“Non porto il mio
sindacato verso una guerra che sappiamo tutti già persa.” Questa
è la sintesi dell’intervento di Mimmo Panatelo, segretario nazionale
della Flc-Cgil, venuto a Catania, lunedì 26 scorso, su invito del
segretario provinciale, Lillo
Fasciana, che si è fatto portavoce della richiesta, da noi
pubblicata, di incontrarlo da parte di un gruppo docenti bocciati
al concorso a preside del 2004 e ricorrenti al Cga per ottenerne la sua
ripetizione già fissata per il 14 e 15 ottobre prossimi. Pantaleo non
ha avuto dubbi, né perplessità a ribadire questa unica strada possibile
per sanare tutti i contenziosi, mentre quell’altra, di andare a
oltranza a una ulteriore sentenza di incostituzionalità ( e pare che lo
sia perché non rispetterebbe l’anonimato nella ricorrezione degli
elaborati) del cosiddetto Lodo Siragusa, è, non solo senza sbocco, ma
contraria alla decisione già presa dalla Cgil nel suo complesso e da
tutte le forze politiche parlamentari, compreso il Pd e l’Idv.
Anche Scozzaro, il segretario regionale della Flc, ha ribadito le
stesse posizioni. Uno spiraglio Pantaleo l’ha posto quando ha chiesto
alla assemblea dei professori ricorrenti di individuare degli
emendamenti da inserire nel disegno di legge in fase di approvazione
prima delle ferie estive e comunque prima della fatidica data del 14
ottobre, giorno della ripetizione delle prove scritte. Si impegnerebbe
a portare questi emendamenti ai gruppi parlamentari più vicini al
sindacato affinchè li facciano adottare e inserire nel disegno di
legge.
Le ripetute richieste da parte di alcuni gruppi di docenti di non
transigere sul principio sacro della legalità, che vuole il rispetto
solenne e assoluto della Giustizia e delle sue sentenze, non ha
avuto l’accoglimento sperato da parte del sindacato nella persona
appunto di Pantaleo e Scozzaro, sulla semplice constatazione che pur
portando la legge Siragusa di fronte alla Corte costituzionale, dopo la
sua approvazione, e posto che essa dia ragione ai ricorrenti per la sue
evidente incostituzionalità, in ogni caso passeranno anni prima di una
nuova sentenza e prima della ulteriore abrogazione della legge stessa,
posto sempre che venga abrogata; anni che comunque non faranno altro
che consolidare la posizione degli attuali 426 presidi il cui
congelamento nella loro cattedra non potrà durare così a lungo. Senza
via di uscita dunque la vicenda concorsuale per via giudiziaria, tranne
nei tempi lunghi, anzi lunghissimi e sempre dagli esiti incerti e mai,
sembra di capire, a favore dei ricorrenti.
E’ stato a questo punto che il rappresentante del coordinamento dei
docenti esclusi al concorso a preside in Sicilia ha chiesto a Pantaleo
di inserire un emendamento all’articolo 5 del Lodo Siracusa e che
prevedrebbe, il riconoscimento dei
"principi di imparzialità evidenziati nelle suindicate sentenze di II
grado e prevedendo per i candidati i cui elaborati non sono stati
adeguatamente valutati ( al pari di quelli dei dichiarati vincitori );
la possibilità di essere ammessi a frequentare un corso di formazione
con colloquio finale sulle tematiche trattate ai fini della formazione
della graduatoria. E’ evidente inoltre che, essendo stata prevista per
il concorso in oggetto una graduatoria ad esaurimento, lo stesso debba
valere per la graduatoria derivante dal corso di formazione."
Una proposta
pragmatica e seria che però non sembra abbia raccolto l’unanimità
dell’assemblea e che anzi è parsa stranamente poco valutata.
Un’ultima nota dobbiamo riferire, ma che è una nostra impressione:
abbiamo notato stanchezza e sfiducia da parte di molti dei professori
esclusi dal concorso, come se avessero perso inopinatamente
quello spirito battagliero prima registrato.
PASQUALE ALMIRANTE
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org