese di origine, diverse naturalmente
da quelle italiane - continua Margiotta - a partire da un genere
letterario, la fiaba, si parla, quindi, di usi e costumi del Paese di
origine o, attraverso l'uso di un testo regolativo, si parla di ricette
tipiche del Paese di origine, eventualmente portando in classe un
piatto tipico cucinato dai ragazzi, confrontandolo con un piatto tipico
realizzato da compagni di altra nazionalità, attivando un confronto
sulle inevitabili diversità culturali e culinarie".
Un confronto continuo culturale, di integrazione, in cui i ragazzi
diventano protagonisti assoluti, anche nell'ottica di contrastare
fenomeni di denigrazione e violenza a danno degli stranieri.
"Nella mia esperienza di docente ho assistito ad atti di derisione nei
confronti di chi, come gli stranieri, presenta uno svantaggio
culturale, per cui l'integrazione diviene momento centrale di contrasto
della violenza tra pari. Peraltro devo dire che, da parte dei nostri
bambini, le provocazioni sono un atto di difesa, per esempio dalla
pelle nera, percepita come qualcosa di negativo, anche se non si
capisce in che senso. In effetti queste provocazioni, nella nostra
Scuola, non sono diffuse, ma le ho notate in altre scuole, in maniera
più estesa".
Accettazione delle differenze, sensibilizzazione da parte della scuola
al rispetto del diverso, integrazione e partecipazione dello straniero
alle attività di classe: azioni portate avanti da una scuola innovativa
che deve connettersi alle famiglie, pur con il rischio di trovare in
esse resistenze, da scalfire, per il benessere dei ragazzi.
"Mi è capitato più volte di trovare situazioni difficili da gestire, in
quanto alcune etnie tendono a scoraggiare l'utilizzo della lingua
italiana (anteponendo l'utilizzo della lingua madre, anche in famiglia)
e la partecipazione stessa alle gite scolastiche: un ostacolo da
superare con il coinvolgimento continuo con le famiglie, oltrepassando
chiusure culturali, sia da parte degli italiani che degli stranieri
stessi, che danneggiano il processo di socializzazione degli alunni.
Perché siamo un unico popolo e dobbiamo convivere come un'unica grande
famiglia, da cui il doppio ruolo degli insegnanti e delle famiglie
stesse nel favorire l'integrazione degli stranieri in classe e nella
scuola".
Un processo di integrazione in costante divenire, che, tra difficoltà
intestine, si proietta nel futuro in direzione di una piena normale
accettazione del diverso all'interno di una società pienamente
multiculturale.
Angela Ganci