Il
dirigente del Csa, Raffaele Zanoli, acquisiti i pareri dell'avvocatura
distrettuale di Stato, in merito alla applicazione delle ordinanze del Cga, a
seguito dei ricorsi del personale che aveva prestato servizio nello Stato nei
confronti dei collaboratori scolastici che avevano prestato servizio presso gli
enti locali, ha diramato il calendario di convocazione, mentre le nomine
verranno fatte da oggi fino al 2 settembre. Zanoli, a conclusione della lunga
vertenza, ci ha rilasciato la seguente dichiarazione. «Ho predisposto il
calendario delle convocazioni sulla base delle graduatorie depurate dai
candidati la cui inclusione è stata contestata nel ricorso. Ciò — ha proseguito
– Zanoli, in esecuzione delle note ordinanze del Cga di Palermo e seguendo il
parere fornitoci dall'avvocatura distrettuale di Stato. Punto saliente
dell'operazione – rileva Zanoli, è che, in base a quanto ordinato dal Cga,
nessuno dei candidati inclusi ex novo nella graduatoria sospesa può essere
nominato prima dei ricorrenti, d'altra parte nessuno dei ricorrenti può
scavalcare gli altri candidati già precedentemente legittimamente inclusi in
graduatoria. Certo – ha concluso Zanoli – l'operazione è stata molto laboriosa e
sofferta dal momento che ci rendiamo conto che gli interessi contrapposti, scesi
in campo, sono di basilare importanza, in quanto si tratta di difendere
l'aspirazione ad un posto di lavoro. Ed è sempre una decisione molto sofferta
quella che è necessario adottare in casi simili».
Da parte sua , l'avvocato
Gaetano Tafuri junior, che ha assistito i ricorrenti, ci ha detto che «le
modalità indicate dall'Avvocatura di Stato, per l'ottemperanza alle decisioni
del Cga, possono ritenersi concettualmente corrette, fermo restando che si
tratterrà di verificare se tra coloro che risultino già inseriti nelle vecchie
graduatorie non vi siano candidati in realtà provenienti dagli enti locali ed
erroneamente oggi convocati dal Csa». I ricorrenti sono 250, mentre, almeno da
quanto ci dicono, non tutti avranno un posto di lavoro, circa 40 non dovrebbero
maturare il diritto alla nomina. Viceversa, come si è detto, resteranno senza
lavoro gli aspiranti provenienti dagli enti locali, dal momento che verranno
utilizzate le vecchie graduatorie. Si conclude, così, una complessa questione ,
come diceva il dirigente del Csa, molto ingarbugliata. Ecco, intanto, il
calendario delle convocazioni. 30 agosto alle 9, dal posto n.1 al posto n.155;
alle 15, da 156 a 310. 31 agosto, alle 9, dal n.311 al n.465; alle 15, dal n.466
al n.620. 2 settembre, sempre alle 9, dal n.621 al n.776; alle 15, dal n.777 al
n.930.
Tutte le convocazioni avranno luogo presso il circolo didattico «Pizzigoni» di
Catania, in via Torino, 2.
Mario Castro
Ed è subito protesta: «Bloccheremo le nomine»
Rabbia e delusione. I due sentimenti si accavallano. Vola qualche insulto. Sono
imbestialiti, ma anche disorientati. Stiamo parlando dei collaboratori
scolastici ex enti locali che, ieri pomeriggio, dopo la notizia di essere stati
«messi via» dalla graduatoria provinciale per le supplenze, si sono recati al
Csa per protestare e, nel tardo pomeriggio, anche dal prefetto, Alberto Di Pace,
per chiedere di bloccare le operazioni di nomina di oggi. Dopo le incertezze
delle ultime settimane, ieri, infatti, la deludente verità: cancellati dalla
graduatoria. Qualcuno lancia l'idea, un velocissimo passaparola e
all'appuntamento al Csa, nel primo pomeriggio, si raccoglie oltre un centinaio
di lavoratori. Nessuno dei loro nomi figura tra gli aventi diritto alle nomine
che saranno fatte oggi. Non mollano, però, e sono decisi ad andare avanti. Fino
in fondo, fino a che i loro diritti non saranno riconosciuti.
«Hanno preso i posti gestiti da Comune e Provincia e occupati da noi per tanti
anni – afferma Maria Lo Castro – e, adesso, non abbiamo più alcun diritto. Nel
prenderseli, hanno lasciato noi fuori dal giro». «Bloccheremo le nomine –
aggiunge Giuseppe La Spina – anche perché non abbiamo alternative. Abbiamo pure
perso la possibilità di rimanere iscritti nelle liste di collocamento con anni
di disoccupazione, perché lo scorso anno abbiamo lavorato per oltre 120 giorni.
Non abbiamo la possibilità di trovare un altro lavoro, attraverso quelle liste.
Abbiamo perso tutto. A Catania sta accadendo qualcosa di incredibile». «Questa
provincia – si chiede Vincenza Pellegriti – fa parte o no dell'Italia? Tutto ha
origine da una legge nazionale che ci ha consentito di far parte di un'unica
graduatoria. Stiamo solo chiedendo di avere rispetto dei diritti sanciti da un
provvedimento nazionale». «Possediamo i requisiti per stare in quelle
graduatorie – spiega Carmela Portale – , ma gli altri, anche quelli che lavorano
da pochissimo, si prendono tutto». «Già una volta, nel gennaio 2000, ci hanno
licenziati – ricorda Maria Catanzaro – per riassumerci a febbraio con un
contratto di tre mesi. Oggi, ci superano persone con pochissimo punteggio. Noi
non abbiamo rubato niente a nessuno». «Io – sottolinea Maria Rosaria Leonardi –
fino ad ora ho lavorato nella scuola e poco importa se il posto era prima
gestito dagli enti locali e ora lo è dallo Stato. Ero e sono una lavoratrice
della scuola. Ci hanno attaccati senza darci tempo di difenderci. Noi, fino a
sabato, siamo in servizio e solo ora ci fanno sapere che ci hanno messi da
parte».
Insieme con le proteste, arriva anche la solidarietà. Come quella del Circolo
«Rosa L.» di Rifondazione Comunista che, in una nota diffusa ieri dal segretario
Mario Pugliese, afferma: «se da un lato è stato bloccato il tentativo di
istituire un nuovo canale di assunzione per sentenza, dall'altra parte viene
consumata una grave ingiustizia nei confronti di lavoratori provenienti dagli
enti locali, a cui va la nostra solidarietà e sostegno politico».
La domanda di Nunziato Punzo, presente nelle graduatorie dall'82, rafforza
l'incertezza: «Di quale graduatoria farò parte adesso?».
Caterina Mangiaracina