Giù le mani dalle pensioni!
Quando, a metà dello scorso mese di luglio il Parlamento è stato
chiamato, con un frettoloso atto di responsabilità (sic!), ad approvare
senza emendamenti la manovra finanziaria, eravamo consapevoli che la
stessa, avendo posticipato al 2014 il pareggio di bilancio, avrebbe
comportato un ulteriore aumento del debito pubblico e i mercati
avrebbero risposto di conseguenza.
Soddisfatto di aver così oltraggiato, ancora una volta, il ceto debole
italiano, lo scorso 3 agosto Berlusconi si è presentato alle Camere per
tentare di parlare di crisi, convinto che gli italiani avrebbero
intrapreso tranquillamente il viaggio per le vacanze.
Ancora una volta, sempre il presidente del Consiglio, ha parlato di
un’Italia al riparo dalla crisi, di solidità delle nostre banche e,
persino, ha ostentato l’imprudenza di incitare agli investimenti nelle
sue società, così come a dichiarare che tra i punti programmatici
futuri di questo Governo, al fine del superamento della crisi, era
stata inserita la riforma dei regolamenti parlamentari.
E tutti i suoi ministri, compreso quello dell’Economia, gli stavano
accanto seduti plaudenti!
Il 5 agosto scorso, a soli due giorni di distanza dal suo intervento
alle Camere, il presidente del Consiglio, su pressing della Bce e
dell’Ue e dopo un ulteriore crollo della borsa, è stato costretto a
tentare di correre ai ripari.
Oggi l’incontro con le parti sociali ha obbligato Berlusconi a lasciare
la sua sede residenziale vacanziera sarda; domani il ministro
dell’Economia relazionerà alle Commissioni parlamentari preposte sulle
decisioni assunte dal Governo per cercare di colmare i richiami europei.
Vedremo cosa saranno capaci di raccontarci. Sicuramente, però, non
potremo accettare né che vengano intaccate pensioni di anzianità o di
reversibilità, né che venga proposto solo il “deficit zero” per poter
continuare a pressare gli Italiani onesti con ulteriori tasse.
Che ne direste se il presidente del Consiglio dei ministri decidesse di
ripartire per le sue vacanze sarde e lasciasse definitivamente Palazzo
Chigi? Naturalmente subito seguito dal suo nemico Tremonti!
Angela Napoli, Il Fatto
Quotidiano (10 agosto 2011)
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