A chi le baby pensioni? Due su tre sono
“padane”
ROMA – Mezzo milione e passa, per l’esattezza 535. 752. Ma
dove sono, dove abitano in grande maggioranza i pensionati-baby, cioè
quelli che lo Stato di “Roma Ladrona” ha mandato in pensione quando
avevano lavorato per 14 anni, sei mesi e un giorno se erano donne e
addirittura 19 anni, sei mesi e un giorno se erano maschi? La risposta
è secca: “In Padania”. Del mezzo milione e passa, il 65% per cento è al
Nord, anzi proprio in “Padania” per l’esattezza: 110.497 in Lombardia.
Seguono nella classifica delle Regioni a più alta incidenza di baby
pensionati il Veneto, l’Emilia Romagna e il Piemonte. Dei nove miliardi
e mezzo di costo di queste pensioni sei miliardi abbondanti finiscono
appunto in “Padania”.
Correva l’anno 1973 quando i governi di manica larga dell’allora
pentapartito, il democristiano Mariano Rumor presidente del Consiglio,
regalavano a centinaia di migliaia di dipendenti pubblici la
possibilità di intascare pensione per 30/40 anni di vita dopo averne
lavorato neanche venti. Corre l’anno 2011 quando il partito “padano” di
Umberto Bossi strenuamente difende le pensioni “così come stanno”: c’è
una evidente coerenza, la destinazione finale delle pensioni baby
spiega molto. In più, qualche curiosità marginale, qualche scherzo del
caso: una delle tante pensioni baby è intestata a Manuela Marrone che
in pensione ci è andata quando aveva 39 anni: 766 euro al mese da
allora e per tutta la vita. La signora Marrone è anche la moglie di
Umberto Bossi. Un caso, davvero solo un caso, però qualche volta il
caso “ci prende”. Un altro pensionato baby che non ti aspetti? Antonio
Di Pietro: è andato in pensione a 44 anni: 2644 euro al mese, lordi
però. (Fonte Blitz Quotidiano,it)
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com