“Sei stato, sarai. Sappilo mentre ci
sei”
L’Universo e l’uomo sono il risultato di una complessa, misteriosa,
mirabile interazione e reciprocità tra due mondi: il mondo fisico,
della Veglia, e il mondo metafisico, del Sogno, dell’ideazione, del
pensiero, del sentimento, dell’emozione e dello Spirito.
Il mondo fisico che appare certo e solido, in realtà è un sogno
immaginifico, in quanto esso è in una successione dove il presente
quale attualizzazione del passato, non permane così com’è, ma si
trasforma attimo per attimo per divenire altro o futuro, talché in tale
mirabile progressione la Veglia dell’attimo precedente diventa ricordo,
acquisendo essa stessa la consistenza del sogno o del futuro che
immaginiamo.
È una magia della Coscienza, dell’Infinità in cui la Veglia e il
Sogno, il Passato e il Futuro, si fondono e si integrano a vicenda
nell’armonia, nella bellezza e nell’intelligenza, tutto senziente,
vivente ed intelligente con uno scopo e una finalità.
Pertanto siamo dinanzi a due parti o polarità complementari in
interazione vicendevole tra loro dove la morte non esiste veramente.
Queste due polarità, che caratterizzano il mondo fisico in generale,
sono sostenute e intessute dalla Coscienza, ossia da un pieno
sostanziale o Etere che oggi la fisica denomina “campo punto zero”, che
permea, riempie ed avvolge tutte le cose e i viventi, senza il quale il
vuoto o il nulla sarebbe supremo, sicché ogni cosa ed essere sarebbero
privi di vita, senza significato e nell’oblio.
Ciò risulta chiaramente persino nella teoria limitata della relatività
ristretta, dove il tempo è considerato la 4a dimensione, sulla stessa
base delle tre dimensioni dello spazio (lunghezza, larghezza e
profondità), dove lo spazio - tempo appare come una sorta di carta
quadridimensionale, sulla quale si ha lo svolgersi degli eventi e tutta
la storia, col passato, il presente e il futuro dell’universo.
Il futuro, quantunque abbia in sé molte variabili, è in un certo senso
già presente, solo in attesa che la Coscienza lo illumini e quindi
dipende da essa, ossia dipende da noi.
Naturalmente tutto questo, che pare più che un’evidenza, corrisponde
all’Etere che tutto racchiude e riempie, quale fondamento degli
Elementi della Natura di Empedocle (Terra, Acqua, Fuoco e Aria), delle
particelle elementari, degli atomi, delle molecole e degli stati della
materia (Solido, Liquido, Aeriforme e Plasma), postulato nell’antichità
e da Cartesio.
Tuttavia l’Etere trova un rifiuto nella scienza attuale, in particolare
nelle teorie della relatività generale (accelerazione e gravità) e
ristretta (rapporti dinamici fra oggetti che si muovono di moto
rettilineo uniforme) di Einstein, con le quali, con confusione e senza
certezza alcuna, l’Etere viene considerato superfluo dallo stesso
autore, affermandosi il limite insuperabile della velocità della luce
(299 792,458 km/s) e l’esistenza del vuoto tra tutte le cose,
quando perfino nei nucleoni (protone e neutrone) si riscontra una
velocità di 1,41 volte superiore di quella della luce.
In realtà la velocità della luce non è costante e non è un limite, ma
variabile secondo il mezzo di riferimento, tant’è che in alcuni
esperimenti del CNR è stato osservato come delle radiazioni di gruppo
(fascio di Bessel) abbiano raggiunto persino una velocità superiore del
25% di quella della luce, mentre riguardo il vuoto è da dire che senza
un mezzo la luce non potrebbe diffondersi nello spazio e il firmamento
scomparirebbe.
Inoltre nel caso particolare e secondo Marco Todeschini, che con i suoi
studi riconduce tutti i fenomeni del mondo fisico – meccanici,
elettromagnetici, elettrodeboli, nucleari – al movimento e all’urto tra
le masse all’interno di un movimento eterno e vorticoso dell’Etere, la
corrente di Etere che trascina la Terra a velocità V, trascina anche
l’onda prodotta nel fluido, che si identifica con quella della luce.
In tal modo la velocità risultante W di tale onda rispetto a un sistema
ancorato al Sole viene data dalla somma delle due velocità: W = V + c,
il che supera la velocità della luce.
James Clerk Maxwell nel 1878 nell’enciclopedia britannica postula
l’Etere come mezzo di propagazione delle onde elettromagnetiche
trasversali, in quanto non esistono dubbi che gli spazi planetari e
interplanetari non siano affatto vuoti, così come modernamente è
confermato col bosone di Higgs.
Ne consegue che le teorie della relatività sono contraddittorie, ossia
non sono verificate, né convalidate in modo accurato dall’esperienza,
né comunque costituiscono certezze assolute, ma ipotesi e la velocità
della luce è verosimile che non sia una costante universale
insuperabile.
In definitiva è possibile che Einstein, limitandosi nello studio solo
agli effetti nel mondo fisico ed escludendo l’Etere e l’azione
immanente della psiche, sia incorso in degli errori nella formulazione
delle sue teorie che appaiono come il frutto di una manipolazione di
dati e di formule, che però adesso una volta convalidati dalla comunità
scientifica sono degli ostacoli all’evoluzione ulteriore delle
conoscenze.
Nicola Tesla in proposito della relatività asseriva:
“La teoria della relatività è come un mendicante vestito di color
porpora che la gente ignorante scambia per un re….., i suoi esponenti
sono uomini brillanti, ma sono metafisici, più che fisici…..”
In altri termini i fenomeni del mondo fisico avvengono nell’ambito di
complesse interazioni e reciprocità tra due piani, fisico e metafisico,
che sembrano realizzarsi nella continuità ed unitarietà degli eventi,
in un pieno, cioè non si svolgono nella separazione tra un pieno o
materia e un vuoto o nulla, né tantomeno in un tempo lineare, che dal
passato va al presente e poi al futuro.
