“Un
popolo che perde la memoria del passato non ha futuro”. Sono
trascorsi 30
anni dal tragico incidente che colpì Nicholas Green, il bimbo americano
ucciso
mentre era in vacanza in Italia lungo l’autostrada Salerno Reggio
Calabria.
L’auto sulla quale viaggiavano era diretta in Sicilia ed è stata
scambiata per
quella di un porta valori e nel corso del tragitto è stata bersaglio di
sparatoria che ha costretto Mister Green a correre verso l’ospedale di
Messina,
vedendo il suo piccolo colpito nel sonno.
La spontanea risposta degli affranti genitori ai medici dell’ospedale di Messina che comunicavano la morte cerebrale del piccolo: “trapiantate i suoi organi”, ha commosso l’Italia e ha determinato un vero effetto Nicholas che ha segnato un forte sviluppo alla diffusione della cultura della donazione degli organi.
I genitori del piccolo Nicholas, che torneranno a Messina il 29 settembre, hanno dato una lezione di civiltà al mondo intero autorizzando l’espianto di ben sette organi che hanno dato vita a sette giovani italiani di Messina, Siracusa, Bari, Roma, i quali hanno beneficiato degli organi del piccolo Nicholas ed hanno così continuato a svolgere una vita normale. I suoi organi sarebbero rimasti inerti e inattivi e invece hanno continuato a vivere e durare nel tempo.
Il suo piccolo cuore di bambino buono e bello ha pulsato ancora per altri 23 anni restituendo una vita normale ad Andrea Mongiardo è morto a 37 anni, nel 2016.
Gli altri sei organi sono ancora oggi vivi nei trapiantati ed una di queste, Maria Pia Pedalà, è diventata mamma ed ha dato al figlio, nato dopo il trapianto, il nome di “Nicholas”.
Nel corso di questi 30 anni a Nicholas sono state intitolate aule, teatri, vie, scuole, fondazioni, sono stati banditi concorsi regionali e provinciali per stimolare tra gli studenti l’attenzione alla cultura della donazione degli organi e dei tessuti, grazie alla cooperazione dei volontari dell’Aido.
Nelle scuole si rinnova ogni anno il Concorso “Nicholas Green” e grazie alla sensibilità dei docenti, tanti ragazzi prendono conoscenza e coscienza del problema della donazione del sangue e degli organi.
L’Università di Messina, con il coordinamento della prof.ssa Anna Teresa Mazzeo, da alcuni anni promuove un convegno internazionale con la partecipazione di studiosi degli USA, Cina, India, Ghana, Brasile, Regno Unito, Spagna, Svizzera, e con il concorso “Donarte 2024” pittori, scultori, fotografi, poeti, sono invitati a comunicare in modo creativo la cultura della donazione.
In occasione del 25° anniversario, la pittrice Anna Bonomo, catanese residente a Milano, ha donato al reparto di rianimazione del Policlinico di Messina, intitolato a Nicholas, il dipinto che raffigura un bimbo sorridente con sullo sfondo la Madonnina del porto, quasi per dare forza e coraggio a tutti i pazienti del reparto nel difficile e delicato momento per la loro salute.
Giuseppe Adernò
La spontanea risposta degli affranti genitori ai medici dell’ospedale di Messina che comunicavano la morte cerebrale del piccolo: “trapiantate i suoi organi”, ha commosso l’Italia e ha determinato un vero effetto Nicholas che ha segnato un forte sviluppo alla diffusione della cultura della donazione degli organi.
I genitori del piccolo Nicholas, che torneranno a Messina il 29 settembre, hanno dato una lezione di civiltà al mondo intero autorizzando l’espianto di ben sette organi che hanno dato vita a sette giovani italiani di Messina, Siracusa, Bari, Roma, i quali hanno beneficiato degli organi del piccolo Nicholas ed hanno così continuato a svolgere una vita normale. I suoi organi sarebbero rimasti inerti e inattivi e invece hanno continuato a vivere e durare nel tempo.
Il suo piccolo cuore di bambino buono e bello ha pulsato ancora per altri 23 anni restituendo una vita normale ad Andrea Mongiardo è morto a 37 anni, nel 2016.
Gli altri sei organi sono ancora oggi vivi nei trapiantati ed una di queste, Maria Pia Pedalà, è diventata mamma ed ha dato al figlio, nato dopo il trapianto, il nome di “Nicholas”.
Nel corso di questi 30 anni a Nicholas sono state intitolate aule, teatri, vie, scuole, fondazioni, sono stati banditi concorsi regionali e provinciali per stimolare tra gli studenti l’attenzione alla cultura della donazione degli organi e dei tessuti, grazie alla cooperazione dei volontari dell’Aido.
Nelle scuole si rinnova ogni anno il Concorso “Nicholas Green” e grazie alla sensibilità dei docenti, tanti ragazzi prendono conoscenza e coscienza del problema della donazione del sangue e degli organi.
L’Università di Messina, con il coordinamento della prof.ssa Anna Teresa Mazzeo, da alcuni anni promuove un convegno internazionale con la partecipazione di studiosi degli USA, Cina, India, Ghana, Brasile, Regno Unito, Spagna, Svizzera, e con il concorso “Donarte 2024” pittori, scultori, fotografi, poeti, sono invitati a comunicare in modo creativo la cultura della donazione.
In occasione del 25° anniversario, la pittrice Anna Bonomo, catanese residente a Milano, ha donato al reparto di rianimazione del Policlinico di Messina, intitolato a Nicholas, il dipinto che raffigura un bimbo sorridente con sullo sfondo la Madonnina del porto, quasi per dare forza e coraggio a tutti i pazienti del reparto nel difficile e delicato momento per la loro salute.
Giuseppe Adernò