Il Ferragosto non è
così lontano ed io devo fare ammenda.
Succede, infatti, che in un momento di malumore - e proprio su questo
giornale
- abbia auspicato che la Chiesa si decida a una modifica del
calendario: spostare
al 15 di agosto quel che celebra il 25 di dicembre. Un Natale nel
deserto
estivo, argomentavo, ci libererebbe dalle insopportabili luminarie,
dalle
stucchevoli slitte con renne e babbinatali, persino dall'obbligo degli
auguri e
dei regali. Quando tutti sono via, quando le città sono vuote, a chi -
e dove -
mandare cartoline e consegnare pacchi con nastri e fiocchetti? Non sono
i
vescovi stessi a tuonare contro quella sorta di orgia consumistica cui
sono
ridotti i nostri Natali? E allora, spiazziamo i commercianti, spostiamo
tutto a
Ferragosto. La cosa, osservavo, non sembra impossibile: in effetti, non
fu la
necessità storica, fu la Chiesa a scegliere il 25 dicembre per
contrastare e
sostituire le feste pagane nei giorni del solstizio d'inverno. La
nascita del
Cristo al posto della rinascita del Sol invictus. All'inizio,
dunque, ci
fu una decisione pastorale che può essere mutata, variando le
necessità.
Una provocazione, ovviamente, che si basava però su ciò che è (o,
meglio, era)
pacificamente ammesso da tutti gli studiosi: la collocazione liturgica
del
Natale è una scelta arbitraria, senza collegamento con la data della
nascita di
Gesù, che nessuno sarebbe in grado di determinare. Ebbene, pare proprio
che gli
esperti si siano sbagliati; e io, ovviamente, con loro. In realtà oggi,
anche grazie
ai documenti di Qumran, potremmo essere in grado di stabilirlo con
precisione: Gesù
è nato proprio un 25 dicembre. Una scoperta straordinaria sul serio e
che non
può essere sospettata di fini apologetici cristiani, visto che la
dobbiamo a un
docente, ebreo, della Università di Gerusalemme.
Vediamo di capire il meccanismo, che è complesso ma affascinante. Se
Gesù è
nato un 25 dicembre, il concepimento verginale è avvenuto, ovviamente,
9 mesi
prima. E, in effetti, i calendari cristiani pongono al 25 marzo
l'annunciazione
a Maria dell'angelo Gabriele. Ma sappiamo dallo stesso Vangelo di Luca
che
giusto sei mesi prima era stato concepito da Elisabetta il precursore,
Giovanni, che sarà detto il Battista. La Chiesa cattolica non ha una
festa
liturgica per quel concepimento, mentre le antiche Chiese d'Oriente lo
celebrano solennemente tra il 23 e il 25 settembre. E, cioè, sei mesi
prima
dell'Annunciazione a Maria. Una successione di date logica ma basata su
tradizioni inverificabili, non su eventi localizzabili nel tempo. Così
credevano tutti, fino a tempi recentissimi. In realtà, sembra proprio
che non
sia così.
In effetti, è giusto dal concepimento di Giovanni che dobbiamo partire.
Il
Vangelo di Luca si apre con la storia dell'anziana coppia, Zaccaria ed
Elisabetta, ormai rassegnata alla sterilità, una delle peggiori
disgrazie in
Israele. Zaccaria apparteneva alla casta sacerdotale e, un giorno che
era di
servizio nel tempio di Gerusalemme, ebbe la visione di Gabriele (lo
stesso
angelo che sei mesi dopo si presenterà a Maria, a Nazareth) che gli
annunciava
che, malgrado l'età avanzata, lui e la moglie avrebbero avuto un
figlio.
Dovevano chiamarlo Giovanni e sarebbe stato "grande davanti al
Signore".
Luca ha cura di precisare che Zaccaria apparteneva alla classe
sacerdotale di
Abia e che quando ebbe l'apparizione "officiava nel turno della sua
classe". In effetti, coloro che nell'antico Israele appartenevano alla
casta sacerdotale erano divisi in 24 classi che, avvicendandosi in
ordine
immutabile, dovevano prestare servizio liturgico al tempio per una
settimana,
due volte l'anno. Sapevamo che la classe di Zaccaria, quella di Abia,
era
l'ottava, nell'elenco ufficiale. Ma quando cadevano i suoi turni di
servizio?
Nessuno lo sapeva. Ebbene, utilizzando anche ricerche svolte da altri
specialisti e lavorando, soprattutto, su testi rinvenuti nella
biblioteca
essena di Qumran, ecco che l'enigma è stato violato dal professor
Shemarjahu
Talmon che, come si diceva, insegna alla Università ebraica di
Gerusalemme. Lo
studioso, cioè, è riuscito a precisare in che ordine cronologico si
susseguivano le 24 classi sacerdotali. Quella di Abia prestava servizio
liturgico al tempio due volte l'anno, come le altre, e una di quelle
volte era nell'ultima
settimana di settembre. Dunque, era verosimile la tradizione dei
cristiani
orientali che pone tra il 23 e il 25 settembre l'annuncio a Zaccaria.
Ma questa
verosimiglianza si è avvicinata alla certezza perché, stimolati dalla
scoperta
del professor Talmon, gli studiosi hanno ricostruito la "filiera" di
quella tradizione, giungendo alla conclusione che essa proveniva
direttamente
dalla Chiesa primitiva, giudeo-cristiana, di Gerusalemme. Una memoria
antichissima quanto tenacissima, quella delle Chiese d'Oriente, come
confermato
in molti altri casi.
Ecco, dunque, che ciò che sembrava mitico assume, improvvisamente,
nuova
verosimiglianza. Una catena di eventi che si estende su 15 mesi: in
settembre
l'annuncio a Zaccaria e il giorno dopo il concepimento di Giovanni; in
marzo,
sei mesi dopo, l'annuncio a Maria; in giugno, tre mesi dopo, la nascita
di
Giovanni; sei mesi dopo, la nascita di Gesù. Con quest'ultimo evento
arriviamo
giusto al 25 dicembre. Giorno che, dunque, non fu fissato a caso.
Ma sì, pare proprio che il Natale a Ferragosto sia improponibile. Ne
farò,
dunque, ammenda ma, più che umiliato, piuttosto emozionato: dopo tanti
secoli
di ricerca accanita i Vangeli non cessano di riservare sorprese.
Dettagli
apparentemente inutili (che c'importava che Zaccaria appartenesse alla
classe
sacerdotale di Abia? Nessun esegeta vi prestava attenzione) mostrano
all'improvviso la loro ragion d'essere, il loro carattere di segni di
una
verità nascosta ma precisa. Malgrado tutto, l'avventura cristiana
continua.
Vittorio Messori