Cartesio chiarisce meglio e afferma che l’Universo non ha il vuoto, che
considera un’assurdità scientifica, ma è un pieno dinamico e
vorticante, ossia l’insieme di una res cogitans e di una res extensa:
due parti in interazione tra loro composte da una realtà psichica,
psiche o Anima, libera e consapevole e da una realtà fisica, estesa,
limitata e inconsapevole, che verosimilmente è l’Etere pieno di
splendore, che tutto anima e racchiude e da cui sgorgano gli Elementi
della Natura di Empedocle, gli atomi e le molecole, in modo che ogni
cosa prenda vita e forma propria.
In particolare, secondo Marco Todeschini che è aderente alle idee di
Cartesio, l’Etere è lo spazio fluido inerziale e tutte le energie
deriverebbero da vortici o dal movimento e dall’urto tra le masse in
tale mezzo, che avrebbe una densità di 1020 inferiore all’acqua.
Si tratta della Spaziodinamica e della Psicobiofisica al fine di
rapportare tutti i moti della materia all’Etere e alla Psiche, in
quanto qualunque moto accade in uno spazio fluido o Etere che è mosso
dal Divino, ed è proprio tale fluido universale a determinare dei
vortici e i movimenti che avvengono in tutti i corpi esistenti, dalle
particelle elementari, all’atomo e sino ad arrivare ai più grandi corpi
celesti.
In più, riguardo l’esistenza dell’Etere, sono da citare due esperimenti
fondamentali compiuti con delle apparecchiature ottiche: nel 1725 James
Bradley osserva una deviazione angolare di 20’’ che si inverte ogni sei
mesi in tutte le stelle, dove la rifrazione della luce non è modificata
in un movimento rispetto all’Etere, mentre nel 1881 Albert Michelson
compie un ulteriore e famoso esperimento per rilevare gli effetti
dell’interazione di una massa sull’Etere.
Entrambi gli esperimenti, a dispetto di quanto viene riportato in
letteratura, non sono in contrasto tra loro, né tantomeno sono a
sfavore dell’Etere, bensì convalidano sia l’esistenza dell’Etere e sia
una corrente di tale mezzo fluido, avente una velocità di 30 km/sec,
che spinge effettivamente la Terra ad effettuare le sue rivoluzioni
attorno al Sole.
D’altronde è proprio in noi stessi o nella nostra Coscienza, proprio
per la sua insita caratteristica di non località, che possiamo
verificare come gli eventi sul piano fisico, i fenomeni fisici e
metafisici non sono separati tra loro come sembrano ad un esame
superficiale, ossia non sono temporali nel senso del termine, perché
essi si riferiscono allo spazio, non al tempo che non esiste, e dunque
tutti coesistono in ogni istante gli uni con gli altri, tant’è che noi
ricordiamo il passato, siamo consci del presente ed anche del suo
probabile divenire, siamo materia e allo stesso tempo Spirito.
Invero ogni osservatore si trova in un orizzonte degli eventi
immaginifico o iperpiano presente o spazio, da cui si diramano due
coni: il passato e il futuro, dove però egli non ha la percezione
corretta degli eventi, in quanto è conscio della proiezione degli
eventi che gli giunge dal passato, ma non di quella del futuro, sicché
di ogni presente non ha una visione unitaria, ma parziale e illusoria,
così da cogliere gli stessi come se fossero in un fluire lineare e non
nella loro totalità, dove il passato coesiste col futuro.
Possiamo ancora dire che lo scorrere lineare del tempo è un artificio
della mente, che tuttavia non corrisponde al vero in quanto non coglie
l’intero, perché gli eventi sono tra loro in uno svolgersi continuo,
globale e ciclico, dove il passato è col futuro, non ne è separato,
cioè gli eventi sono tutti confluenti e viventi tra loro e quindi non
sono né trascorsi o morti, né nel loro divenire.
Il sistema della vita dell’Universo è integrato, senziente e
intelligente, pieno di bellezza e di splendore, in cui ogni cosa e ogni
essere vivono indefinitamente e senza alcun limite.
Ne consegue che la separazione, la morte, il limite, la fine non
esistono veramente, ma sono delle illusioni della mente, incapace di
scorgere la visione totale della Coscienza o dell’Infinità.
In realtà la vita è invitta e perenne, non è separata da alcunché, non
cessa e non smette mai di fluire e si svolge nella pienezza, così che
se succede la perdita del corpo fisico tale fenomeno non significa che
smettiamo di esistere e vivere, perché noi non siamo il corpo ma siamo
la Coscienza, che proprio per le sue caratteristiche non locali è
immortale ed è sempre desta. Peraltro la vita sia un fenomeno
univivente e cosciente, in cui la Coscienza è la vera sede della
fisiologia e di tutte le sensazioni corporali, sicché il corpo ne è una
proiezione olografica e non ha vita di per sé, ossia il corpo non è
separato dai pensieri, dai sentimenti, dalle emozioni, dal sogno o da
un piano metafisico da cui prende forma, struttura e vita.
Quindi l’Anima o Psiche è ciò che ci permette di percepire il
meccanismo della vita nella luce, nei suoi colori, nei suoi suoni e
nelle sue variazioni mediante i movimenti dell’Etere, che così si
traducono nelle particolari sensazioni e impressioni. Senza Anima non
può esserci vita, né sensazioni, sentimenti ed emozioni, perché se ci
fosse solo un cervello “materiale”, questo non farebbe altro che
vibrare e trasmettere gli urti ricevuti dall’Etere senza produrre
alcuna sensazione, né sentimento e saremmo solo delle macchine. Ecco
che l’uomo è immortale per quanto, allo stadio attuale della sua
evoluzione, sia incapace di mantenere per sempre lo stesso corpo
fisico. In ogni caso, stante il livello evolutivo attuale, la
fine del corpo fisico non è mai una tragedia come crediamo, né
significa la fine di tutto, perché conduce in realtà in una positiva
trasformazione, la quale è sempre in direzione dell’evoluzione e della
continuità della vita, in modo che la stessa possa proseguire con
maggiore vigore in un’altra forma, così da avere altre opportunità per
la crescita delle idee, delle azioni, delle abitudini, del carattere,
del comportamento e del destino, sempre in direzione dell’Infinità o
della nostra origine che non possiamo mai smarrire.
