La riapertura della scuola in presenza ripropone il
problema della capienza delle aule non tutte idonee ad accogliere gli
alunni
delle classi, formatasi con i vecchi parametri dell’organico.
Nel protocollo d’Intesa sul distanziamento firmato con i sindacati era sparita l’espressione “solo se si può”, che per fortuna è riapparsa nella nota inviata alle scuole.
L’applicazione della norma sul distanziamento lo scorsa estate ha creato mille problemi di misurazioni nell’uso del metro, calcolato tra le “rime boccali” o nel raggio del cerchio, e di fatto ha governato la didattica a distanza ed ha determinato il frazionamento del gruppo classe.
Per il nuovo anno scolastico il distanziamento diventa flessibile e l’applicazione della norma è assegnata alla gestione autonoma delle singole scuole.
Sfogliando le pagine dei giornali si legge di presidi che riprendono i banchi biposto dagli scantinati ( Roma - Ispica) che collocano i banchi monoposto in maniera sfalsata, (Torino) e, facendo indossare a tutti la mascherina, con la garanzia del Gren Pass per tutti, si assicura lo svolgimento delle lezioni ordinarie “come prima, più di prima”.
Ritorna così il “compagno di banco” o il “vicino di posto” con cui scambiarsi bigliettini, darsi una mano o anche solo scambiare un’occhiata d’intesa mentre il prof. spiega o per avere un suggerimento quando si viene interrogati.
I presidi nell’applicazione delle note tecniche e nelle interpretazioni da applicare circa i tamponi e controlli del Green Pass si sentono autorizzati ad accorciare di qualche centimetro la vicinanza della nostalgica figura del “compagno di banco” ,che ha riempito nel tempo pagine di diari ed ha intrecciato flirt e storie d’amore.
In molte scuole è già partito il togli-e-metti dei banchi monoposto e a rotelle, per recuperare spazi.
«Lo scorso anno entravamo massimo in 12 in aula, quest’anno saremo tutti e 20 — dichiara Margherita, studentessa romana di Scienze umane — Risedermi accanto alla mia amica Irene renderà la scuola più affrontabile, più umana, meno alienante; una scuola che non insegna solo le nozioni,ma pure la relazione con gli altri». (La Repubblica)
I ragazzi hanno voglia di stare insieme e tornare “in presenza” è una gioia. Si spera che con i vaccini si creino delle aule-bolla Covid free e questo è indispensabile che gli studenti siano responsabili: mascherine, igiene delle mani e cautela negli scambi di oggetti e cibi..
Il problema maggiore dei banchi condivisi riguarderà gli studenti “fragili” e si comprende bene che isolarli sarebbe ingiusto nella scuola che vuole essere “inclusiva”, ma, come raccomandano i medici e i genitori: “bisogna stare attenti alla salute ”.
Nei commenti all’organizzazione dello scorso anno ritorna frequente l’osservazione che i banchi a rotelle sono serviti a poco, ed ora sono accatastati nei magazzini.
Lo ha detto anche il Sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso intervenendo alla trasmissione TG2 post, assicurando la gratuità dei tamponi per i docenti “fragili” e definendo la scuola come “un prezioso bene immateriale” della società civile da custodire e proteggere.
Giuseppe Adernò
Nel protocollo d’Intesa sul distanziamento firmato con i sindacati era sparita l’espressione “solo se si può”, che per fortuna è riapparsa nella nota inviata alle scuole.
L’applicazione della norma sul distanziamento lo scorsa estate ha creato mille problemi di misurazioni nell’uso del metro, calcolato tra le “rime boccali” o nel raggio del cerchio, e di fatto ha governato la didattica a distanza ed ha determinato il frazionamento del gruppo classe.
Per il nuovo anno scolastico il distanziamento diventa flessibile e l’applicazione della norma è assegnata alla gestione autonoma delle singole scuole.
Sfogliando le pagine dei giornali si legge di presidi che riprendono i banchi biposto dagli scantinati ( Roma - Ispica) che collocano i banchi monoposto in maniera sfalsata, (Torino) e, facendo indossare a tutti la mascherina, con la garanzia del Gren Pass per tutti, si assicura lo svolgimento delle lezioni ordinarie “come prima, più di prima”.
Ritorna così il “compagno di banco” o il “vicino di posto” con cui scambiarsi bigliettini, darsi una mano o anche solo scambiare un’occhiata d’intesa mentre il prof. spiega o per avere un suggerimento quando si viene interrogati.
I presidi nell’applicazione delle note tecniche e nelle interpretazioni da applicare circa i tamponi e controlli del Green Pass si sentono autorizzati ad accorciare di qualche centimetro la vicinanza della nostalgica figura del “compagno di banco” ,che ha riempito nel tempo pagine di diari ed ha intrecciato flirt e storie d’amore.
In molte scuole è già partito il togli-e-metti dei banchi monoposto e a rotelle, per recuperare spazi.
«Lo scorso anno entravamo massimo in 12 in aula, quest’anno saremo tutti e 20 — dichiara Margherita, studentessa romana di Scienze umane — Risedermi accanto alla mia amica Irene renderà la scuola più affrontabile, più umana, meno alienante; una scuola che non insegna solo le nozioni,ma pure la relazione con gli altri». (La Repubblica)
I ragazzi hanno voglia di stare insieme e tornare “in presenza” è una gioia. Si spera che con i vaccini si creino delle aule-bolla Covid free e questo è indispensabile che gli studenti siano responsabili: mascherine, igiene delle mani e cautela negli scambi di oggetti e cibi..
Il problema maggiore dei banchi condivisi riguarderà gli studenti “fragili” e si comprende bene che isolarli sarebbe ingiusto nella scuola che vuole essere “inclusiva”, ma, come raccomandano i medici e i genitori: “bisogna stare attenti alla salute ”.
Nei commenti all’organizzazione dello scorso anno ritorna frequente l’osservazione che i banchi a rotelle sono serviti a poco, ed ora sono accatastati nei magazzini.
Lo ha detto anche il Sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso intervenendo alla trasmissione TG2 post, assicurando la gratuità dei tamponi per i docenti “fragili” e definendo la scuola come “un prezioso bene immateriale” della società civile da custodire e proteggere.
Giuseppe Adernò