Dal lancio di iTunes, seguito a ruota dall’iTunes Music Store, sono trascorsi sei anni. Ora che Apple si è comprata Lala per ben 85 milioni di dollari, sembra che voglia impiegarne la tecnologia per creare una versione di iTunes capace di funzionare all’interno del browser.
A raccontarlo è una fonte piuttosto affidabile, il Wall Street Journal. Tutto si farebbe online, dagli acquisti alle riproduzioni audio e video, piuttosto che procedere al download sul computer del cliente. Ciò permetterebbe, tra l’altro, di farne uso da qualsiasi computer, piuttosto che legare indissolubilmente i propri acquisti multimediali a una singola macchina. In pratica, tutto resterebbe sui server di Cupertino e niente passerebbe sul PC dell’utente.
Lala, ricorda VentureBeat, ha già costruito un player per il Web, ne ha fatto il suo slogan: “Tutta la musica che avevi sempre desiderato, riproducibile attraverso il browser Web”.
Dunque, cosa comporterà questa novità per gli attuali clienti e per quelli futuri? Sicuramente non occorre fare backup, è a tutti gli effetti cloud computing. Nessun problema di spazio disco, visto che (quasi) nulla è in locale. Magari, potrebbero uscir fuori proposte del tipo “se vuoi tenerti in archivio più di X brani, compra dello spazio-disco”, questo si: ma restano dei vantaggi, come ad esempio quello di non legare nulla a uno specifico computer, giacché basterà farsi riconoscere per usare la propria biblioteca direttamente online, ovunque. Naturalmente, si azzerano (o quasi) i tempi di attesa, visto che di download vero e proprio non se ne parlerebbe più.
Per contro, la velocità potrebbe essere un limite, specie per chi non dispone di banda larga sufficientemente… larga. Potrebbero esservi meno possibilità e prestazioni, rispetto a un software residente. E potrebbe non andare a genio a chi ama avere ciò che compra sul proprio computer.
Quanto al supporto per la versione stand-alone, è probabile che non scompaia troppo presto, benché sia bene ricordare che Apple fece sparire dai computer il floppy già nel 1998, quando molti ritenevano una simile mossa molto azzardata: oggi, a distanza di oltre dieci anni, i tempi hanno dimostrato che non sbagliava.
Tra le altre cose, sottolinea MSNBC, un’operazione del genere per Apple produce solo vantaggi sotto il profilo della pirateria: non far scaricare nulla sradica il problema alla base, visto che Lala già impedisce la fruizione dei propri servizi a indirizzi IP al di fuori degli States e, pur potendo, non è ancora intervenuta contro coloro che ne fanno uso attraverso proxy.
Qui di seguito la presentazione, prodotta dal News Hub del Wall Street Journal: occorre un pò di dimestichezza con l’angloamericano parlato, ma non è impossibile afferrarne il contenuto. (da nbtimes.it)
Marco Valerio Principato