Figure 1-2 Fig. 1 (Appendice: La
reciprocità, l’evoluzione e la reincarnazione Parte 1a) Diagramma o
Spazio - tempo di Minkowski in cui l’osservatore è in un orizzonte
degli eventi immaginifico, nell’inganno mentale della separazione tra
il passato, il presente e il futuro, mentre in realtà non è nel tempo
ma nello spazio, nell’Infinità o Coscienza, ossia in un tutt’uno senza
fine o Etere, dove niente nasce e niente muore, ma tutto si
trasforma ed esiste sempre, così come conferma la stessa legge
ponderale della chimica o di Lavoisier. Fig.2 Quando l’uomo non ha le
capacità di vivere indefinitamente con lo stesso corpo fisico e muore
continua a vivere nel piano metafisico, da dove a tempo debito ritorna
nel piano fisico, sicché egli passa da un orizzonte degli eventi
ad un altro, da una vita ad un’altra. Ecco che ogni vita è un
anello di una catena evolutiva per accrescersi nella Spiritualità,
ossia nelle idee, nei sentimenti, nelle emozioni, nelle azioni, nelle
abitudini, nel carattere, nel destino al fine di giungere
progressivamente all’immortalità e all’Infinità, ossia alla formazione
del Corpo di Luce immortale, in cui il corpo è l’Anima. Da
Wikipedia
Ora nella nostra esperienza quotidiana, quando ad ogni risveglio dal
sonno profondo entriamo in relazione col mondo fisico, ci accorgiamo
subito che tale mondo non è solamente gli oggetti, le persone e
quant’altro di materiale che ci circonda, ma pure un insieme vario,
invisibile, fatto di Vita, Conoscenza, Intelligenza, Bellezza, di
percezioni, sensazioni, impressioni, pensiero, intelligenza,
sentimento, sogno, immaginazione e fantasia.
Questi due mondi sono due metà di una stessa ed unica cosa, ossia un
tutt’uno, perché se non lo fossero ogni cosa ed ogni essere non
potrebbero esistere in tutta la loro complessità e meraviglia.
Figura 3 (Appendice: La reciprocità,
l’evoluzione e la reincarnazione Parte 1a) Il simbolo dello Yin e
dello Yang affonda le sue origini nella filosofia cinese. Esso si
ritrova pure nella scienza classica cinese e nella Medicina
Tradizionale Cinese. Il lato Yin simboleggia l’ombra, la passività, il
femminile, la Luna. Il lato Yang simboleggia la luce, l’attività,
il maschile, il Sole. Possiamo trasporre tale concetto della cultura
orientale in quella occidentale, affermando che nel bene è presente un
po’ di male e nel male un po’ di bene. Prima della Creazione esisteva
l’Assoluto, da cui nasce la prima forza o l’Energia Universale, neutra
o indifferenziata (Tai –Chi), che dividendosi in due crea lo Yin e lo
Yang, per divenire così specifica, e nell’uomo convertirsi in Energia
Umana.
Nel suo divenire l’energia neutra
quando giunge nel piano fisico si configura così in una dualità
illusoria di due metà unite nell’Armonia, ognuna delle quali contiene
un po’ dell’altra sua complementare. Queste due metà sono coessenziali,
invertibili, mutuanti e rotazionali e in un reciproco svolgimento tra
loro. Tali interazioni e reciprocità si manifestano con le fasi del
mutamento, del caos e dell’adattamento, che caratterizzano qualsiasi
forma e vita nel mondo fisico. Da Pixabay
La Natura si serve degli scarti e dei reflui maleodoranti che
disperdiamo nell’ambiente, e con amore, mani operose ed amorevoli, ci
dona il verdeggiare degli alberi e delle erbe, le fragranze dei fiori e
i tessuti morbidi e caldi con cui rivestiamo il nostro corpo, eppure
noi sovente disconosciamo tutto questo e viviamo nella disarmonia.
Ma noi non crediamo facilmente a tale stato della Realtà, perché la
mente ha preso il sopravvento sull’uomo ed è riuscita ad allontanarci
dalla nostra Coscienza, così che ci spinge a rimanere nella
separazione, nei limiti della materia, fino a farci disconoscere lo
strumento utile del lato negativo complementare delle cose, l’azione
del pensiero e del nostro stato d’animo sulla materia.
La mente, rivolta quasi sempre nella strenua difesa dell’esistente e
del passato, non conosce il futuro e proprio per questo ne ha paura,
mente di continuo e crede solo al tangibile, cioè alla materia, quale
unico e vero aspetto della vita.
In questo modo la mente, sfruttando lo straordinario ed immaginifico
potere donatogli dal Divino, ha portato l’uomo nella credenza che la
materia è tutto ciò che esiste e che il mondo metafisico, l’ideazione,
il sogno, l’immaginazione, la fantasia, lo Spirito e persino ciò che è
nella sua natura, cioè il pensiero stesso, non siano affatto coinvolti
nel lato materiale della vita.
In questo modo la vita e la visione umana sono divenute limitate e
separative e i mondo fisico considerato come fosse esistente di per sé.
Tuttavia tale credenza è una delle tante ed evidenti bugie della mente,
poiché non ha dei riscontri oggettivi, né fondamento alcuno, in quanto
sul piano fisico ogni polarità è in un reciproco e costante svolgimento
con l’altra sua complementare.
Quando vogliamo costruire una casa, prima nasce l’idea, il pensiero,
l’immaginazione, il sogno, il progetto, di come farla e poi si inizia a
costruire.
