La mia formazione scolastica di studente di Liceo Classico, oltre ad insegnarmi un metodo razionale nell' affrontare le situazioni problematiche, che poi mi ha orientato a laurearmi in matematica, ha rafforzato in me la responsabilità individuale , attraverso lo studio della filosofia e della letteratura greca.
. Come è noto, la tragedia greca risale ad un’età in cui i concetti di responsabilità individuale e di colpa sono non solo stati già elaborati, ma anche già codificati, e i Greci hanno già ideato il processo come strumento di mediazione tra giustizia e legge.
È ai Greci che dobbiamo l’affacciarsi, per la prima volta nella storia, dell’idea della libertà nell’agire dell’uomo; è a loro che dobbiamo la scoperta della libertà democratica; è a loro che dobbiamo la prima riflessione sul legame tra libertà e legge; è a loro che dobbiamo l’idea di giustizia, come punto di partenza di ogni civiltà. L'educazione civica presente nell'Atene antica si fonda su due pilastri: il diritto e la legge. Il diritto senza legge è inutile conservazione, mentre la legge senza diritto è puro potere dispotico. Una legge responsabile deve tenere conto dei cardini principali del diritto. Nell' Orestea di Eschilo, si celebra il trionfo della legge sulle violenze individuali e si sancisce il principio che vede nel giudizio del tribunale l’unica riparazione al torto subito. Nell'Antigone di Sofocle, emerge con cristallina trasparenza il dissidio sussistente tra legge etica e legge dello stato. Ma la politica italiana di oggi, impegnata a produrre leggi come il “legittimo impedimento”, “lodo Alfano”, “lodo Schifani” o più banalmente la cervellotica legge 202/2010, è in grado di comprendere la differenza hegheliana tra legge etica e legge dello stato? Chi tutela il cittadino , che magari concorre onestamente per raggiungere un sacrosanto obiettivo, dalla violenza individuale subita? Se in una società civile, la politica non sa rispondere chiaramente a questi interrogativi, allora vuol dire che viviamo in uno Stato che ha perso l'orientamento e che non ricorda che discendiamo dagli antichi “Greci” ideatori del
giusto processo.
Lucio Ficara
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