Caro Direttore,
non sono mai stato un «fannullone». Sono uno dei tanti dipendentiministeriali di fascia media (guadagno 1.500 euro al mese) che da piùdi venti anni fa ogni giorno il suo dovere, conciliando il lavoro inufficio e la famiglia, in una città caotica e difficile come Roma.
LA FRUSTRAZIONE - Ecco perchéprovo un senso di frustrazione e una rabbia enorme per i provvedimentidel governo che, ancora una volta, colpiscono tanlavoratori pubblicibravi, onesti, professionalmente preparati (sono la stragrandemaggioranza, le assicuro). Non bastava già il blocco dei contratti dal2009 fino al 2014, la visita fiscale anche per un giorno di malattia,il taglio degli straordinari, delle missioni e di tutte competenzeaccessorie. Adesso dovremo persino aspettare più di due anni perprendere la liquidazione, cioè soldi nostri, messi da parte nell'arcodi una vita, con tanti sacrifici e rinunce. Conosco tanti colleghi almio ministero che dopo quarant'anni di lavoro pensavano di impiegare laliquidazione per rinnovare i mobili o per estinguere il mutuo di casa.È una mazzata per loro. Sappiamo che c'è da tirare tutti la cinghia inquesto momento difficile per il nostro Paese. Avere il posto fisso diquesti tempi è già una gran fortuna, rispetto a tanti lavoratori delsettore privato disoccupati o in cassa integrazione. Ma questa fortunanon può trasformarsi sempre in un accanimento nei nostri confronti.
LE DIFFICOLTA' - Dove vogliamoarrivare? Facciamo già tanta fatica ad arrivare alla fine del mese, conil mutuo da pagare, le bollette, l'assicurazione, la benzina cheaumenta ogni giorno di più. E sa quanto ci danno ogni giorno come buonopasto? Sette euro netti, che alla fine dell'anno vengono pure tassati.Io che lavoro al centro di Roma, posso assicurarle che con quella sommanon ci prendi nemmeno un tramezzino. Eppure ogni volta che c'è datagliare si pensa solo a noi: agli statali. Per questo mi domando e lechiedo, Direttore: da quali menti così fantasiose sia potuto uscire oraun provvedimento che affida ai dirigenti più solerti e «risparmiatori»la responsabilità di elargire la tredicesima mensilità ai dipendentipubblici? Ma perché debbo pagare io se magari il mio capufficio non èall'altezza del suo compito? O per la negligenza di qualche collegalavativo? Non le pare assurdo sparare così nel mucchio? Spero che tuttii sindacati reagiscano a questa palese ingiustizia nei nostriconfronti.
LA RAGIONE - Qual è la ratiodi questo provvedimento se non quello di una vendetta trasversale, diuna specie di ricatto nei confronti dei dirigenti o degliamministratori locali che potranno scaricare su di noi l'incapacità afar quadrare i conti dello Stato? Riducessero ai politici, ai managered ai dirigenti la tredicesima e le ricche competenze accessorie! Siamostanchi di pagare per responsabilità o colpe che non sono le nostre.Facessero davvero, non a parole, una seria lotta all'evasione fiscale,agli sprechi e alle ruberie, colpendo tutti quelli che anche quest'annole ferie le stanno facendo in barche di lusso intestate a societàfasulle o di comodo. Noi poveri ministeriali, che paghiamo le tasse conla ritenuta alla fonte fino all'ultima lira, ci accontentiamo comeFantozzi delle ferie in una spiaggia affollata. Ora mi hanno detto checon questa manovra, il dirigente potrà trasferire da una cittàall'altra gli statali senza colpo ferire. Un'altra punizionefrancamente insopportabile. In certi momenti mi sembra che parlino dibestie e non di persone in carne ed ossa che hanno una famiglia ed ildesiderio di condurre una vita normale, in tempi già di per sédifficili.
Dipendente del ministero degli Interni
Michele Ciervo
15 agosto 2011 11:00
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