Finita l’edificazione, la casa sarà animata dall’idea d’origine, da
tutte queste cose e permeata dai pensieri di chi l’abita.
Qualsiasi cosa relativa e particolare prima di manifestarsi sul piano
fisico si conforma su un piano metafisico, cioè in una Realtà
universale, dalle infinite potenzialità e possibilità.
Il Relativo o la forma, ossia il formale, è quindi in un reciproco
svolgimento o in una reciprocità con l’Assoluto, cioè il privo di forma
o informale.
Ed allora per comprendere veramente il mondo fisico dobbiamo
riconoscere l’esistenza di un sistema integrato, fondato sulla
reciprocità tra la parte fisica e quella metafisica e che dietro ogni
effetto fisico, qualsiasi essere vivente, ogni cosa della Natura e
oggetto, si celano silenti e sempre un mondo invisibile e inesplorato,
ossia una Coscienza, un’idea, un progetto, un’intenzione, uno stato
immaginifico, un sogno, una fantasia, un’intelligenza, un’emozione, un
sentimento, un fine e uno scopo.
Se andiamo alla radice della straordinaria bellezza dei paesaggi
terrestri, dell’Armonia di ogni cosa della Natura, delle catastrofi,
dei cataclismi, dei terremoti e di ogni altra cosa o evento ed effetto
che succedono sul piano fisico, ritroveremo sempre una corrispondenza
col contenuto della mente e del cuore, sia individuali, sia collettivi
e cosmici.
Ecco che il mondo fisico, con tutta la sua complessità e diversità, non
è come sembra, bensì è il frutto della costante reciprocità tra due
piani d’esistenza.
Il risultato finale di un reciproco svolgimento tra due principi o due
metà mutuanti, coessenziali, cooperanti, cicliche, invertibili della
stessa cosa o Unicità universale, derivati dal suo svolgersi verso la
materia da uno stato indifferenziato ad uno differenziato, così da
apparire in modo specifico.
La scissione dell’Unicità in due polarità o due metà di una dualità
illusoria è una necessità per avere un contrasto, che poi è una
cooperazione in modo che l’invisibile diventi visibile e manifesto.
Tale dualità risulta pertanto composta da due metà non disgiunte,
poiché se lo fossero non potrebbero affatto cooperare, né mutuarsi, né
interagire tra loro, al fine di giungere ad essere visibili e
determinare lo specifico effetto nel mondo fisico.
In definitiva le due metà formano un sistema informativo e di
conoscenza invisibile e un sistema formale visibile, in costante,
reciproco svolgimento, mutamento, caos ed adattamento tra loro.
Il lato positivo contiene in sé stesso il lato negativo e viceversa.
Cosicché ogni metà è complementare dell’altra, in modo che ogni
variazione, ogni azione di una parte si riverbera subito nell’altra, al
fine di produrre un’oscillazione e una specifica manifestazione spazio
- temporale.
La mente, originatesi dal pensiero, è lo strumento ordinativo di tutto
questo.
Essa è il sistema ordinativo invisibile dell’informazione, della
Conoscenza per trasporle con un certo ordine nel mondo fisico e così
conformare lo spazio – tempo nel suo senso specifico, visibile e
concreto.
In tale contesto, lontano dal meccanicismo, la materia quindi non trae
forza da sé stessa, non esiste di per sé, non è improvvisata, né
casuale, ma deriva da un sostrato di informazione e di Conoscenza, da
cui scaturiscono nel loro senso peculiare tutte le forme.
Quindi la materia e l’energia sono in sintonia e sinergia con un mondo
invisibile o non locale da cui traggono linfa ed ordinamento.
Questo è il mondo quantistico o subatomico fatto di Coscienza, di
pensieri, di sentimenti, di emozioni e di impressioni, d’informazione,
di conoscenza e di intelligenza, il quale dispone l’associazione delle
particelle materiali o gli schemi di interferenza delle onde
vibratorie, in vari livelli e gradi per comporre e strutturare ogni
manifestazione fisica particolare.
In tutta tale complessità che si cela dietro il mondo fisico la cosa
straordinaria ed incredibile è che la Materia e la Coscienza sono,
almeno sostanzialmente, la stessa cosa e non esiste alcuna differenza
tra loro.
Se riflettiamo a tale stato delle cose, a ciò che ci circonda e se lo
priviamo della gioia, del piacere e soprattutto del dolore, della
solitudine e della sofferenza, che sovente e in varia intensità
affliggono chi vive, ci renderemo subito conto di un nucleo fondante e
fondamentale della vita, che esiste da tempo immemorabile e che mai
muore.
Si tratta di un preesistente mirabile, composito, misterioso e
multiforme intessuto di Coscienza, Vita, Conoscenza, Pensiero,
Sentimento, Intelligenza, immerso nell’Infinità e nella Beatitudine.
Tale preesistente multiforme e complesso non si forma in un’unica e
talora fugace vita sul piano fisico, perché se ciò fosse così è
evidente che una sola esistenza sarebbe del tutto insufficiente per
giungere alla straordinaria complessità e diversità di ogni
manifestazione fisica.
Per manifestare il mondo fisico occorre molto di più.
È indispensabile l’accumulo dell’esperienza e della Conoscenza, occorre
l’Eternità, oppure il ciclo delle nascite e delle morti ripetute, in
sinergia, sintonia ed Armonia con i cicli della materia e naturali.
In altre parole sono necessarie molteplici vite animate dalla Coscienza
sul campo metafisico e sul campo dell’esperienza della Natura.
Ecco che la Reincarnazione è un fenomeno naturale, metafisico e fisico,
necessario per creare e strutturare il preesistente da cui sgorga il
presente e modellare nel suo senso il futuro, il tutto mediante
l’interazione costante e vicendevole tra Coscienza e Materia.
E tale fenomeno non dovrebbe nemmeno stupirci, né lasciarci increduli
più di tanto, perché è continuo tant’è che noi lo sperimentiamo nel
corso della nostra stessa vita, dove il corpo col fluire del tempo non
è sempre uguale, ma cambia come fosse in una sorta di continua, silente
ed inavvertita reincarnazione, che accade nello stesso corpo fisico.
