Se l'uomo fosse un
burattino in balia dei propri appetiti, sarebbe una bestia piuttosto
che un essere razionale - Per fortuna egli è un animale che sa
controllare gli impulsi istintivi; è la cultura dell'umanesimo
cristiano che lo salva, rendendolo capace di interagire con i suoi
simili in forza della sua intelligenza e della civiltà della parola
"aperta" al dialogo, e sensibile all'ascolto delle ragioni dell'altro.
Si direbbe che l'uomo si ritrova e si scopre tutto nelle le sue azioni
consapevoli e volontarie. Come scrive L. von Mises: "In principio c'era
l'atto [...] Il concetto di uomo è soprattutto il concetto di un essere
che agisce;... di un essere che aggiusta il suo comportamento
deliberatamente", in modo "cosciente e responsabile". Ciò non significa
che l'uomo non possa sbagliare. Errare - si sa - è umano. Ma gli sbagli
sono sempre "personali", cioè imputabili all'"azione individuale ", non
si possono demandare alla società, poiché "la società - afferma sempre
L. von Mises - non esiste che nelle azioni degli individui".
Cultura dell'umanesimo cristiano - dicevamo - perché è stato proprio
questo a privilegiare al massimo il valore della coscienza
dell'individuo, come, anche, a gettare i semi
dell'umanitarismo, della libertà e della uguaglianza fra gli uomini,
che fruttificheranno molti secoli più tardi, mutatis mutandis.
Nuccio Palumbo