Questo è solo uno dei diversi progetti
predisposti dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Letizia Moratti, durante la scorsa settimana in visita nella Repubblica Popolare
Cinese. La responsabile del Dicastero dell'Istruzione, con il Ministro
dell'Educazione cinese Zhou Ji, ha infatti firmato un protocollo
d'intesa e un insieme di accordi tecnici, che, aldilà del neonato
campus, prevedono alcuni fattori importanti: il mutuo riconoscimento dei
titoli di studio, il potenziamento di attività per la cooperazione
interuniversitaria e lo scambio reciproco di studenti, secondo il modello
inaugurato con il
progetto "Marco Polo". A ciò si aggiungono borse di studio
per corsi di lauree magistrali, che saranno riservate a studenti cinesi presso
il Politecnico di Milano, ma non è tutto. Il pacchetto di accordi prevede anche
la nascita di programmi congiunti di dottorati di ricerca e
corsi post-doc.
Ad inaugurare la collaborazione italo-cinese saranno dapprima i Politecnici di
Milano e Torino e le Università Luiss e Bocconi, per il fronte italiano, e le
Università Tongji e Fudan di Shanghai, per quello cinese, con corsi di laurea in
Ingegneria ed Economia. Il Ministro è sicuro che l'intesa costituirà "Un passo
fondamentale per rafforzare la cooperazione bilaterale su istruzione, alta
formazione e ricerca". La collaborazione prevederà un aspetto da non
sottovalutare: la promozione dell'insegnamento della
lingua italiana in Cina. Saranno infatti potenziati i laboratori già
presenti di italianistica presso l'Università di Economia e Commercio con
l'Estero presente attualmente a Pechino e nelle scuole secondarie cinesi si
organizzeranno delle "Settimane della lingua e della cultura italiana".
Ci sarà, comunque un'assoluta reciprocità. In Italia, nelle scuole secondarie
italiane, saranno altrettanto previste delle "Settimane della lingua e della
cultura cinese".
Presso l'Università La Sapienza di Roma per la prima volta si avrà una sede
dell'Istituto Confucio, vera e propria istituzione cinese,
attualmente presente in altre 7 grandi capitali del mondo. Con esso sarà
possibile procedere con l'insegnamento e la diffusione della lingua cinese in
Italia.
Maggiori approfondimenti sulla complessiva intesa avviata nel
comunicato del Ministro.