All’inizio della nostra vita siamo nelle cellule dell’embrione, poi
passiamo progressivamente nel feto, nel bambino, nel ragazzo, nel
giovane e nel vecchio.
Ogni fase, ogni caratteristica della vita contiene l’altra sua
complementare e ne deriva che il vecchio ha sempre dentro di sé il
giovane e viceversa, così come è per tutto il resto dell’esistente.
Ne consegue, a dispetto di qualsiasi giudizio, che niente e nessuno può
essere definito esattamente.
La reincarnazione dunque non è un fenomeno occulto, non è celata ai
nostri occhi, perché essa è persino riscontrabile nella stessa nostra
vita, dinanzi ai nostri occhi, nella nostra esperienza quotidiana.
È un fenomeno della Natura che non appartiene ad una religione, né è
una dottrina.
La sua finalità è quella di acquisire Informazione e Conoscenza, cioè
d’avere un preesistente da cui evolvere e migliorare.
Un preesistente che silente, inavvertito ed intriso d’Amore ci dona la
Vita e ci consente, malgrado tutto, di provare, sentire e vedere ciò
che la mente, giorno dopo giorno edifica, incluse le cose più assurde,
paradossali, crudeli e dolorose che essa stessa riesce a pensare, a
concepire, elaborare e così manifestare sul piano fisico.
Ed esso sorge dall’Infinità, dall’Immortalità, dall’Eternità, dal non
tempo senza separazione tra il passato, presente e futuro.
Nessuno nasce e nessuno muore.
Nella vera realtà non ci muoviamo, ossia siamo sempre nell’Infinità e
nell’Eternità, in un moto nello stesso luogo.
In un’Infinità che si attornia, ci pervade e mai ci abbandona, sia
nelle cose liete e sia in quelle tristi e penose.
Il passato rimane vivo trasformandosi nel presente, che a sua volta
subito si trasforma nel futuro.
Ed ecco che lo svolgimento di ogni cosa sul piano fisico, la vita di
ogni essere sono sullo sfondo di una mirabile quanto fraintesa
ciclicità, magia e reciprocità.
Ciò è incontestabile e trova ampie conferme nelle leggi fisiche e
naturali, che regolano l’Universo.
Noi qui vogliamo insistere nel dire che niente e nessuno sparisce
veramente, sia al livello della materia, sia al livello dell’invisibile
o metafisico, ossia che la morte non esiste realmente e che è
un’illusione e che l’esistenza della Vita Infinita è una certezza
scientifica, in quanto in Natura la Vita non finisce e non smette un
solo attimo di fluire nel suo incessante essere e divenire, anche
quando noi non lo comprendiamo.
Da questo punto di vista possiamo anche dire che la reincarnazione
esiste e non esiste allo stesso tempo, perché invero siamo immortali,
sempre vivi nel ciclo della vita.
Figura 4 (Appendice: La reciprocità,
l’evoluzione e la reincarnazione Parte 1a) L’uomo è il risultato della
reciprocità tra il mondo fisico e quello metafisico, psichico. La sua
vita si alterna tra la Terra e il Cielo, tra la Veglia, il Sogno e
l’incoscienza. Ne consegue che il mondo fisico non è da solo o
esistente di per sé, né oggettivo come supponiamo che sia. Il mondo
fisico è la manifestazione della Coscienza, di un piano non fisico e di
un preesistente. È il risultato della natura e del tipo dei pensieri,
dei sentimenti, delle emozioni ed esperienze, individuali e collettivi,
che si sono attualizzate. Il mondo fisico ne è la loro fedele
espressione, anche quando noi non siamo d’accordo. In particolare, come
è in tutta la Natura, la vita coscienziale dell’uomo si svolge tra la
Veglia e il Sogno, che sono una dualità di due metà della stessa ed
unica sostanza, sgorganti dalla mirabile Coscienza. Tali due metà
sono coessenziali, invertibili, rotazionali e cooperanti, in un
reciproco e costante svolgimento tra loro. Entrambi sono
sogni o stati immaginifici, dove sussiste la distinzione tra soggetto
ed oggetto, con livelli differenti di percezione e di spazio -
tempo. La Veglia è un sogno o uno stato immaginifico della
Coscienza Universale che si converte, col coinvolgimento della
Coscienza individuale, in una proiezione (Ologramma) di tipo
sensoriale, fisico o solido. Tale stato è caratterizzato da una
forte e coinvolgente percezione dei sensi e da una successione ordinata
e lineare degli eventi, così che ad ogni risveglio dal sonno si
riprende dal punto lasciato prima di addormentarci. Ed è proprio
il risveglio che ci permette di distinguere il Sogno dalla Veglia.
Senza il risveglio o tale nesso d’interdipendenza, i due stati
sarebbero gli stessi, cioè indistinguibili. Il Sogno è uno
stato immaginifico simile alla Veglia, anche di tipo sensoriale, che si
concretizza quale proiezione (Ologramma) della Coscienza Universale e
di quella individuale. Il Sogno si svolge quasi sempre in una
dimensione di non tempo e spesso è privo di una successione lineare
degli eventi. Tra la Veglia e il Sogno si intercala il Sonno
profondo, l’incoscienza o piccola morte, che deriva dall’innaturale
momentanea sospensione della connessione della mente o del corpo alla
Coscienza. L’interruzione definitiva di questa connessione segna
il fenomeno della morte del corpo fisico. In realtà il Sonno profondo
nasconde la vasta, inconscia ed immensa Mente Divina, da cui nasce ogni
cosa. Difatti oltre la Veglia, il Sogno e il Sonno profondo esiste un
quarto stato superiore, di Coscienza totale, dove la Veglia, il Sogno e
il Sonno profondo si fondono tra loro. In altri termini nel quarto
stato (Turya) la Coscienza si fonde con quanto è in esistenza in un
tutt’uno, sicché tra la Veglia e il Sogno scompare il velo del Sonno
profondo e si è in uno stato di Coscienza totale. In tale stato
non si è più nella distinzione tra soggetto ed oggetto, tra
l’osservatore e l’osservato, e così la vera natura della vita che è
Coscienza è rivelata nella sua vera natura. È il congiungimento
dell’inizio alla fine. Ecco che a tale stadio si giunge nella
Verità, nell’Illuminazione, cioè nel mutamento della mente da finita ad
Infinita e nell’unione perfetta dell’Anima al corpo fisico, in uno
stato che è il preludio dell’Ascensione. In definitiva dietro tali
stati in cui l’uomo vive e l’incoscienza transitoria ed illusoria del
sonno profondo e della morte, si cela sempre la Coscienza, che è sempre
desta ed Immortale. Da Pixabay
Dietro tale ciclico dipanarsi da cui scaturisce la manifestazione
fisica, dietro la bellezza, la pace, la tranquillità, la desolazione,
il dolore, l’assurdità, lo squallore e la crudeltà che ci circondano,
si cela pacifico, nella Beatitudine, inattaccabile e immutabile
l’Infinito Splendore: l’Amore o la Luce della Coscienza, che ripiena di
infinite potenzialità, possibilità, tutto rischiara ed illumina,
elargendo ad ogni cosa ed essere la Vita.
Una Luce capace perfino di cambiare in un attimo anche la situazione
più deteriore e disperata che possa esistere, perché essa racchiude
tutti i poteri e tutta la magia e la bellezza del Cosmo, che niente e
nessuna forza può mai intaccare e distruggere.
La Coscienza è proprio questa Luce ed è immortale.
Non nasce e non muore perché la sua natura è non locale.
Questo significa che è ovunque, ed è un campo quantistico subatomico,
sub particellare, di unificazione di tutto quanto esiste.
Essa è primaria e preesiste senza avere bisogno del supporto di ciò che
esiste e dunque è sempre esistita e sempre esisterà, indipendentemente
dalla materia, quantunque sia la materia stessa.
Sorgente inesauribile della Vita e dell’Amore che copiosa e incessante
si riversa su tutto il manifestato, pervadendolo interamente e
costantemente.
Certamente sulla Coscienza, sulla mente, sugli stati dell’uomo, della
materia e sugli organismi viventi conosciamo ancora molto poco.
In più bisogna dire che in questo mondo, per la maggior parte delle
persone, l’esistenza dell’Anima o Coscienza non è più una realtà, ma
sovente un’assurdità, una fantasia.
Persino le Chiese non vi credono più, né vi credono i fedeli.
Grandi e stridenti contraddizioni segnano sia l’arrivo che la partenza
dell’uomo su questo pianeta.
“Nato nel peccato”, “Bastardo”, “Nato sotto un cavolo”, sono queste le
frasi comuni di benvenuto che accompagnano la nascita su questo
pianeta, mentre “Dannazione”, “Morte”, “Paradiso”, “Inferno”,
“Purgatorio”, sono quelle adoperate per la dipartita, cosicché milioni
di individui sono d’accordo con tutte queste assurdità, prive di
fondamento logico e naturale, che però con la forza della ripetizione e
della convinzione di un grande numero di individui la cui mente è in
risonanza con queste cose, sono in grado di trasformare il Canto, la
Musica, la Bellezza, l’Armonia, l’Intelligenza, l’Amore della Natura,
in un mondo da incubo e di paure, in cui la morte celebra il suo
trionfo.
Perché è indubbio che il pensiero, il sogno, l’immaginazione,
l’emozione e il sentimento sono gli intermediari tra la Coscienza e il
cervello o il corpo, per intessere, momento per momento, ciò che noi
siamo e viviamo in ogni attimo del presente.
Ne consegue che ogni cosa nel mondo fisico è in coerenza col mondo
metafisico invisibile, col pensiero, col sogno, col sentimento e
l’emozione.
Dunque la materia e i suoi stati: solido, liquido, aeriforme, plasma,
quantistico ed altri che attendono ancora d’essere scoperti, coesistono
necessariamente insieme ad uno stato di estrema rarefazione della
materia, fatto di Spirito, di Coscienza, di Bellezza, di Intelligenza
Supreme, di Mente e di Cuore Infiniti, ancora quasi del tutto
inesplorato.
Tutto ciò conduce all’inevitabile conclusione che la dimensione dello
Spirito, dell’Anima, del pensiero e della mente è esistente come la
materia, al di là di ogni ragionevole dubbio.
Ed essa deve essere un’ulteriore stato della materia caratterizzato da
una estrema rarefazione delle particelle, che si affianca a quelli
conosciuti ed osservati, in cui le distanze tra le particelle
raggiungono valori smisurati, rispetto a quelli ordinari, sino a valori
infiniti e incommensurabili.
Eppure tutto questo non è un vuoto, un niente, ma la più densa, la più
magnifica e la più concreta delle sostanze: l’Infinità, da cui
ogni cosa e ogni vivente traggono la loro origine, l’energia della
vita, la forma e in cui ogni vivente ritorna.
In altre parole dobbiamo ammettere l’esistenza di uno stato della
materia ulteriore o dell’Etere, di una materia oscura preponderante
come verificato dall’astronomia, caratterizzate da proprietà
straordinarie e da un’elevata frequenza vibratoria, da un’estrema
rarefazione ed invisibile, in cui vi è l’Informazione, la Conoscenza e
la Coscienza, poiché senza di esse l’Universo non potrebbe mai essere
quel che è, ossia quel tutt’uno integrato, Vivente, Cosciente,
Pensante ed Intelligente che include tutto ciò che è intorno a
noi.
L’Etere quindi è il sostrato informativo o informale della materia,
un’estensione naturale di quello delle forme, un’ulteriore dimensione o
più dimensioni, che si aggiungono alle ordinarie quattro.
Tale mutua e ciclica reciprocità tra questi due sistemi, informale e
formale, fa si che ad ogni pensiero e ad ogni azione siano seguiti da
un effetto o da una reazione, allo stesso modo di come enunciato dal
terzo principio della dinamica.
Dal pensiero si raccoglie un’azione, dall’azione si raccoglie
un’abitudine, dall’abitudine si raccoglie il carattere e dal carattere
il destino.
Ciò è una progressione, un processo, un divenire, un’evoluzione, con un
piano e uno scopo che non sono confinati nell’esperienza di una singola
e fugace vita, poiché ogni esistenza in realtà è una tessera di un
mosaico di tessere molto più vasto.
Quindi nonostante le apparenze contrarie, la vita ha una sua finalità
elevata inserita in una pluralità d’esperienze di un grandissimo schema
d’evoluzione cosmica, che non è ristretta nel vivere solo per il
soddisfacimento dei propri bisogni materiali e primari.
Il Taoismo al riguardo indica tale progressione nel senso che ogni cosa
ed essere seguono delle fasi di mutua e ciclica reciprocità, il cui
inizio è nel mutamento.
Al mutamento segue il caos o la disorganizzazione di un precedente
stato, seguito a breve dall’adattamento ad un nuovo stato, con una
nuova forma.
In Oriente e nella filosofia indù tale reciprocità universale
dell’evoluzione cosmica è conosciuta col nome sanscrito di Karma, che
significa azione o semplicemente l’effetto che spunta fuori da una
causa.
Possiamo dire che il Karma riguarda l’etica, la giustizia, la punizione
e la ricompensa e in modo straordinario alla nostra comprensione, non
riguarda il passato, bensì la totalità del vissuto, parte
indissolubile, viva e coesistente dell’Eternità e dell’Infinità.
Il Karma è la rete della vita che unisce tutti in modo che ogni vita ed
ogni destino si possano svolgere e compiere in un modo determinato, che
è persino in grado di travalicare il codice genetico, in quanto
l’evoluzione dipende da tale rete e non è ristretta affatto alle
mutazioni e alle modifiche del DNA.
Anzi da questo punto di vista il DNA è del tutto ininfluente e non
conta niente.
Inoltre tale rete della vita va correttamente interpretata nel senso
che non è in relazione con colpe e punizioni, nel senso dei termini,
così come spesso si afferma o pensiamo.
Ogni individuo non è il derivato del caso o della necessità, bensì è il
risultato della sua volizione, del suo desiderio e in definitiva della
sua mente e dei suoi pensieri, del suo intelletto, dei suoi sentimenti,
delle sue emozioni e delle sue impressioni, cioè del suo intero
preesistente in interazione costante col corpo fisico e con l’attimo
presente.
Il tutto derivato e mosso dall’energia dello Spirito, che è una prima
differenziazione dell’Assoluto o Spazio.
La Coscienza vive eternamente, pensa, ricorda e decide, la Materia
manifesta tutto questo.
Da questo reciproco svolgimento e compensazione scaturisce la
personalità, cioè ciò che caratterizza il nostro ego ed essere fisico,
che agisce nei limiti della materia e nel senso particolare.
In tale contesto la morte non esiste, perché il nulla viene dal nulla e
la materia è la manifestazione spazio – temporale della Coscienza, ed
anch’essa, almeno nei suoi costituenti è eterna, dove ogni cosa ed ogni
vivente sgorgano sempre da un preesistente.
Difatti in Natura ogni forma, soprattutto nei suoi minuti ed
infinitesimi costituenti, non smette nemmeno per un istante d’essere
nella vita, poiché in realtà si trasfigura per manifestarsi sotto
un’altra forma, non smettendo mai di vivere.
Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Niente e nessuno viene perduto, niente e nessuno nasce e muore, anche
se i più ritengono che ciò sia incredibile ed assurdo credere a queste
cose, perché ogni cosa invisibilmente ma potentemente è sospinta in una
certa direzione, verso un senso da una causa, che precede sempre
l’effetto o lo stato del presente che viene vissuto.
I sofferenti, i poveri, gli afflitti da misere e disgraziate situazioni
e condizioni, i quali non vedono tregua al loro dolore, alla loro
angustia, né speranza e che pregano in tutti i modi il Divino che non
risponde in alcun modo, vedono altri pieni di ogni ricchezza e
prosperità, che dissennati godono di ogni piacere e così dubitano che
ci sia giustizia, che ci sia un Dio buono che provvede con amore a
tutti.
Succede pure che dei genitori abbiano dei figli che muoiono nel fiore
della loro giovinezza, senza capire i motivi di un destino così
crudele, grave ed insopportabile ed attribuiscono la loro disgrazia
alla strana volontà di un Dio inaccessibile e imperscrutabile, senza
capire che Dio è uno stato di consapevolezza interiore di ogni uomo e
di ogni donna.
Dio è nell’interiorità di ognuno non è affatto un Entità al di fuori di
noi e per conto suo.
Comunque anche al di là di credere o meno a queste idee, solamente la
legge della reciprocità o della compensazione legata al ciclo delle
nascite e morti ripetute, dà una risposta adeguata, razionale e
comprensibile a tutti gli interrogativi che si ci pone sul destino,
sulle disgrazie, sul dolore, sulle vicissitudini e sulle sofferenze
della vita, che altrimenti rimarrebbero inspiegabili, chiuse in sé
stesse ed assurde.
L’infelicità e il dolore individuale in una vita trova così una sua
spiegazione, ed essa non è mai definitiva e duratura, perché col
mutamento interiore può pure essere prontamente eliminata con
l’acquisizione di una sempre maggiore consapevolezza in tal senso, cioè
che quel particolare stato che viviamo non è una punizione, ma il
frutto di azioni commesse in corpi precedenti e un insegnamento utile a
non ripeterle più e così non ricadere sempre nelle stesse deteriori
situazioni.
Non si tratta di fatalismo, di un destino preordinato, predittivo e
ineluttabile, ma di vivere nel mondo in cui siamo come i protagonisti e
i responsabili della nostra vita, del nostro destino, che non hanno
alcun peccato originale o altre mancanze prive di ogni logica, ben
coscienti che se cambiamo in meglio la nostra interiorità e il nostro
pensiero, niente e nessuno ci può essere avverso o di ostacolo al
superamento di ogni difficoltà.
In più si tratta di comprendere la vera natura immortale dell’uomo, che
è verso il suo continuo perfezionamento nel Divino; uomo il quale una
volta perduta l’originaria sua condizione nell’immortalità, si ritrova
ora suo malgrado nella ciclicità della Natura e della Vita, in modo da
riscoprire proprio la sua perduta ed insita Infinità, che invero non lo
ha mai abbandonato, né mai l’abbandona.
Ogni pensiero ed azione precedenti nel corso dell’intera esperienza in
diverse forme sulla Terra o anche su altri pianeti, in ogni Regno della
Natura, in un corpo, non sono perduti, non cessano di vivere, non
vengono cancellati, perché portano conseguenze nell’Individualità
imperitura quando si reincarna ed ha un nuovo corpo.
Perché ogni effetto è nella causa e al riguardo si notano diversi
generi.
Un primo genere è il Karma che non ha cominciato a produrre alcun
effetto, in quanto tutte le forze in gioco per vari motivi si
equilibrano tra loro, sicché la causa non produce effetto nella vita.
Un secondo genere è il Karma che stiamo accumulando nel momento
presente con pensieri ed azioni e che si manifesterà nel futuro in una
nuova incarnazione.
Un terzo genere è il Karma che comincia a produrre effetti la cui causa
è nelle vite anteriori e che ha la possibilità di manifestarsi in
questa vita in quanto sussistono tutte le condizioni di corpo, famiglia
ed ambiente favorevoli ed idonee alla sua espressione.
La legge del Karma, ossia della compensazione o della reciprocità, è la
Comunione che esplicita il perché delle sofferenze e delle miserie
umane e non lascia l’opportunità di imputare la Natura o Dio per
l’ingiustizia.
Così come agisce nell’individuo la legge di reciprocità agisce pure ad
un livello più ampio, cioè al livello della razza, del popolo, della
Nazione e del Pianeta, poiché si deve nascere e rinascere, finché si
avrà esaurito totalmente tutte le cause messe in moto, sia al livello
di individuo e sia di collettività.
Cionondimeno la reciprocità non è rigida ed è suscettibile d’essere
repentinamente modificata, in particolare quando l’individuo muta
improvvisamente la propria consapevolezza, il proprio modo di pensare e
di agire.
Ed allora nella vita è come se tutti gli eventi, le situazioni e le
condizioni, fossero in un certo modo preordinati ed allo stesso tempo
non lo fossero.
Ciò che vogliamo dire è che non esiste per ogni individuo un destino
ineluttabile e stabilito, perché in realtà ogni evento, situazione,
ogni cosa ed ogni essere sono sullo sfondo del mutamento.
Non seguono una rigida preordinazione.
In realtà sono in costante risonanza con ciò che succede nella nostra
interiorità, nella nostra Coscienza che osserva e dunque crea, istante
per istante, l’osservato.
Tutto segue un verso e una direzione, ma ogni cosa può in un istante
cambiare in meglio o in peggio in coerenza col contenuto della
Coscienza, della nostra mente e della natura dei pensieri e delle
azioni che facciamo.
In tal modo avviene il riciclo della materia, che però non è solamente
limitato ai processi fisici – chimici e biologici, poiché coinvolge
necessariamente il lato informale ed invisibile della Vita, cioè la
Coscienza e la Mente, ossia i pensieri, i sentimenti, le emozioni, che
anche se invisibili esistono più concreti di una solida roccia e si
trasfigurano sul piano fisico in azioni, abitudini, carattere e
destino, perciocché sono essi il sostrato di ogni vita e di ogni cosa.
La conferma di questo, dei fenomeni del Karma e della Reincarnazione,
dell’immortalità, della perennità della Coscienza e della Materia, non
si trovano come si crede in una religione, in una specifica dottrina
religiosa, in una filosofia o in un ragionamento, ma prorompono con la
loro evidenza e forza proprio nella nostra esperienza quotidiana e nel
mondo fisico, nelle sue leggi e nei fenomeni naturali.
Quindi il Karma e la Reincarnazione, quantunque siano considerate delle
dottrine di alcune religioni, in realtà sono dei fenomeni ciclici
invisibili, che sono in fase con quelli visibili della Natura.
Nella Natura i sistemi naturali seguono i cicli terrestri,
biogeochimici e cosmici, in cui la materia non è da sola, ma sempre
insieme ad un mondo invisibile, di pensieri, di sentimenti, di emozioni
e tutto si ricicla di continuo, senza mai smettere d’essere nella Vita
e nella Coscienza.
Il ciclo dell’acqua mostra che tutta l’acqua della Terra è in continuo
movimento.
L’acqua marina si muove tramite le correnti, le acque dei fiumi
scorrono sul terreno, le acque di superficie filtrano attraverso il
suolo.
Con l’energia del Sole e l’evaporazione, l’acqua passa dallo stato
liquido a quello di vapore, per raccogliersi in nuvole che si spostano
col vento, per poi condensarsi in goccioline e cadere sulla Terra in
forma di pioggia, grandine e neve.
Nello svolgimento di ogni ciclo niente viene perso, niente e nessuna
cosa sparisce.
Ed ecco che la complessità della Natura, come e perché l’uomo è
diventato l’essere complesso che è, non può spiegarsi in modo esaustivo
considerando solamente il sistema formale, ossia solo ciò che
vediamo, le forme e quindi solo l’evoluzione fisica, genetica e
biologica.
Marcello Castroreale, tratto da “Il
viaggio dell’Anima” Volume I © 2018 Amazon
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